La pillola del lunedì: Patriarcato o edonismo, fragilità d’identità o paura di non essere accettati ?

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di Luigi D’Aniello-

Qui da noi, con il passaggio da un’economia agricola, organizzazione familiare in cui i figli entravano a far parte del gruppo cui apparteneva il padre, da cui prendevano il nome e i diritti che essi a loro volta trasmettevano ai discendenti diretti o prossimi nella linea maschile, si è passati alla famiglia nucleare e il potere del padre è stato logorato perché costretto ad entrare nel mondo lavorativo e non più a capo dell’azienda familiare.

Inoltre, l’avvento dell’era digitale ha reso l’uomo ancora più un pesce fuor d’acqua, sopravanzato dalle conoscenze dei figli e obbligato a ricorrere in modo impacciato al loro aiuto.

Questa rivoluzione e poi l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro, gli hanno fatto perdere anche il potere economico che usava per legittimare la sua supremazia, così,  attribuire alla mentalità patriarcale del maschio italiano la colpa dei tanti femminicidi, che sono sempre più presenti nelle pagine di cronaca nera, è secondo me un non senso.

Tutta questa violenza contro le donne più che essere causata dalla mentalità patriarcale del maschio va attribuita alla fragilità dell’identità degli uomini, che, impotenti e impauriti, con un profondo smarrimento e con un confuso modo di percepire una realtà in continuo mutamento, vedono la coscienza del loro sé  divenire instabile, imprevedibile, relativa e profondamente tormentata da dubbi.

Inoltre, condizionati dal modello maschilista derivato dal brodo di coltura delle generazioni precedenti sulla presunta convinzione della superiorità dell’uomo nei confronti della donna, oggi, sopravanzati affettivamente e socialmente dalle donne, molto spesso sono portati a reagire con rabbia e odio.

Naturalmente nella maggior parte dei casi tali comportamenti violenti sono perpetrati da uomini privi di cultura, con un edonismo sfrenato, e provenienti da un contesto familiare dove vigeva la cultura della sopraffazione.

Ma, alla luce dei fatti, sono sempre più fermo nella mia convinzione che la maggior parte dei femminicidi siano dovuti, principalmente, anche all’incapacità da parte degli uomini di accettare di essere rifiutati.

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