
Sono passati già otto anni da quando Ivano Fossati ha deciso di ritirarsi smettendo di fare concerti ed incidere dischi. E per spiegare l’uscita di un album di duetti con la grande Mina la sua dichiarazione, forte ed inequivocabile, rimbalza su tutti i giornali: “per niente al mondo mi sarei negato la gioia di scrivere questo album. Nessun musicista sano di mente direbbe no a Mina”. E così è nato un disco bellissimo,un disco scritto da Ivano Fossati per la più grande interprete di sempre, Mina. Due punte di diamante che oggi brillano ancora di più sull’asfittico palcoscenico della musica pop italiana.
Questo disco è una vera lectio magistralis per tutti, nuovi autori e giovani interpreti, e non solo per le canzoni, ma anche per la sofisticata produzione che, a sentire colui che l’ha fortemente voluta, cioè il produttore e figlio di Mina, Massimiliano Pani, rappresenta una vera boccata di ossigeno (e anche più di una boccata).
La storia nasce da lontano, nel 1997, quando Mina manifesta la volontà di realizzare un disco con il suo amico Fossati. Le case discografiche dei due artisti non trovarono un accordo e il progetto rimane nel cassetto, tant’è che, per sua stessa ammissione, Fossati dimentica l’episodio.
Mina però non ha dimenticato la cosa e dopo venti anni, nel 2017, chiama il cantautore genovese e gli ripropone il progetto. La telefonata mette in crisi Fossati che nel frattempo si è ritirato dalle scene. Non sarà stato facile per lui prendere una decisione, ma alla fine non riesce a sottrarsi al fascino che la proposta esercita sul suo ego e sulla sua anima di artistica sofisticato… ed accetta.
È il momento di mettere carburante nel serbatoio e accendere il motore, ed è così che la macchina della produzione si avvia. Ivano Fossati inizia a scrivere e Massimiliano Pani, per onorare la grande voce della madre, decide di mettere in campo una corazzata di musicisti veri, che suonano strumenti veri.
Non è la prima volta che Mina interpreta canzoni di grandi cantautori, e quando accade, cioè quando succede che lei interpreta canzoni scritte da chi le sa comporre veramente, avviene il miracolo. È come se la sua voce e la sua capacità interpretativa ingranassero una marcia in più, si alza l’asticella e lei non si sottrae alla sfida e canta magistralmente. È quello che è avvenuto in questo disco di duetti.
Del resto Fossati, che è uno che sa scrivere grandi canzoni, riesce a “cucirle” letteralmente addosso a chi le dovrà interpretare, mantenendo al contempo quel suo stile unico che le rende perfettamente riconoscibili come sue creature. È già accaduto in passato, per esempio, con Vola interpretata da Mia Martini, Pensiero Stupendo cantata da Patti Pravo, Un’emozione da poco di Anna Oxa, Traslocando di Loredana Bertè o I treni a Vapore della Mannoia, solo per citare le prime che vengono in mente, ed è accaduto anche in questa occasione.
Il disco si compone di undici canzoni firmate tutte da Fossati ed interpretate da entrambi, in duetti dove le voci si rincorrono, si affiancano e si fondono alla perfezione a dimostrazione della grande intesa che c’è tra i due. L’unico vero difetto di questo disco è il titolo, troppo ovvio, ma fortunatamente non influisce sui contenuti che invece sono importanti e preziosi. L’infinito di stelle che apre l’album, Farfalle, Luna diamante e Tex-Mex sono i quattro brani che, senza nulla togliere ai rimanenti sette, imprimeranno questo album nella memoria di chi lo ascolterà. In sintesi album dell’anno.
Nicola Olivieri