-di Antonietta Doria-
Bellissima e desiderata, per l’American Film Institute era al sesto posto nella lista delle più grandi star femminili e tra le cento donne più attraenti di tutti i tempi, eppure fu tremendamente triste: è questa la storia di Norma Jeane Mortenson Baker Monroe, per tutto il mondo Marilyn Monroe, morta prematuramente a Los Angeles il 4 agosto 1962 in un contesto ancora oggi avvolto dal mistero.
Attrice, cantante, modella, poi produttrice cinematografica, è stata definita da Marlene Dietrich “la prima vera sex symbol” ma nonostante fama e celebrità è rimasta sempre la ragazza fragile che ha cercato per tutta la vita il riscatto dalla sua triste infanzia trascorsa tra case famiglia, orfanotrofi, instabilità e violenze.
La madre Gladys Pearl Monroe, mentalmente instabile, era affetta da schizofrenia paranoide, aveva due matrimoni alle spalle e lavorava alla Consolidated Film Industries vivendo in precarie condizioni economiche. L’identità del padre di Norma non è mai stata chiarita definitivamente anche se si ritiene che fosse un addetto alle vendite della Consolidated Film Industries che lasciò la madre appena saputo della gravidanza. Maryln viene così data in affido in cambio di denaro. Diviene modella ottenendo parti minori in Giungla d’asfalto e Eva contro Eva del 1950, i suoi primi successi di pubblico. Seguirà Niagara e Gli uomini preferiscono le bionde, raggiungendo la consacrazione internazionale con le pellicole Come sposare un milionario, Quando la moglie è in vacanza, Fermata d’autobus e A qualcuno piace caldo.
Tanti gli amori che si susseguono nella vita della fragile Norma che si nasconde dietro il nuovo volto di Marilyn tra cui il suo agente Hyde. In seguito sposa Joe Di Maggio, è per un breve periodo l’amante di Frank Sinatra, sposa poi Arthur Miller. Sotto i riflettori saranno poi le due famosissime relazioni con John Fitzgerald Kennedy e Robert Kennedy di cui rimase incinta per poi abortire. Disperata la ricerca di felicità di questa donna che ardeva dal desiderio di splendere e di sentirsi appagata d’amore.
A fare il giro del mondo, tra le altre, l’esibizione della Monroe durante i festeggiamentii per il compeanno del presidente John dove cantò Happy Birthday, Mr. President, indossando un abito provocante color carne.
Era l’inizio della fine.
All’ età di 36 anni Marilyn Monroe viene trovata morta nella camera da letto della sua casa di Los Angeles. Alle 3.30 vi giunge il suo medico psichiatra ma solo alle 4.25 arriva la chiamata alla polizia. Alcuni biografi ritengono però che siano trascorse cinque ore dal momento del decesso a quando vengono avvisate le autorità: in questo lasso di tempo Marilyn sarebbe stata portata al Saint John’s Health Center di Santa Monica, ma l’ospedale avrebbe rifiutato di accettare il caso per l’eccessiva notorietà della vittima.
In seguito all’ autopsia la morte di Marilyn è stata definita con “alta probabilità” un suicidio, dovuto ad un’overdose di barbiturici. Ma è incerta la ricostruzione degli eventi di quella notte, partendo dalla presenza non confermata di Bob Kennedy nella casa dell’attrice la sera prima della sua morte e varie incongruenze nelle dichiarazioni dei testimoni e nel referto autoptico: tutto ciò ha dato vita a svariate interpretazioni. Tra queste è stata presa in considerazione la complicità della famiglia Kennedy, dal momento che la Monroe si era detta pronta a confessrae le loro relazioni con lei. Questa situazione rappresentava per i fratelli Kennedy una seria minaccia per la loro carriera politica, quindi l’attrice era ormai un personaggio troppo scomodo. Un’altra ipotesi coinvolgerebbe la mafia americana che si sarebbe vendicata nei confronti dei fratelli Kennedy per promesse fatte in campagna elettorale e non mantenute.
Il 4 agosto 1962 muore l’attrice, muore la ragazza impaurita, muore Jane, muore Marilyn ma nasce il mito.