Dialoghi sull’immagine: dalla Yale University a Salerno, Francesco Casetti in dialogo con Alfonso Amendola

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di Claudia Izzo-

A Palazzo Fruscione, nell’ambito della VIII edizione dei racconti del Contemporaneo, un nuovo appuntamento firmato Tempi Moderni:  Francesco Casetti in dialogo con Alfonso Amendola.

Sterling Professor of Humanities and Film and Media at Yale University, Francesco Casetti è stato Professore ordinario di Filmologia nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore dove ha diretto il Dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo. Ha insegnato come Visiting Professor presso la Università Paris III, presso la University of Iowa, a Berkeley (dove ha ricoperto la prestigiosa Chair of Italian Culture) e ad Harvard. È stato docente alla Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università della Svizzera Italiana di Lugano, dove ha insegnato “Analisi dei film e degli altri prodotti audiovisivi.

Il Prof Francesco Casetti, partendo da frammenti visivi “cult” ha condotto il suo pubblico, con gli interventi del prof Alfonso Amendola,  in una rilettura delle immagini, tra cinema, libri, iconografia, simboli politici, calcando sulla loro potenza espressiva, per un “viaggio immersivo” di sola andata.

La bellezza non è sempre conciliante e può portare una bellezza cattiva”, ha affermato Casetti riferendosi alla mostra in essere a Palazzo Fruscione da cui si snodano i tantissimi appuntamenti collaterali, “questo ha fatto risaltare non solo il lavoro di Letizia Battaglia ma ciò che vuol dire ancora oggi la Fotografia, l’immagine nei tempi moderni.”

Gloria di Sant’Ignazio (1685) quadratura di Andrea Pozzo

L’excursus di immagini è stato un vagare tra spazi e forme alla ricerca di significato. Si è passati dalla “tensione dell’arte dell’abitare” presente nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio, con gli affreschi di Andrea Del Pozzo, che celebra Sant’Ignazio con una prospettiva “da sott’in su”, che porta ad un “dipinto illusionistico,” come ha commentato Casetti, “immagine che si cala completamente e fa ambiente, con la mobilità di mani e piedi ben evidenti, una falsa prospettiva con un’apertura che viene riempita da uno spazio. Metafora di cos’è la realtà virtuale: uno spazio che ci fa abitare ma che apre a buchi neri”.

Fantasmagoria

Poi tocca alla Fantasmagoria, la forma di teatro  inventato in Francia nel tardo XVIII secolo, diffusasi poi in Europa e in particolare in Inghilterra, che usava una versione modificata della lanterna magica per proiettare immagini spaventose come scheletri, demoni e fantasmi su muri, fumo o schermi semi-trasparenti. “Nel 1798 è Robertson a riprendere la Fantasmagoria e viene messo in scena uno spettacolo definito “sicuro” dal pubblico, la gente pagava per vedere uno spettacolo di fantasmi che- ha affermato Casetti-  sono gli eroi della rivoluzione, appena ghigliottinati. Questi erano luoghi sicuri, porti sicuri da cui vedere la tempesta “

Immediato il parallelo di Casetti, con i social media, luoghi sicuri in cui rifugiarsi, visto che per i ragazzi di oggi tra essere amici sui social o incontrarsi al bar, si preferisce la prima; in un mondo in cui prima di rispondere ad una telefonata si chiede un text, “i social diventano supplementi di sicurezza e di protezione mentre fuori c’è il turbinio della realtà.”

Majestic Theaters di Houston, Texas

Il Majestic Theaters di Houston nel Texas, disegnato da John Eberson è lo spazio illusorio che quest’ultimo ha voluto realizzare. “Gli Atmospheric Theatre”, ha commentato Casetti, “sono una dimensione in cui l’immagine mobile del soffitto di Andrea Del Pozzo e la fantasmagoria si coniugano”.

I corpi poi prendono il sopravvento e Casetti vede in Stanlio e Ollio come in Letizia Battaglia, la riscoperta ed il dialogo dei corpi, ricordando la sequenza a cura di Franco Maresco del “corteo dei pazzi”. I corpi della Battaglia sono struggenti come “La ragazza col pallone”, il barocco che ridiventa tragedia.

Nell’immagine di Life abbiamo l’espressione dell’american style, un effetto di moltiplicazione dell’immagine: il mondo si è fatta immagine e l’immagine si è fatta mondo.

Dall’esterno al privato, le immagini vengono tratte da album di famiglia, temi legati alla vita privata quotidiana, poi dal privato ritorna si ritorna al pubblico con l’immagine del buco nero, in realtà una visualizzazione di dati raccolti: mentre la fantasia della Fantasmagoria è il fantasma che torna, oggi abbiamo fantasie cosmiche.

L’ultima domanda Casetti la pone riguardo al lavoro a cui si sta dedicando, i media protettivi; con Marshall McLuhan i media erano pròtesi del corpo che afferrano, oggi, i media protettivi creano una distanza di sicurezza e questo cosa implica?

 

 

Fotografie di Sergio Del Vecchio

 

 

 

 

 

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