Le scelte di Israele

0
4

di Giuseppe Moesch*

Non intendo entrare nel merito delle cause che portarono alla Seconda Guerra Mondiale, ma tra quelle vorrei sottolineare il comportamento di quasi tutti i Paesi cosiddetti democratici, che per motivazioni varie, in primis quella di non volere una guerra che i propri popoli non avrebbero accettato, hanno tollerato le provocazioni degli stati nazi fascisti, Germania, Italia e Giappone.

Così accadde sull’annessione dell’Austria da parte di Hitler, così la guerra contro la Cina dell’Impero del Sol Levante e lo sciagurato tentativo coloniale di Mussolini sulle orme ambiziose di Crispi, che però terminò con la disfatta di Adua del 1896, cui fece seguito Giolitti e che portò alla guerra con l’Impero Ottomano per la conquista della Tripolitania e della Cirenaica, e successivamente del Fezzan, culminata nel 1936 con la proclamazione dell’Impero.

Non meno drammatica fu la disattenzione rispetto all’Unione Sovietica che tanti danni avrebbe provocati negli anni successivi, non intervenendo per tempo.
La disattenzione e l’egoismo portarono alla necessità di dover risolvere con la costituzione di una coalizione i problemi sorti per fronteggiare il tentativo egemonico dei tre Stati riuniti nel Patto che fu definito l’Asse.

Per sconfiggere un nemico divenuto molto forte fu necessaria una guerra che causò un numero di morti compreso tra i 60 e i 68 milioni e che solo con un intervento definitivo passato attraverso la sconfitta dell’Italia, l’annientamento della Germania e la conseguente distruzione del Paese e la scelta dell’uso dell’arma atomica ad Hiroshima e Nagasaki per piegare il Giappone.

La Storia spesso si ripete e di nuovo in questi ultimi anni si è assistito all’inerzia dell’Occidente, a partire dal comportamento tenuto nei confronti della Crimea e di nuovo nei confronti dell’intera Ucraina da due anni a questa parte, e dalla scelta degli Stati Uniti di uscire dall’Afganistan che ha dato un segnale di debolezza al mondo intero con la crescita dell’integralismo islamico fomentato dal regime fascista teocratico iraniano.

La mano armata di Teheran rappresentata da Hamas, Hezbollah, Isis ed Huthi tenta di trascinare verso una guerra globale con la complicità di Russia e Cina che vedono positivamente il tutto come coazione per affermare le proprie ambizioni egemoniche, come in parte la Turchia che come uno sciacallo non avendo un interesse immediato, accusa Israele per lucrare in qualche modo.

L’attacco di Hamas del 7 ottobre del 2023 ha causato la morte di 1.194 civili ed il rapimento di circa 250 ostaggi. Israele è consapevole di quanto accaduto con l’olocausto che causò la morte di 6 milioni di ebrei e certamente non ha mai negato che avrebbe sempre risposto ad attacchi al proprio Stato.

Gli sforzi da Camp David ad Oslo fino alla normalizzazione dei rapporti con Egitto e Marocco e gli accordi recenti con gli Emirati Arabi Uniti e Bahrein e quelli in corso con l’Arabia Saudita, nonché l’atteggiamento collaborativo dimostrato ad esempio dalla Giordania durante il recente attacco dell’Iran, sono segnali interessanti per uno sblocco dei rapporti conflittuali esistenti.

Il rifiuto di Hamas di accettare due popoli e due Stati deriva dall’idea di base del loro statuto che vuole l’eliminazione di Israele e degli ebrei, e lo stesso atteggiamento mantiene l’Iran che non ha mai riconosciuto il diritto di Israele ad esistere. Hamas ha usato gli aiuti umanitari per arricchirsi, armarsi e costruire tunnel sotto ospedali, moschee e scuole, affamando i loro concittadini palestinesi.

Per tale motivo Israele, dopo l’ultimo attacco del 7 ottobre, ha deciso di estirpare la piaga di Hamas e l’esercito israeliano è intervenuto pesantemente provocando oltre 32.000 vittime.

La propaganda antisraeliana attivata dalle sinistre di tutto il mondo ha impedito ad Israele di completare l’operazione.
Giocando sul rifiuto della guerra per i propri figli, l’opinione pubblica mondiale si comporta esattamente come quasi cent’anni orsono: si accettano le provocazioni a danno degli ebrei salvo a ritrovarsi dopo con i terroristi in casa ed un numero di morti mostruosamente più alto.

I giovani dei Centri Sociali, tentano di occupare le Università, chiedendo di interrompere i rapporti scientifici con Israele, le mamme irresponsabili sollecitano la fine dell’intervento sul territorio e se ne fregano se ad essere uccisi sono le donne o i bambini ebrei fatti a pezzi dagli eroici stupratori ed assassini palestinesi.
I regimi fascisti dell’Iran e della Russia stanno ripercorrendo le strade già tracciate nel secolo scorso.

Le reazioni dei ben pensanti buonisti occidentali hanno fatto capire ai governanti israeliani che non avrebbero potuto continuare con l’opposizione del mondo di sinistra, e si sono così ritrovati isolati dall’opinione pubblica e dai governi di Paesi che devono fare i conti con l’elettorato che viene istigato dalle forze politiche sensibili ai voti. Questo è il motivo per cui Israele ha deciso di andare diritto alla fonte del problema ovvero di attaccare l’Iran sperando in una reazione più violenta da parte del regime teocratico.

Anche se il regime fascista teocratico ha cercato di affermarsi come difensore del mondo mussulmano, in realtà ha solo permesso agli altri paesi del Medioriente di convincersi sempre più della necessità di liberarsi di quegli integralisti.
Il pericolo rappresentato dall’Iran ha indotto, come si è detto, gli stati arabi sunniti più moderati a collaborare con Israele per intercettare i droni che sorvolavano il loro spazio aereo, come ha fatto la Giordania, o comunque ad aiutare gli Stati Uniti, l’Inghilterra e la Francia nella loro azione di supporto; si pensi che i soli Stati Uniti sembra abbiano abbattuto un terzo dei mezzi lanciati dalle linee iraniane.
La cosa grave è la visione religiosa incentrata sulla indifferenza rispetto alla vita, in vista di un futuro paradiso di montagne di pietre preziose, fiumi di latte e miele, e 92 uri sempre vergini da poter stuprare a piacimento, ed altre amenità, dove saranno accolti i martiri della fede, fino a quando sulla terra arriverà il messia e tutti gli uomini saranno finalmente di fede mussulmana.

Il mondo occidentale è da molto tempo abituato a non pensare che le condizioni di benessere nelle quali vive siano una condizione definitiva, mentre gli abitanti dei Paesi del Medioriente moderato stanno raggiungendo e superando quegli stessi livelli di benessere per le ricchezze accumulate e non hanno nessuna voglia di seguire le indicazioni delle gerarchie ecclesiastiche sciite, si veda ad esempio quanto accaduto per le attività sportive e per l’offerta di beni e servizi di lusso, e la progressiva riduzione dei vincoli sulle donne.

L’asimmetria tra le due concezioni religiose porta come conseguenza che l’atteggiamento occidentale sia per il rispetto della vita umana, cosa che risulta insignificante per quel regime che di conseguenza potrebbe intraprendere qualsiasi azione suicida, di singoli o di massa, certi del raggiungimento del paradiso.

Mi auguro solo che i governanti occidentali unitamente ad i nuovi entranti nel club degli aspiranti alla pace ed al benessere sappiano comprendere il rischio che si corre e cogliere al volo l’occasione per indirizzare l’opinione pubblica a prepararsi a difendersi dal pericolo.
Sono convinto che ciò non accadrà, perché i vari politicanti di turno di ogni paese cercheranno di lucrare a proprio beneficio dalla torbida situazione.

 

*già Professore ordinario presso l’Università degli Studi di Salerno

 

Fotografia Pixabay License

Loading

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui
Captcha verification failed!
CAPTCHA user score failed. Please contact us!