Il missile di Ustica tenta di abbattere il Governo

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di Giuseppe Moesch*

Si susseguono le prese di posizione e le dichiarazioni più o meno interessate sulle dichiarazioni dell’ex Presidente del Consiglio in merito al cosiddetto incidente di Ustica del 27 giugno del 1980.

Sembrerebbe singolare se non addirittura bizzarro che un uomo considerato di alta levatura sia dal punto di vista scientifico che per i ruoli istituzionali assunti in passato e che ancora oggi occupa, dopo 43 anni si sia ripreso dall’amnesia che l’aveva colpito, ed abbia finalmente rivelato quanto era a sua conoscenza.

Si tratta certamente di un fatto meritorio e non certo nuovo, ma ci porta alla memoria una storia che risale al periodo tra il 1927 e il 1931, quando fu ritrovato un uomo che non ricordava più niente del suo passato, che fu ricoverato nell’ospedale di Collegno. Il tribunale decise trattarsi di un latitante, Mario Bruneri, e non del professor Giulio Canella, filosofo disperso in guerra.

Il Bruneri insieme alla moglie di Canella se ne andò in sud America ed ebbe anche altri figli ma si comprese, dall’analisi del loro DNA, l’incompatibilità con quello degli altri figli nati in precedenza dal filosofo.

Da allora lo «smemorato di Collegno» divenne lo smemorato per antonomasia, e l’espressione entrò nell’uso comune per indicare «una persona molto disattenta, che dimentica qualsiasi cosa» o «chi finge di non capire», «chi fa il finto tonto» (Dizionario della memoria collettiva. Usi evocativi, allusivi, metonimici e antonomastici della lingua italiana, Zanichelli).

Non abbiamo notizia di traumi così significativi per il caso in questione, quindi non rimane altro che il tentativo di spiegare cosa mai sia avvenuto per spiegare l’interesse di Repubblica per riaprire un caso archiviato e perché oggi sia apparsa la presa di posizione di che in passato non aveva rivelato quelle notizie così apparentemente rilevanti.

Se provassimo ad analizzare la notizia con un pizzico di malizia, potremmo forse ricordare come le relazioni tra l’attuale governo italiano e quello francese non siano particolarmente buone su diversi temi, e come venendo sempre meno lo stretto rapporto della Francia con la Germania in crisi, la scelta di riaprire un caso così delicato, potrebbe spingere l’opinione pubblica a sollecitare una presa di posizione del nostro Paese nei confronti dello storico alleato.

Una scelta in questa direzione servirebbe molto alla sinistra nelle cui fila militano i protagonisti della storia, e potrebbe migliorare di molto la condizione di quella parte politica che vede nelle elezioni europee la data nella quale si confermerà la definitiva sconfitta di politiche scellerate che hanno portato il Pese al disastro socio economico dal quale dobbiamo venir fuori.

*già Docente Ordinario Università degli Studi di Salerno

 

 

 

Illustrazione medica italiana, 1929. Immagine di Pubblico Dominio

 

 

 

 

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