Taccuino di viaggio –
di Valeria Saggese
La magia di Praga la si assapora non appena si mette piede nella città. Le luci fioche della sera, il clima rigido, l’architettura gotica del centro storico fanno ritornare vivo il passato, quando era popolata da astronomi, maghi, astrologhi e alchimisti. Il mio hotel è vicino a piazza Venceslao, nel quartiere Nové Město (città nuova). Da qui a piedi si arriva facilmente a Staré Město dove c’è la famosa piazza della città vecchia, con il vecchio municipio, la Chiesa Santa Maria di Tyn e il meraviglioso orologio astronomico. Sembra di essere incastonati in un gioiello, ogni decoro illumina gli occhi dei passanti, è impossibile restare indifferenti a tanta bellezza.
Prima di perdermi tra i dettagli degli edifici, voglio guardare la città dall’alto così salgo su una delle torri cittadine, quella di Jindřišská. Alta 66 metri, nel sottotetto ha un caratteristico carillon formato da dieci campane di bronzo fuso e da lì si può ammirare un panorama di Praga fantastico. Prašná brána (gotica torre delle Polveri) è l’accesso alla città vecchia.
Sono a Praga con una mia cara amica, Marianna. Lei è un’accompagnatrice turistica e più di me è sempre in giro per l’Europa. Questa è la volta della città dallo spirito bohémien per eccellenza. E noi due lo spirito bohémien ce l’abbiamo eccome! E’ il suo compleanno così, per festeggiare, saliamo sulla Terrazza dell’ hotel U Prince. Un posto incantevole. Qui si può cenare oppure bere semplicemente qualcosa. Fa freddissimo, ma anche se siamo all’aperto l’ambiente è riscaldato benissimo da potenti stufe e poi su ogni seduta c’è una coperta di pile anche se, a dire il vero, ciò che riscalda di più è la vista di Praga illuminata. La terrazza dà su piazza dell’Orologio, ma da qui si vede anche il castello che si trova a Malá Strana, quartiere situato dall’altro lato del fiume Moldava.
I negozi dei famosi cristalli si alternano con le gioiellerie: I granati di Boemia incastonati in parure particolarissime rispecchiano la bellezza della città. Per andare a Malá Strana bisogna attraversare il Ponte Carlo. Poche volte sono rimasta totalmente senza parole e questa è una di quelle volte. Attraversarlo è un’esperienza unica ed essere lì al crepuscolo, quando si accendono i lampioni, è una delle cose che consiglio a tutti di fare almeno una volta nella vita. Qui si intrecciano leggende e toccare alcune delle trenta statue poste sui lati, porta fortuna, come nel caso di quella dedicata a S. Giovanni Nepomuceno.
Arrivate dall’altro lato ci accoglie la cattedrale di San Nicola e proprio di fronte c’è lo storico palazzo dei Liechtenstein dove si tiene un concerto di musica classica. Praga non è soltanto città bohémienne dalla magia bianca, ma è anche città delle musica e ovunque ci sono concerti. Il concerto a palazzo è tenuto da alcuni professori della filarmonica che con i loro archi suoneranno Mozart, che a Praga ci ha vissuto e i boemi Smetana e Dvořák. Imperdibile. Compriamo subito i biglietti. Nel pittoresco quartiere ci sono tanti negozi di musica, d’altronde un proverbio ceco dice che ogni Boemo é un musicista. Per le strade si sente anche il jazz e la qualità è altissima. Salendo ancora si arriva a via Nerudova; la strada in cui visse lo scrittore ceco Jan Neruda, da cui il poeta cileno Pablo si ispirò prendendo il suo nome. Altro pilastro della letteratura della città è senza dubbio Kafka, a cui è dedicato un museo.
Due occhi non bastano per ammirare Praga perché in meno di 500 kmq sono racchiusi pezzi meravigliosi di architettura che spaziano dal gotico, al barocco all’art nouveau, al cubismo, neoclassico e ultramoderno. Dal castello si può guadare in basso e vedere la città da un’altra prospettiva. Accanto c’è la maestosa Chiesta di San Vito. Il freddo si fa sentire e così alterniamo succhi caldi alla pera con la tipica cioccolata calda che fanno in vari modi. Da non perdere anche il quartiere ebraico con le sue sinagoghe. In zona si trovano tanti ristorantini tipici di cucina ceca e con pochissimi euro si può mangiare un ottimo gulash e assaggiare il gelato alla birra. Ovviamente consiglio di pagare con la corona svedese.
Tornando nella città nuova, attraversando questa volta la Moldava dal quartiere di Kampa che consiglio di vedere, arriviamo al teatro Nazionale di Praga. Un isolato più avanti, in pieno contrasto con lo stile architettonico c’è la “casa danzante”, un’opera realizzata nel XX secolo, progettata dall’architetto V. Milunić in cooperazione con Frank Gehry. Un perfetto esempio di come il moderno può entrare in sintonia con l’antico.
Foto a cura di Valeria Saggese