Una Salernitana senz’anima e senza idee lascia i tre punti al Monza. L’ad Milan: “Adesso zero alibi”

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salernonews24-sport di  Sergio Del Vecchio

Salernitana e Monza si incontrano all’Arechi dopo aver incrociato, con alterne fortune, le milanesi. Palladino e Liverani ripropongono lo stesso modulo di gioco dell’ultima gara, di sicuro più comprensibile la scelta del tecnico brianzolo, dopo la vittoria sul Milan, meno decifrabile quella del tecnico granata. Dopo una settimana di dibattiti su un probabile cambio tattico, passaggio da difesa a tre a difesa a quattro, invece, nonostante la pesante sconfitta con l’Inter, si rivede la stessa squadra che ormai conosciamo, in continuità col lavoro di Pippo Inzaghi.

Dunque avanti con il 3-4-2-1 per i padroni di casa, con Manolas all’esordio al posto di Boateng centrale difensivo, tra Pasalidis e Pellegrino. A centrocampo, Bradaric e Zanoli esterni, Coulibaly e Basic, centrali. Out Maggiore per un risentimento muscolare in allenamento. Novità in attacco, con Weissman promosso unica punta, davanti a Candreva e Kastanos. In panchina restano Dia e Tchaouna.

Palladino lascia in panchina Bondo e Colombo, autori dei gol contro il Milan, in difesa Andrea Carboni e Birindelli dal primo minuto sono preferiti a D’Ambrosio e Kyriakopoulos. I centrali della difesa restano Mari e Izzo. Il centrocampo a due è formato da Pessina e Gagliardini, i trequartisti sono Mota, Valentin Carboni e Colpani, la punta è “quel” Milan Djuric.

Il primo tempo

Proprio l’ex di turno prova subito a farsi rimpiangere colpendo il palo dopo un’azione velocissima di Birindelli che va in fuga sulla sinistra sfruttando un buco lasciato dalla difesa granata. Poco dopo, da sinistra, Dany Mota cerca ancora Djuric che di testa non trova la porta.

E’ un inizio molto aggressivo del Monza, in cui si intuisce l’intenzione di cercare subito di sbloccare il risultato, sfruttando la velocità per mettere in difficoltà la difesa granata a tre. In questa fase, Andrea Carboni va molto alto e largo a sinistra per sovrapporsi a Mota, sempre supportato da Pessina e Gagliardini.

La pressione del Monza produce calci d’angolo, da cui la squadra di Palladino sa di poter essere molto pericolosa. Al 5’ infatti, il cross in mezzo viene deviato da Gagliardini al centro dove sbuca Izzo, lasciato completamente solo, la sua deviazione a un metro dalla porta viene respinta d’istinto da Ochoa.

Più che un campanello d’allarme è una tromba da guerra celtica, la Salernitana reagisce, più di pancia che di testa, Kastanos da fuori area tenta la giocata e per poco non ci riesce, al suo tiro angolato alla destra di Di Gregorio manca qualche giro d’effetto per entrare a fil di palo.

Al di là di questa fiammata, dei granata si rivedono i soliti problemi nella costruzione del gioco, con i passaggi in orizzontale o al compagno sempre spalle alla porta. Si rivedono i soliti errori tecnici, con palloni buttati via o regalati agli avversari. Nel complesso, si ha la sensazione che i nuovi innesti non abbiano ancora familiarizzato tra loro, non c’è intesa, sia in fase di costruzione che di attacco, dove è difficile che la Salernitana riesca a finalizzare un’azione manovrata. Colpisce anche la percentuale di cross sbagliati, o troppo corti o troppo lunghi. L’unica soluzione di gioco che è in grado di produrre frutti è quella in velocità, con una ripartenza rapida, passaggi semplici ed essenziali in verticale, senza dare il tempo alla difesa avversaria di organizzarsi. Basta rivedere ad esempio l’azione che capita al 26’, con Coulibaly che ruba palla, riparte veloce da solo e poi lancia Candreva in porta.

Se non altro va dato il merito alla Salernitana di essere riuscita a contenere gli assalti iniziali del Monza e di aver trovato subito le misure per chiudere gli avversari che alla mezz’ora hanno esaurito la spinta offensiva e giocano di rimessa, cercando di spezzare sempre la costruzione di gioco dei padroni di casa.

Al 27’ lampo di Zanoli sulla destra con cross al centro per Weissman che tenta di girare un pallone un po’ troppo arretrato per lui. Sarà un lampo isolato perché la catena di destra della Salernitana non funziona, Pasalidis, Kastanos e Zanoli non sono in sintonia fra di loro, esempio ne è, pochi minuti dopo, un lancio di Pasalidis sulla sua fascia che atterra nel deserto, con i compagni fermi in tutt’altra posizione.

Al minuto 34, Candreva su azione di calcio di punizione da sinistra tenta una conclusione che potrebbe avere miglior fortuna se non trovasse la deviazione provvidenziale e fortuita di Gagliardini.

Il tempo si chiude con poco altro, il Monza che tenta la sortita, corner di Colpani, Izzo di testa fra le braccia di Ochoa, Gagliardini in tuffo di testa non trova la porta, la Salernitana che ci prova ma senza cattiveria né convinzione, come il tentativo da fuori di Bradaric che svirgola malamente mandando il pallone sul fondo.

Il secondo tempo

Il secondo tempo inizia con Bondo al posto di Colpani, un po’ in ombra. Per la Salernitana nessun cambio, nemmeno di atteggiamento. Dopo 5 minuti Zanoli non si capisce con Ochoa e i compagni della difesa e manda in angolo un cross sbagliato destinato a spegnersi sul fondo, dando così ancora una volta a Izzo la possibilità di tentare la giocata di testa da corner. Passano altri 5 minuti e Djuric, su cross preciso di Birindelli, fa da torre per Pessina dimenticato sul secondo palo, Pellegrino riesce in scivolata a metterci una pezza deviando in angolo. La Salernitana evidentemente non ha capito bene lo schema brianzolo, allora il Monza concede una replica. Va dalla bandierina Dany Mota, il cross in area è ancora una volta preda di Djuric che fa da torre al centro dove – ancora una volta (!) – c’è da solo un giocatore in maglia bianca, stavolta Gagliardini, che nell’area piccola la butta in porta a colpo sicuro. La sensazione dal vivo è strana, abbiamo visto Gagliardini tirare in porta ma il pallone non ha gonfiato la rete, è ancora in area che balla e viene spazzato via da Weissman. Solo dal replay scopriamo che Ochoa ha opposto un braccio negando incredibilmente un gol già fatto.

Il Monza ci crede, non molla il possesso palla, passano minuti lunghissimi in cui la Salernitana non riesce a interrompere l’azione avversaria.

Al 59’ Manolas è a terra dolorante, al suo posto Boateng, che era in panchina proprio perché non in piena forma. Entra anche Tchaouna per Weissman che, sebbene si sia mosso con generosità, quasi mai ha trovato spazio per tentare di far male. Forse non è scontato dire che se si vuole osare di più giocare con due punte potrebbe essere un esperimento da tentare. Cambi anche per il Monza, escono Mota e Mari, per Caldirola e Maldini.

Al 69’ altra azione granata pericolosa in ripartenza. Tchaouna recupera palla, la affida a Candreva che mette Kastanos in condizione di tirare da buona posizione, Caldirola incrocia il tiro deviandolo in angolo.

Al 72’ altri cambi. Dia per Kastanos e Legowski per Basic, ammonito.

Al 76’ come sopra, una super occasione granata in contropiede. Il nuovo entrato Dia recupera palla a centrocampo e lancia Tchaouna alla sua sinistra. La difesa del Monza è sguarnita, c’è davvero tanto campo e comunque tanta porta, considerato che Di Gregorio è rimasto tra i pali e soprattutto è fermo a coprire il suo. Tchaouna invece gliela spara giusto in faccia e poi, alla respinta, un’altra volta sul corpo dell’estremo difensore che stavolta è bravo a chiudere lo spazio con le gambe.

Il gol di Maldini

Gol sbagliato gol subito. Facile immaginare che dopo il pericolo corso, il Monza tentasse il tutto per tutto anche con la giocata personale. Prima di commentare il gol vale la pena di spendere un’altra considerazione. Risultano ancora una volta determinanti i cambi del secondo tempo, gli avversari fanno entrare giocatori freschi che sfruttano la loro velocità contro una difesa granata che va via via allentando la presa, con la spia della riserva di energie che si accende. E’ un film già visto. Il giovane Maldini che chiede il triangolo a Gagliardini e va in affondo superando in velocità i difensori fa rima col giovane Fazzini, che alla fine della sfida con l’Empoli si procura il rigore. Rivedere per credere. E’ il minuto 78, un applauso al classe 2001 cresciuto nel vivaio milanista, per l’intuizione e per l’esecuzione, con un bel destro forte e angolato a tagliare fuori Ochoa.

Lo 0 – 2 di Pessina

Come si è già visto più volte corso di questa stagione, il gol subito taglia le gambe alla Salernitana. All’82’ c’è gloria anche per Pessina che non andava in gol da quasi un anno. Rimessa dal fondo di Di Gregorio che diventa così anche assist-man, spizzata del solito Djuric in avanti a cercare il compagno. La linea di difesa granata è molto alta, forse non si aspettavano un rilancio così profondo, Bradaric si perde completamente Pessina che si trova solo davanti ad Ochoa col pallone che gli rimbalza davanti, pallonetto di sinistro delizioso, ed è il KO.

Anche col nuovo allenatore Liverani, la Salernitana si porta dietro i problemi di sempre. Tra questi, la gestione dei minuti finali. Se il risultato fosse stato in parità, sarebbe stato impensabile vedere all’ultimo minuto di recupero il neo entrato Akpa-Akpro solo davanti ad Ochoa con una difesa altissima e praticamente immobile. Il numero uno granata evita il risultato largo uscendo incontro all’avversario, chiudendogli la visuale e respingendo in angolo.

Prima di rientrare negli spogliatoi, il Monza festeggia davanti ad un manipolo di irriducibili che, pur essendo un centinaio di tifosi, hanno cantato e incitato la squadra come se fossero stati svariate migliaia. La Salernitana che cerca il perdono della Curva Sud. Difficile, perché anche oggi non si sono visti i giocatori affamati di cui parlava il mister, giocatori che corrono, danno l’anima e vincono i duelli.

Il post partita è ancora più demoralizzante. Con Liverani che mette avanti i problemi di rosa, gli infortuni, le difficoltà, e conclude: “credo che nessuno in questa situazione abbia la bacchetta magica”.  D’altro canto Palladino, sereno e soddisfatto dice dei suoi: “ho visto gente agguerrita, che è scesa in campo con cattiveria, voleva vincere la partita”, e sulla Salernitana: “da ex giocatore mi dispiace davvero tanto della posizione che occupa in classifica, ma è una stagione un po’ crudele in cui le cose girano anche male”.

Infine a sorpresa, ma non troppo, compare davanti ai microfoni l’amministratore delegato Maurizio Milan, che è ancora più diretto: “forse abbiamo assecondato troppo alcune cose, saremo più incisivi, entreremo a gamba tesa nella gestione diretta, anche sportiva, che abbiamo delegato troppo. Questo anche per smuovere quell’immobilismo che, stiamo vedendo, permane da qualche settimana nonostante il cambio di panchina. Da dove si riparte? Da una politica di zero alibi. I presupposti con cui alcuni calciatori sono arrivati a Salerno attraverso i loro procuratori erano ben altri. Da oggi sono tutti in discussione, compreso il mister Liverani, che ha comunque la nostra fiducia”.

 

 

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