L’iniziativa del Devoto-Oli: per dirlo in italiano

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La nuova iniziativa del noto dizionario- di Giorgio Coppola-

Comunità in luogo di community, posta elettronica in luogo di e-mail, pagina iniziale invece di home page, pseudonimo al posto di nickname. Sono solo alcuni degli esempi per tornare al corretto uso della lingua italiana, evitando anglismi, o, comunque, il continuo ricorso avocaboli stranieri.

È la sfida della nuova edizione dello storico dizionario fondato da Giacomo Devoto e Giancarlo Oli, la cui prima pubblicazione, a cura di Le Monnier, risale al 1971. La rubrica in appendice si chiama “Per dirla in italiano” e si prefigge il compito di dare un’alternativa al lessico contemporaneo, sempre più intriso di “termini ed espressioni inglesi, spesso difficili da capire o pronunziare, il più delle volte inutili”.

In quest’epoca di globalizzazione, infarcita di xenofobia, l’iniziativa potrebbe sembrare pericolosa o, quantomeno, inopportuna, visto il sentimento di ostilità verso lo straniero che ultimamente attraversa il Paese. Essa, invece, va valutata positivamente, perché è vero che spesso è proprio la comprensione ad essere minata nei dialoghi, tenuto conto che nel linguaggio comune, e nei dizionari poi, hanno trovato ingresso parole complicate, per lo più tecniche, o provenienti da idiomi poco conosciuti. Se appare semplice tradurre ring in quadrato, o record in primato, non lo è remake, oppure coach. Anche se dire tappeto rosso, in luogo di red carpet, non conferisce la stessa vivacità all’immagine. Ma pensiamo al momento in cui bisogna affrontare un viaggio: advanced booking potrebbe generare equivoci tali da impedirci di prenotare in anticipo. Eppure, se ci dicessero, dopo una lunga tratta in aereo, lei ha un mal di fuso, piuttosto che jet lag, questo ci manderebbe nel panico più totale.

Eppure, è necessario recuperare sempre le nostre origini, e la lingua è il principale connotato dell’identità di un popolo. Difenderla non significa disprezzare l’altro, ma mettersi sullo stesso piano. Per questo ci permettiamo di segnalare proprio al Devoto-Oli di non utilizzare il termine “box” sul suo sito, ma contenitore o scatola. Al massimo, ricettacolo.

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