Nella giornata del primo aprile si è tenuto, presso l’Università degli Studi di Salerno, un incontro nel corso del quale sono intervenuti Alfonso Amendola, professore di Sociologia dell’Immaginario Tecnologico e Annamaria Sapienza, professoressa di Storia del Teatro Contemporaneo all’Università degli Studi di Salerno e Dario Tomasello, professore di Letteratura Italiana Contemporanea dell’Università di Messina.
Durante l’evento Performance, teatro e cognitive poetics della scena italiana, si è partiti dal libro del docente Tomasello “Playtelling. Performance narrative nell’Italia contemporanea”, per affrontare il tema dei performance studies: “negli ultimi trent’anni abbiamo assistito, a partire dalle fortunate tesi di Richard Schechner, all’imporsi inesorabile delle teorie della performance, intese come paradigma epistemologico ad ampio spettro.
Il volume intende analizzare la narrazione nei suoi espliciti nessi con l’azione, playtelling appunto, esaminata come testimonianza transeunte che rivendica il primato non effimero di una presenza dal vivo. Un’accurata campionatura di esempi eterogenei, ma ugualmente resistenti, ci permetteranno di ridiscutere, anche alla luce della Cognitive Poetics, nozioni come il tempo del racconto e, soprattutto, la relazione intricata tra il testo e la dimensione orale della performance.”
All’interno del libro stesso la nozione di performance, presente in modo capillare nel dibattito culturale contemporaneo, viene declinata da un orizzonte disciplinare relativamente nuovo, che è quello dei performance studies, che rivolgono l’attenzione non soltanto alle arti performative e al teatro, ma a tutto l’orizzonte delle questioni dei comportamenti socialmente codificati, come può essere una lezione universitaria.
I performance studies si soffermano sulle azioni, e le azioni stesse degli esseri umani sono legate a quello che Svhechner definisce “comportamento recuperato”, secondo il quale ogni comportamento consiste nel ricombinare frammenti di comportamenti già messi in atto precedentemente.
Il playtelling, quindi, può riguardare diverse forme e, in questo caso, la parola si offre all’azione evocativa, com’era quella degli antichi greci che non descriveva ma evocava spalancando la visione dello spettatore a infiniti mondi. Tutto questo indica un orizzonte contemporaneo che tra racconto, poesia e performance scompagina qualsiasi gabbia di genere e ci suggerisce delle riflessioni di cui si parlerà sempre.
“A partite dalla nozione di Storytelling (estremamente centrale nei processi della contemporaneità) Dario Tomasello spinge verso l’indagine del teatro e della performance. Lavorando attorno ai grandi capitoli dei Cuntisti Siciliani tra oralità, scienze cognitive e performance studies. Un incontro che ha saputo offrire ai nostri studenti l’occasione di una importante riflessione tematica e di una innovativa prospettiva di ricerca teatrale” – commenta il professore Amendola a conclusione dell’incontro.