-di Gennaro Saviello-
Nel 1871, mentre a Salerno terminavano i lavori di costruzione del nuovo teatro, Giuseppe Verdi edificava il suo terzultimo monumento: Aida. L’opera, musicata sui versi del librettista Antonio Ghislanzoni, andò in scena al Teatro dell’Opera del Cairo il 24 Dicembre del 1871 a due anni dall’ evento che ne aveva generato la produzione – l’inaugurazione del Canale di Suez (17 Novembre 1869) – ed ispirato il verdiano vicerè d’Egitto che, di fatto, contrassegnò i festeggiamenti per l’inaugurazione della grande opera ingegneristica con la messa in scena di ben cinque opere di Verdi: Rigoletto, Il trovatore, Ernani, La traviata, Un ballo in maschera.
La prima italiana, invece, fu riservata al Teatro alla Scala (8 Febbraio 1872) mentre al San Carlo di Napoli arrivò, con il Maestro in persona, il 30 marzo del 1873.
L’occasione dette anche la possibilità alla cerchia degli noti amici napoletani di caldeggiare la nomina di “Direttore” del Conservatorio di Musica partenopeo (non accettata da Verdi) e di commissionare all’ allora esordiente Vincenzo Gemito un busto del Maestro, realizzato prima in terracotta e poi in bronzo (oggi conservato a Villa Verdi di Sant’Agata – Villanova sul Arda).
Il Ventennale dalla prima de Il Cairo, la stagione 1890-1891, fu festeggiato a Salerno: Aida era nel ‘cartellone verdiano’ di quell’anno – in cui spiccavano anche Il trovatore e La forza del destino – che donava alla città l’aurea di “ultima” piazza verdiana (in senso cronologico), fecondando il terreno per l’intitolazione del nuovo teatro salernitano a Giuseppe Verdi, avvenuta a tre anni dalla morte del Maestro.
Questa straordinaria stagione salernitana è documentata sul giornale La Provincia – Gazzetta di Salerno, all’epoca diretto dall’avvocato Pasquale Naddeo. Da Febbraio ad Marzo 1891 si susseguono le “note teatrali” che ci permettono di ricostruire l’ allestimento ed il Cast dell’epoca, per un totale di cinque messe in scena, due a febbraio e tre a marzo (rispettivamente 25 e 26; 7,23 e 24).
Sul palcoscenico, diretti dal maestro Vincenzo Grandino, nel ruolo di Aida cantava Erminia Giunti Barbera – ritenuta una delle migliori interpreti della protagonista melodrammatica – affiancata dalla giovane Lucia Cavallini nel ruolo di Amneris. Le parti maschili erano divise tra Giuseppe Vilalta (Radames), Achille Moro (Amonastro) e i bassi Rotoli e Sternaiuolo. Le scene furono curate da Matteo Casella mentre i costumi dal notissimo Carlo Guillaume, attivo come direttore del vestiario anche al Teatro San Carlo di Napoli ed autore di una importantissima e copiosa collezione di figurini teatrali, oggi conservata nella Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli.
La presenza di questo noto scenografo e costumista a Salerno, insieme a rinomati cantanti, mostra una particolare attenzione da parte dell’Impresa salernitana nel reclutare figure di spicco, affermate negli ambienti e capaci di assicurare il giusto successo di pubblico e di critica agli spettacoli salernitani, nel circuito produttivo italiano sul finire dell’Ottocento.
Il Teatro Giuseppe Verdi di Salerno
(Foto tratta da) https://www.libreriapeterpan.it/salerno-teatro-verdi-p-43143.html
Collezione Carlo Guillaume – Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli
(Digitalizzazione tratta da: http://www.internetculturale.it/it/41/collezioni-digitali/26307/raccolta-di-figurini-dei-reali-teatri-di-napoli)
Collezione Carlo Guillaume – Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli
( Digitalizzazione tratta da: http://www.internetculturale.it/it/41/collezioni-digitali/26307/raccolta-di-figurini-dei-reali-teatri-di-napoli)
UNA FONTE DI SAPERE CHE CON GRANDE PRATICITA’ – L’AUTORE – METTE A DISPOSIZIONE DEL LETTORE CHE RIMANE APPESO ALLA LETTURA SINO ALLA FINE QUANDO SI ARRICCHISCE DI NUOVE EMOZIONI. UN AMANTE DEL MELODRAMMA ED UN VERDIANO ACCANITO – MARCELLO