Circuito Teatro Pubblico Campano, tutti gli appuntamenti dal 13 al 19 dicembre 2021

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Spettacoli in Campania

-Paolo Caiazzo in Terroni si nasce ed io lo nacqui… modestamente, scritto e diretto da Paolo Caiazzo

E’ chiara ed evidente la citazione omaggio al principe della risata ed alla sua battuta cinematografica “Signore si nasce, ed io lo nacqui… modestamente”. Il termine “Terrone” inserito nel titolo è una dichiarazione d’amore per le mie origini, ed io, come contadino della mia “Terra”, intendo coltivarla! Con leggerezza ed il supporto di musicisti in scena racconto la mia Meridionalità. Monologhi, poesie e canzoni per uno spettacolo di incalzante divertimento e riflessioni sulla Terronia, sui suoi pregi ed i suoi difetti. Ma non solo Sud! Anche attualità, politica nazionale ed internazionale per commentare comicamente la vita di tutti i giorni, vizi e manie dei nostri tempi ma sempre con la filosofia che la mia terra ci ha regalato. Non può mancare in scena il mio alter ego televisivo Tonino Cardamone ed il suo motto: “’a capa mia nun è bona”. A lui è affidata la parentesi della follia dei saggi con la saggezza della sua follia. Più che uno spettacolo è una “Mission” sempre più “Impossible” ai giorni d’oggi: Divertire e divertirsi. Ma bisogna tentare, anche su tematiche serie e drammatiche, senza prendersi tanto sul serio, perché sono sempre più convinto che affrontare un problema disposto a riderci su, è probabile che tu possa vincere, se ti abbatti e ti disperi… hai già perso. Paolo Caiazzo

-Fondazione Teatro della Toscana, Best Live presentano Elena Sofia Ricci, Gabriele Anagni in La dolce ala della giovinezza di Tennessee Williams, traduzione Masolino d’Amico scene, costumi e regia Pier Luigi Pizzi e con  Chiara Degani, Flavio Francucci, Giorgio Sales, Alberto Penna, Valentina Martone, Eros Pascale, Marco Fanizzi musiche composte da Stefano Mainetti light designer Pietro Sperduti

Scritta nel 1952 e debuttata a Broadway nel 1959, “La dolce ala della giovinezza” parla del gigolo Chance Wayne che torna nella sua città natale in Florida con la star in declino Alexandra Del Lago per cercare di riprendersi quello che aveva lasciato nella sua giovinezza, Heavenly, il suo primo amore.

La proposta del Teatro della Toscana di pensare a un progetto di regia per La dolce ala della giovinezza è stato di grande stimolo e dopo un’attenta lettura, ho accettato, forte del fatto che avrei avuto la presenza nel cast, di Elena Sofia Ricci, nel ruolo della protagonista.
Come d’abitudine il mio progetto comprende l’ambientazione e i vestiti. Williams ha una straordinaria abilità a costruire personaggi femminili al limite del delirio, sul bordo dell’abisso.

Alexandra del Lago, star del cinema in declino, non più giovanissima, alcolizzata e depressa, in fuga da quello che crede un insuccesso del suo ultimo film, cerca un rimedio alla solitudine nelle braccia di un gigolò, giovane e bello, un attore fallito in cerca di rilancio, ma destinato ad una triste fine, una volta che ha perduto il suo unico bene, la gioventù. Ma Williams, da grande drammaturgo è capace sempre di stupirci.Pier Luigi Pizzi.

Cinema Teatro Italia di Eboli Info 0828365333 Martedì 14 dicembre, ore 20.45

Teatro Umberto di Nola info 0815127683, 0818231622, Venerdì 17 dicembre, ore 20.45

 Teatro Minerva di Boscoreale Info 3392401209 – 3381890767 Domenica 19 dicembre, ore 18.30

Teatro Ricciardi di Capua Info 0823963874 Martedì 14 dicembre, ore 20.30

Teatro Eduardo De Filippo di Agropoli Info 3247879696 Mercoledì 15 dicembre, ore 20.45

Teatro Delle Rose, Piano Di Sorrentoinfo 0818786165 Giovedì 16 dicembre, ore 21.00

Inaugurazione stagione teatrale 2021/2022

Golden Show srl in collaborazione con Koan Concept House presentaMio figlio sa chi sono di Paolo Coletta e Silvana Totàro con Gea Martire regia e musiche Paolo Colettaaiuto regia Serena Marziale Interno disabitato di un appartamento alto-borghese. A tre giorni dalla morte del figlio avvenuta proprio in quella casa, Nicole torna per incontrare Vincent, l’amico di una vita svanito nel nulla dalla tragica scomparsa del ragazzo.

L’uomo tarda ad arrivare, così dalle stanze vuote riaffiora il ricordo di un vita.Come in un gioco di matrioske, la verità dei fatti accaduti la notte di tre giorni prima si dipana insieme al disvelamento della storia di Nicole e di Vincent. Ma chi è davvero Vincent? E perché non si presenta? Mescolando passato, presente e futuro, Nicole ricompone i pezzi del puzzle, in una sequenza parallela al racconto fondativo della civiltà occidentale – quello della Sacra Famiglia -, praticandone una sua personale riscrittura eretica.

Paolo Coletta con la collaborazione di Silvana Totàro – filosofa e psicoterapeuta – scrive per Gea Martire un personaggio dai tratti forti e inequivocabili. La storia di una donna alle prese con gli ultimi giorni del proprio figlio tossicodipendente. Una famiglia importante, una vita e una carriera felice. Un amico d’infanzia che l’accompagna da sempre, un figlio ingombrante. La Chiesa e la religione. E, come in uno specchio rifrangente, la vita di una madre fuori dagli schemi. Un thriller.

Sala Pasolini di Salerno Info 0895618707, Mercoledì 15 dicembre, ore 21.00

-Teatro Diana Centro di Produzione Teatrale presenta Mettici la mano la nuova inedita commedia di Maurizio De Giovanni con Antonio Milo, Adriano Falivene, Elisabetta Mirra scene Toni Di Pace, costumi Alessandra Torella, musiche Marco Zurzolo, disegno luci Davide Sondelli, regia Alessandro D’Alatri

Dopo la lunga stagione dei teatri chiusi è una gioia poter annunciare il mio ritorno sulle tavole del palcoscenico. Un ritorno che segna anche una continuità artistica inedita per me: questo nuovo progetto nasce come una costola della saga de “Il commissario Ricciardi”, dopo il successo della serie televisiva a cui ho lavorato.

Dalla straordinaria e immaginifica penna di Maurizio de Giovanni, due tra i volti più colorati si staccheranno dalle vicende del filone corale del Commissario e torneranno a raccontarsi con il pubblico, ma questa volta dal vivo: il brigadiere Maione e il femminiello Bambinella. Due figure che non fatico a descrivere come “maschere”, unici tra i personaggi dei romanzi ad indossare un costume: uno con il rigore della divisa e l’altro con la leggerezza della femminilità travestita. La vicenda manterrà la sua ambientazione napoletana, città che continua amorevolmente a vivere nella mia esperienza, raccontata in un periodo temporale diverso da quello dei romanzi. Qui troveremo una Napoli devastata dalle conseguenze del nazifascismo, martoriata dagli allarmi e dai bombardamenti, ma mai priva di quella carica di umanità e di amore per la vita. Medesimi saranno i due attori che hanno interpretato la serie tv: Antonio Milo e Adriano Falivene.

Una garanzia artistica in equilibrio tra dramma e commedia che sicuramente restituirà al pubblico la gioia di ritornare in platea. La novità è Elisabetta Mirra nel ruolo di Melina, straordinario sguardo sul sacrificio femminile di quell’epoca. Medesimi saranno anche i reparti artistici che mi affiancheranno in questa nuova avventura: chi ha amato i romanzi e la fiction ritroverà la stessa poetica e lo stesso divertimento. A completare la magia ci saranno le musiche di Marco Zurzolo. Aggiungo il piacere e l’orgoglio di collaborare con il teatro Diana, un’istituzione nella storia del teatro napoletano.Alessandro D’Alatri

Cinema Teatro Modernissimo di Telese Info 0824976106 Giovedì 16 dicembre, ore 20.30

Teatro Politeama di Torre Annunziata Info 0818611737 – 3381890767, Sabato 18 dicembre, ore 20.30

Primavera del 1943, a Napoli. Una tarda mattinata di sole, in cui la gente di un quartiere popolare tenta faticosamente di trovare una parvenza di vita normale, viene squarciata dalle sirene: arrivano gli aerei alleati, c’è il pericolo di un nuovo devastante bombardamento. La scena è un vano interrato in tufo, uno scantinato che fa da rifugio improvvisato per proteggersi dalla morte che viene dal cielo. In un angolo del locale una statua della Madonna Immacolata, miracolosamente scampata alla distruzione di una chiesa e in attesa di nuova sistemazione, davanti alla quale brilla qualche lumino a testimonianza del fatto che la gente del quartiere va a visitarla saltuariamente anche lì.

E’ qui che si ritrova una strana compagnia, riunita dalla necessità di riparo: il primo ad arrivare è Bambinella, un femminiello che sopravvive esercitando la prostituzione e che conosce tutto di tutti, sia per una naturale propensione al pettegolezzo, sia perché le persone vanno a confidarsi con lui, secondo una consolidata tradizione popolare.

Poco dopo arriva il brigadiere Raffaele Maione, che ha appena arrestato Melina, una ventenne che ha sgozzato nel sonno il marchese di Roccafusca, un ricchissimo nobile il cui palazzo si trova a poca distanza e nel quale la ragazza faceva la cameriera. Mentre fuori la porta in cima alle scale le voci della gente si trasformano in un pauroso silenzio e poi nel progressivo avvicinarsi del fragore delle bombe, mentre l’imminenza della possibile morte diventa sempre più vicina, il dialogo tra i tre occupanti il rifugio improvvisato si fa sempre più profondo e serrato.La Madonna, muta e addolorata, verrà chiamata in causa mentre apprendiamo in maniera frammentaria cosa è realmente accaduto nel palazzo di Roccafusca e perché, e come Bambinella si trasformerà in avvocato difensore e Maione nell’accusa di un processo che vedrà nella statua di gesso un giudice silenzioso e tuttavia accorato.

Le esplosioni, sempre più vicine, terribili e minacciose, accompagneranno la comprensione della realtà e una serie di riflessioni, da differenti punti di vista, sulla vita, sulla morte, sulla famiglia, sulla giustizia e sulla fede in Dio. E anche in merito alla fame, allo stato di necessità e all’arroganza del potere. Maione, Bambinella e la loro strana, assurda amicizia a distanza di dieci anni dall’ultima volta che li abbiamo incontrati con Ricciardi, a confronto col momento più buio e terribile della storia della città.Maurizio de Giovanni

AG Spettacoli, Tradizione e Turismo presentano Non c’è niente da ridere di Peppe Barra e Lamberto Lambertini con Lalla Esposit

musicisti Pasquale Benincasa, Giuseppe Di Colandrea, Agostino Oliviero,Antonio Ottaviano, Giorgio Mellone, Gianluigi Pennino musiche Giorgio Mellone, scene Carlo De Marino
costumi Annalisa Giacci, luci Francesco Adinolfi assistente alla regia Francesco Esposito
regia Lamberto Lambertini

“Vi fa molto ridere questa mia poesia? – dice l’Attore al pubblico che si sbellica – Ci ho messo cinque anni per scriverla!” Qui sta la chiave di questo spettacolo, da qui il titolo: Non c’è niente d ridere. Uno spettacolo al contrario che incuriosisce, sorprende e diverte, fin dalla prima scena. Anche la scenografia raffigura un teatro visto dal punto di vista degli attori, con il sipario, le quinte, da dentro, con i palchetti accesi come fondale e le luci della ribalta accese contro di noi.

In questo spazio irreale si avvicendano un Attore e un’Attrice (Peppe Barra e Lalla Esposito). Macchiette, canzoni, monologhi del vecchio Varietà e surreali parodie del teatro classico napoletano, rappresentano le situazioni drammatiche della coppia teatrale, fino all’inatteso finale pulcinellesco, di comica e malinconica poesia.

L’Attore veste il panni di Pulcinella morto che scende in terra per vedere che fine ha fatto la sua Colombina, che invece ritrova furiosa perché si credeva abbandonata. Piano piano, sull’onda dei ricordi, sommersi dalla nostalgia di un’epoca perduta, che non tornerà mai più, tre bisticci, dolci parole d’amore e duetti, si abbracciano per andarsene insieme in Paradiso. Uno spettacolo dal ritmo incalzante, per i continui cambi di scena, di luce, di costume, di linguaggio, uno spettacolo d’Attore, come si diceva un tempo, sostenuto e arricchito dalle musiche dal vivo. Peppe Barra e Lamberto Lambertini, di nuovo insieme, vogliono offrire al pubblico uno spettacolo che, con lo stesso spirito di quel Teatro che insieme con l’indimenticata Concetta Barra, riuscì, per dodici anni, in Italia e nel mondo, a coniugare l’applauso del pubblico con l’esultanza della critica, la risata con la commozione, la leggerezza con la cultura, la raffinatezza con la volgarità.

Oggi più che mai, dopo tanti mesi oscuri e difficili, pubblico desidera divertirsi, soprattutto nel senso di essere trascinato fuori dal tempo e dalla realtà, perché il vero teatro, si sa, è sempre più bello della vita vera, perché sul palcoscenico persino la morte è per finta.

Teatro Di Costanzo Mattiello di Pompei Info 3381890767, 3337361628, Da venerdì 17 a domenica 19 dicembre (feriali ore 20.30, festivi ore 18.15)

Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo, in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana presentano Mine vaganti, uno spettacolo di Ferzan Ozpetek conFrancesco Pannofino, Iaia Forte, Erasmo Genzini, Carmine Recano e con Simona Marchinie (in o.a.)Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Francesco Maggi, Luca Pantini, Edoardo Purgatori, scene Luigi Ferrigno, costumi Alessandro Lai, luci Pasquale Mari. Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici**2 David Di Donatello **5 Nastri D’Argento **4 Globi D’Oro**Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York**Ciak D’Oro come Miglior Film

Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico? Questa è stata la prima domanda che mi sono posto, e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare Mine vaganti. La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito aggiungendo entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco dopo avviammo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura.Oggi, dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola.

Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento.

L’ambientazione pure cambia. Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità. Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias è emblematica, oltre che drammatica e ironica allo stesso tempo. Le emozioni dei primi piani hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole; i tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti con uno spettacolino per poter marcare, facendone perfino una caricatura, quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla gente secondo le modalità mediate dallo schermo. Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente. A questo proposito, ho tratto spunto da personali esperienze.

A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare. Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene. Qui c’è il merito di Luigi Ferrigno che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi; anche le luci di Pasquale Mari fanno la loro parte, lo stesso per i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti.

Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce.Ferzan Ozpetek.

Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta, info 0823444051, Sabato 18 dicembre, ore 20.45, Replica straordinaria

 

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