Il Fiore di Loto, il fiore della rinascita

di Antonietta Doria-

Simbolo di purezza dell’anima, di risveglio spirituale, di forza, di capacità di risollevarsi e risplendere nonostante le avversità, il Fior di Loto che sboccia dal fango è il fiore da cui sembrerebbe che si sia originato il mondo. Simboleggia nel linguaggio dei fiori la purezza, la rinascita spirituale, la speranza, la fiducia nel futuro.

Appartenente alla famiglia di fiori chiamata Nelumbo, è una pianta acquatica, che ritroviamo in laghetti, vasche e stagni; estiva, fiorisce tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate.

Il Fiore, composto da numerosi petali generalmente bianchi, rosa o giallo pallido si differenzia dalla ninfea perchè, se quest’ultima ha le foglie che poggiano sull’acqua, nel fior di loto fuoriescono dall’acqua.

Questo affascinante fiore affonda le sue radici nel fango per poi emergere sull’acqua, i suoi fiori che si chiudono durante la notte per aprirsi all’alba e sembrano così voler esprimere tutta la loro bellezza che sta nel restare puri ed incontaminati nonostante le impurità del buio e del fango.

La Padmasana  deriva dall’unione di due parole sanscrite:“Padma”, che significa “Loto”.“Asana”, che vuol dire “Posizione” Yoga del corpo. Nello yoga, come il Loto è in si eleva dalle acque torbide dallo stagno rimanendo puro, così noi esseri umani, possiamo superare gli ostacoli e le difficoltà della vita attraverso un percorso di saggezza e di crescita interiore, senza lasciarci travolgere da ciò che accade nel mondo fenomenico e soprattutto rimanendo fedeli a noi stessi.

Sacro sia per l’Induismo che per il Buddhismo, il Fiore di Loto simboleggia la vita umana, è infatti il fiore che viene associato direttamente alla figura di Buddha. Si racconta che al  passaggio di quest’ultimo nascessero sulla strada tanti Fiori di Loto e per questo Buddha venne raffigurato sorridente, proprio sopra un fiore di loto. Questo fiore rappresenta per il Buddhismo l’integrità del corpo e della parola; la Sutra del Loto è uno dei testi fondamentali di questa religione.

Come fiore è stato inoltre molto presente nel mondo dell’antico Egitto, dove era simbolo di spiritualità, usato durante i riti sacri, e proprio perchè si dice che fosse uscito dal caos eterno, era per gli Egizi simbolo del dio del Sole, indissolubilmente legato, dunque, alla figura semidivina del Faraone.

Nel mondo greco, nell’ Odissea di Omero si racconta che Ulisse ed i suoi compagni avessero conosciuto un popolo si nutriva di questo fiore che aveva la caratteristica di far perdere la memoria tale da indurre i compagni di Ulisse a non voler più continuare il loro viaggio.

La leggenda vuole che una terribile epidemia  colpì una città del Giappone, odierna Kyoto, ed un viandante che arrivò al castello disse ai proprietari che soltanto piantando Fiori di Loto si sarebbero allontanati gli spiriti maligni, responsabili della pandemia. Dopo aver piantato i Fiori nel fossato della fortezza, i proprietari del castello guarirono e ribattezarono il loro castello come “Castello del Loto” che fu ereditato dal figlio dei proprietari che invece ne trascurò i fiori.

Un giorno un samurai vide due bambini che giocavano sul fossato del castello  e cercò di allontanarli dal pericolo ma i bambini si tuffarono nel fossato e non furono più trovati. Un altro samurai vedendo due ragazzi che giocavano lì, pensando che fossero degli spirito malvagi, li colpì con la spada prima di capire che aveva appena ucciso gli spiriti del loto che avevano salvato il castello ed il popolo dalla pandemia. Il samurai decise di compiere l’Harahiki , la cerimonia di suicidio dei samurai.

Gli spiriti del Loto morirono ma i Fiori continuarono a sbocciare per sempre.

Fiore di loto fuxia, primo piano – lago di Monate Mikartphotographer. Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0