Se c’è un ultimo diritto che merita di essere raccontato in questa 29esima edizione di Linea d’Ombra Festival è quello per la “poesia”. Tenerezza, compostezza e bellezza sono gli ingredienti del settimo film di animazione di Enzo d’Alò.
Sarà proprio il regista di Materdei a chiudere, domani (sabato 16 novembre 2024) la otto giorni di proiezioni, dibattiti e sessioni formative, iniziata sabato 9 novembre. Alle 18 alla Sala Pasolini ci sarà la proiezione speciale, fuori concorso, del film “Mary e lo spirito di mezzanotte”, il film in animazione ispirato al romanzo dell’irlandese Roddy Doyle e co-sceneggiato con Dave Ingham.
A seguire, ci sarà l’incontro con d’Alò per quello che è l’appuntamento fisso della Sala Pasolini, il Ring condotto da Boris Sollazzo che con Peppe D’Antonio firma la direzione artistica di Linea d’Ombra. Sarà possibile seguire l’evento anche in diretta streaming sui canali social del festival.
“Nei tempi bui che la nostra società sta attraversando, il cinema e la cultura diventano una volta ancora strumento essenziale di comunicazione e riflessione – dice Enzo d’Alò – Lunga vita a Linea d’Ombra, festival di contenuti innovativi e di aggregazione! Sono felice ed orgoglioso di esserci anch’io”.
Alle 21 ci sarà la premiazione dei film in concorso per Passaggi d’Europa e LineaDoc. Durante la cerimonia saranno assegnati il “Premio BANCA DI CREDITO COOPERATIVO CAMPANIA CENTRO” al miglior lungometraggio sezione Passaggi d’Europa e il “Premio CAMERA DI COMMERCIO DI SALERNO” al miglior documentario sezione LineaDoc. Sono stati 150 i giurati popolari di Passaggi d’Europa, a partire dai 14 anni di età. Cinquanta, invece, quelli che hanno visto e giudicato le opere in concorso per LineaDoc. Il sabato sera all’insegna del cinema a Salerno proseguirà poi con il concerto de “Il Muro del canto”. La neoformazione si racconterà al pubblico della Sala Pasolini (ore 22.30), alternando musica e parole e presentando il loro ultimo album, La mejo medicina, quello della rivoluzione di un gruppo che non può̀ finire, perché́ è qualcosa in più̀ di una band. È una comunità̀, è un grido di libertà.
“In un festival come il nostro, quest’anno dedicato ai diritti, è impossibile non ricordare del Muro Il lago che combatte (con Gli Assalti Frontali) – scrivono i direttori del festival, Peppe D’Antonio e Boris Sollazzo, nel testo di presentazione al concerto – a celebrare la riconquista di uno spazio pubblico, o Figli come noi, sui casi di abuso di potere del “braccio armato dello stato infame”. I loro non sono concerti, ma esperienze immersive”.