Filistei di ieri e di oggi

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di Giuseppe Moesh*

Fu l’imperatore Adriano a definire Palestina, derivante dalla parola Filistei, l’intera area di Israele, in spregio ai residenti autoctoni; la zona della odierna striscia di Gaza fino quasi a Tel Aviv fu occupata dalla popolazione filistea di origine egea, quasi certamente proveniente da Creta, come hanno dimostrato tra l’altro da studi genetici su scheletri risalenti a quell’epoca, che intorno al 1200 a.c. occupò quei territori, i quali, dopo le sconfitte da parte degli egiziani, furono autorizzati dagli stessi a restare in loco sotto il protettorato dei faraoni.

Assimilarono nel tempo la lingua cananea di origine semitica ed in parte la religione, adottandone l’intero sistema religioso ma adorando poi una divinità Ba’ al Zəbûl, Il signore della Soglia, che per disprezzo gli ebrei rinominarono Ba’ al Zebub, “Il signore delle mosche”, dal cui il nome di uno dei “sette prìncipi dell’Inferno” che nel cristianesimo divenne Belzebù.

Come mercenario nell’esercito filisteo sotto il sovrano Achis di Gat, militò anche Davide che successivamente divenne il campione del re Saul; è noto che disattese l’indicazione del suo re ed accettò di battersi contro Golia, gigantesco guerriero che indossava una corazza da cinquanta chili e le cui armi di ferro erano tecnologicamente superiori a quelle bronzee degli israeliani. La furbizia dell’uomo che sarebbe diventato in seguito re d’Israele, permise di sconfiggere gli invasori e relegarli in un’area ristretta anche se col tempo l’assimilazione fu sempre maggiore.

Non seppero sfruttare la loro presenza sulla costa e la presenza del porto di Gaza che fu utilizzato solo dai mercanti le cui carovane provenienti dall’oriente commerciavano con il resto dei paesi mediterranei attraverso le marinerie controllate, tra l’altro dai Tirreni, ovvero dagli etruschi.
Iscrizioni geroglifiche, testi biblici e greci confermano questa evoluzione, ed ancora oggi il comportamento terroristico ed il rifiuto ad accettare le regole della convivenza civile sono causa di disastri sociali ed umanitari.

*già Professore Ordinario presso l’Università degli Studi di Salerno

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