Il Bacio di Luisa Spagnoli

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La miniserie RAI celebra la storia dell’imprenditrice perugina- di Francesco Fiorillo-

“Chi agisce, fallisce”. Questa è l’ammonizione che riceve dalla cognata la giovane Luisa Spagnoli, all’inizio della sua attività imprenditoriale. Certo, perché nell’Italia dei primi del novecento non è pensabile che una donna metta a rischio la sua stabilità economica per investire in una bottega di confetti, oltretutto all’insaputa del marito. Ma Luisa non è una donna qualsiasi, e non è disposta a farsi da parte in un mondo di uomini: ha una mente brillante e una grande intraprendenza, e lo dimostrerà creando la più famosa industria dolciaria italiana, contro qualsiasi scommessa.

 

Con la fiction Luisa Spagnoli, andata in onda lo scorso martedì, la RAI ha ricordato la straordinaria figura dell’imprenditrice perugina, una donna che con le sue invenzioni e iniziative ha plasmato una fetta importante della cultura popolare italiana. La Perugina, i Baci, le caramelle Rossana, sono tutt’ora parte integrante del nostro immaginario, testimonianze di un’eccellenza che è anche la nostra Storia.

E’ Luisa Ranieri a dare il volto alla protagonista, e lo fa con la sua solita vitalità e dolcezza, forte di un cast di contorno solido (su tutti Vinicio Marchioni nel ruolo del marito Annibale, e Massimo Dapporto e Matteo Martari nei ruoli rispettivamente di Francesco e Giovanni Buitoni), e una ricostruzione storica realistica e attenta ai dettagli. Ma più della recitazione e delle scenografie, quello che risalta è la storia di un vero e proprio genio imprenditoriale.

Luisa era una donna moderna e anticonvenzionale; partì dal basso rilevando una drogheria con il marito, e in breve tempo il successo della sua attività attirò le attenzioni della famiglia Buitoni, con i quali fondò la “Società Perugina per la Fabbricazione dei Confetti” nel 1907, con solo quindici dipendenti. Al termine della prima guerra mondiale, i dipendenti erano un centinaio, e la leggenda era appena cominciata. Avvalendosi della collaborazione di artisti come Federico Seneca, la società riuscì a farsi strada attraverso la concorrenza spietata delle grandi aziende cioccolatiere italiane grazie a delle strategie di marketing davvero innovative per l’epoca.

Si pensi ad esempio al famoso Bacio Perugina: per la sua presentazione e confezionamento, Seneca rielaborò il quadro di Francesco Hayez “Il bacio”, e creò la ormai iconica scatola blu con l’immagine dei due innamorati. Per non parlare dell’idea geniale di inserire bigliettini con frasi d’amore nelle confezioni dei cioccolatini: è incredibile pensare che dopo quasi cento anni (il Bacio venne creato nel 1922), questo dolce sia ancora il regalo di San Valentino per eccellenza. Leggenda vuole che Seneca creò i bigliettini ispirandosi ai cartigli che Luisa scriveva di nascosto a Giovanni Buitoni (con il quale ebbe una turbolenta relazione extraconiugale).

Tante altre furono le innovazioni dell’azienda dolciaria: vale la pena ricordare la fondazione dell’asilo nido dello stabilimento di Fontivegge (il più avanzato d’Europa), la manifestazione motoristica “Coppa della Perugina”, organizzata per quattro volte dal 1924 al 1927, e il concorso legato al programma radiofonico I quattro moschettieri, con le celebri figurine disegnate da Angelo Bioletto (fra cui l’introvabile Feroce Saladino) e un montepremi che metteva in palio anche una Topolino FIAT.

Ma il genio di Luisa Spagnoli non si esaurì nel solo campo dolciario: nel primo dopoguerra si lanciò anche nell’impresa dell’allevamento dei conigli d’angora, dai quali ricavava lana per filati pettinandone delicatamente il pelo. Nel sobborgo di Santa Lucia fondò l’Angora Spagnoli, dove venivano prodotti scialli, boleri e indumenti alla moda. Nel 1947 il figlio Mario fondò la “Città dell’Angora”, attorno alla quale si sviluppò una comunità autosufficiente. Fu poi il nipote Lino a sviluppare la rete commerciale della famosa maison Luisa Spagnoli, oggi presente in tutto il mondo.

Insomma, del genio dell’imprenditrice perugina, e del segno che ha lasciato nella nostra storia, sappiamo molto. Ma cosa sappiamo della Luisa donna? Della sua vita, dei suoi amori, delle sue emozioni? E’ qui che la miniserie RAI cerca di contribuire di più, specialmente nel delineare con delicatezza la difficile storia d’amore con Giovanni Buitoni. Un amore proibito, perché consumato all’ombra del matrimonio, ma anche scandaloso per via della differenza di età: Buitoni era più giovane di 14 anni. I due si amarono in modo profondo, ma anche riservato (non andarono mai a vivere insieme); Giovanni le rimase vicino fino alla fine, quando la fece trasferire a Parigi perché potesse avere le migliori cure per il tumore alla gola che le era stato diagnosticato.

Le ultime scene sono commoventi: le arie de La bohéme accompagnano Luisa nel suo ultimo viaggio verso la capitale francese. Sulle note di Che gelida manina, la vediamo dire addìo con lo sguardo a tutte le persone più importanti della sua vita, per l’occasione riunite sulla banchina della stazione per salutarla. E una volta giunta a Parigi, sulle note di Sono andati? Fingevo di dormire, Luisa si spegne infine davanti all’amato Giovanni. Fino all’ultimo, accanto a lei.

Il bacio è un dolce trovarsi dopo essersi a lungo cercati.

(Anonimo)

 

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