I buchi neri della politica

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di Giuseppe Moesch*

Se l’onorevole Schlein avesse scritturato Salvini per darle una mano a risollevare le sorti del PD e della Sinistra in generale, credo che oggi dovrebbe pagare una grossa parcella.
La decisione del leader della Lega, considerata quantomeno bizzarra dai suoi compagni d’avventura, di candidare il generale Vannacci alle elezioni Europee, appare alla stregua di un autogol peggiore di quello giocato nella partita per il Presidente della Repubblica.

Le esternazioni odierne del campione Vannacci appena sceso in campo, hanno lasciato attoniti gli ascoltatori: infatti nelle sue prime dichiarazioni ci sono tutti gli elementi di chiara natura nazista che gli permetteranno, ove fosse eletto, di sedere con orgogliosa dignità al fianco dei deputati proposti dal partito di Orban.

Dagli italiani che sono di pelle bianca, alle classi differenziate basate sulle attitudini psico fisiche dei giovani, ed altre simili amenità, il generale è un fiume in piena che persino leghisti di bocca buona rifiutano di accettare.
Ascoltando le sue parole non è difficile pensare che la cosa possa essere stata concordata con la Schlein ed il Pontefice, stante anche le dichiarazioni del massimo esponente della CEI.

Credo che nessuna persona di buon senso possa condividere quelle esternazioni e che la conseguenza non sia il semplice ridimensionamento della Lega, ma il rifiuto delle urne o peggio ancora l’appoggio al PD o al M5S.

Per fortuna che c’è chi sa compensare queste tendenze scioviniste, come è accaduto con l’esternazione di Michele Riondino che ha pubblicato una vecchia foto raffigurante il Presidente del Senato Ignazio La Russa a testa in giù.

Devo dire che la politica che ho amato e che continuo a considerare come la più alta espressione della democrazia, non risponde più a quelle regole elementari di deontologia sociale a cui eravamo adusi in passato, pur in presenza di tremende storture.

La corsa al potere in assenza di valori ideali porta anche ad accettare, alla maniera dei più becereschi esemplari di influencer visti all’opera recentemente, che si faccia uso di ogni trucco pur di accaparrare un voto.

Oso sperare che le cose non siano così, tuttavia non trovo una via d’uscita in quanto al moltiplicarsi di una accozzaglia di sigle nominalistiche non appare possibile offrire un dono così prezioso come il voto a nessuno degli ipocriti venditori di fuffa.

 

*già professore Ordinario presso l’Università degli Studi di Salerno

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