Gas & Luce: tra mercato tutelato, liberalizzazioni e Pnrr

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di Pierre De Filippo

Le bollette sono, da sempre, uno dei più grandi spauracchi dei contribuenti, una variabile che rischia di essere spesso impazzita perché derivante da tanti fattori, interni ed esterni. A ciascuno di noi è capitato almeno una volta nella vita di essersi trovato di fronte ad una “bolletta pazza”, di quelle che fatichi davvero a capire come siano lievitate così tanto e, soprattutto, perché.

Esattamente cinquant’anni fa, nell’autunno del 1973, dopo lo scempio della guerra dello Yom Kippur e della successiva ritorsione da parte dell’Opec, che innalzò il prezzo del petrolio, ci trovammo ad affrontare la cosiddetta austerità.

Al governo c’era il doroteo Rumor e l’Italia conobbe le domeniche in bicicletta, le insegne spente ed un grigiore che avvolgeva anche l’anima. Oggi molto è cambiato ma molto altro è rimasto identico: c’è una guerra tra israeliani e palestinesi in atto, i conti pubblici ci preoccupano sempre, l’Italia è grigia e con poche prospettive. Al governo ci sono altri soggetti, altri partiti, ed anche qualche vecchio doroteo.

E c’è ancora il problema delle bollette, quelle del gas e quelle della luce.

Il tema di disputa, oggi, è quello che riguarda il mercato tutelato, nel quale i prezzi delle bollette vengono stabiliti, d’arbitrio ma sempre tenendo conto di parametri precisi quali, ad esempio, il costo della materia prima, da un’autorità, l’ARERA, che si occupa di energia, reti e ambiente. Il governo avrebbe dato seguito alla promessa, inserita come condizionalità nel Pnrr, di restringere le maglie del mercato tutelato e di aprire quello libero, in cui gli offerenti opererebbero in totale competizione tra loro.

L’opposizione, Pd e Sinistra in testa, ed anche l’alleato polemico leghista hanno storto il naso parlando di “tassa Meloni” perché, a parer loro, se un mercato tutelato esisteva era proprio per proteggere alcune fasce di cittadini dalle oscillazioni spesso incomprensibili del costo delle forniture energetiche. Apriti cielo! In Italia, mercato, concorrenza, liberalizzazioni sono temi che hanno fatto sempre paura; nel paese delle corporazioni non c’è spazio per la libera iniziativa privata.

Ma procediamo con ordine facendo due cose: primo, individuiamo bene le responsabilità politiche di questa scelta e, secondo, valutiamola nel merito.

Rispetto al primo tema, fu la prima legge sulla concorrenza, datata 2017, a stabilire che a partire da luglio 2019 il mercato tutelato si sarebbe ristretto (poi diremo a chi) e che le utenze italiane sarebbero state gestite nel mercato libero. Da quel momento, però, tutti i governi che si sono succeduti hanno preferito prorogare questa scadenza.

Il governo Draghi – di cui facevano parte, è bene ricordarlo, sia il Partito democratico che la Lega – ha invece stabilito la fine di queste proroghe e che la liberalizzazione del mercato energetico sarebbe stato un obiettivo del Pnrr. Dunque, il governo Meloni c’entra poco, ha ereditato una decisione, vincolante, presa in precedenza.

Il secondo tema è, invece, quello dirimente: conviene o non conviene stare all’interno di un mercato tutelato? Che garanzie è necessario richiedere? E, soprattutto, per chi continuerà ad applicarsi?

I dati dicono che negli ultimi anni gli utenti del mercato libero hanno pagato meno di quelli del mercato tutelato, il quale funziona se rappresenta uno strumento di garanzia per pochi bisognosi e non se diventa la regola. Certo, sarà importante una corretta campagna informativa per evitare che la competizione si trasformi in sciacallaggio e lotta all’ultimo utente.

Chi resta comunque nel mercato tutelato? I clienti di età superiore ai 75 anni, i soggetti con disabilità, i fruitori di bonus sociali e gli occupanti di abitazioni d’emergenza in seguito a calamità naturali.

Ecco, il senso di un mercato tutelato è proprio quello di garantire i più fragili, non di diventare così ampio da non poter più proteggere nessuno.

Il governo non commetta l’errore di avere paura, non sia titubante. Le Europee sono dietro l’angolo? Pazienza, vada avanti, mantenga la promessa e liberalizzi il mercato. Solo così proteggerà chi davvero ne ha bisogno.

 

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