62 anni fa moriva Marylin, per Marlene Dietrich “la prima vera sex symbol”

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-di Antonietta Doria-

Bellissima e desiderata, per l’American Film Institute era al sesto posto nella lista delle più grandi star femminili e tra le cento donne più attraenti di tutti i tempi, eppure fu tremendamente triste: è questa la storia di Norma Jeane Mortenson Baker Monroe, per tutto il mondo Marilyn Monroe, morta prematuramente a Los Angeles il 4 agosto 1962 in un contesto ancora oggi avvolto dal mistero.

Attrice,  cantante, modella, poi  produttrice cinematografica, è stata definita da Marlene Dietrich “la prima vera sex symbol” ma nonostante fama e celebrità è rimasta sempre  la ragazza fragile  che ha cercato per tutta la vita il riscatto dalla sua triste infanzia trascorsa tra case famiglia, orfanotrofi,  instabilità e violenze.

La madre Gladys Pearl Monroe, mentalmente instabile, era affetta da schizofrenia paranoide, aveva due matrimoni alle spalle e  lavorava alla Consolidated Film Industries vivendo in precarie condizioni economiche. L’identità del padre di Norma non è mai stata chiarita definitivamente anche se si ritiene che fosse un addetto alle vendite della Consolidated Film Industries che lasciò la madre appena saputo della gravidanza.  Maryln viene così data in affido in cambio di denaro. Diviene modella ottenendo parti minori in  Giungla d’asfalto e Eva contro Eva del 1950,  i suoi primi successi di pubblico. Seguirà Niagara e Gli uomini preferiscono le bionde, raggiungendo la consacrazione internazionale con le pellicole Come sposare un milionario, Quando la moglie è in vacanza, Fermata d’autobus e A qualcuno piace caldo.

Norma, abbandonati gli studi, sposa a soli sedici anni il figlio di un vicino, lavora come impacchettatrice di paracaduti, poi diviene addetta alla verniciatura delle fusoliere dei vari modelli di aeroplani. Il destino aveva però altri disegni in serbo per lei così, il 26 giugno 1945, viene notata dal fotografo David Conover che si era recato allo stabilimento per fotografare “ragazze che tenessero su il morale delle truppe al fronte” per un servizio per la rivista Yank. E’ lui ad esortarla ad intraprendere la carriera di modella. Norma divorzia nel giugno 1946.
Le sue foto arrivarono sul tavolo della direttrice della più importante agenzia pubblicitaria di Hollywood: la Snively che modifica così il suo aspetto per creare colei che diventerà una “icona pop” facendole schiarire i capelli, insegnandole la giusta tonalità della voce da utilizzare, come sorridere.  Vari sono  i ritocchi di chirurgia estetica al naso e al mento a cui Norma si sottopone. Le foto fanno il giro del mondo.
L’ambiente cinematografico è difficile, così, non avendo alcun contratto, Norma comincia a lavorare come spogliarellista. Posa nuda, per queste fotografie viene anche ricattata ma quelle foto sono l’espressione di un’attrice in difficoltà e la storia piace agli americani. Norma piace all’America.

 

Tanti gli amori che si susseguono nella vita della fragile Norma che si nasconde dietro il nuovo volto di Marilyn  tra cui il suo agente Hyde. In seguito sposa Joe  Di Maggio, è per un breve periodo l’amante di Frank Sinatra, sposa poi Arthur Miller.  Sotto i riflettori saranno poi le due famosissime  relazioni con John Fitzgerald Kennedy e Robert Kennedy di cui rimase incinta per poi abortire. Disperata la ricerca di felicità di questa donna che ardeva dal desiderio di splendere e di sentirsi appagata d’amore.

A fare il giro del mondo,  tra le altre, l’esibizione della Monroe durante i festeggiamentii per il compeanno del presidente John dove cantò Happy Birthday, Mr. President, indossando un abito provocante color carne.

Era l’inizio della fine.

All’ età di 36 anni Marilyn Monroe viene trovata morta nella camera da letto della sua casa di Los Angeles. Alle 3.30 vi giunge il suo medico psichiatra ma solo alle 4.25 arriva la chiamata alla polizia. Alcuni biografi ritengono però che siano trascorse cinque ore dal momento del decesso a quando vengono avvisate le autorità: in questo lasso di tempo Marilyn sarebbe stata portata al Saint John’s Health Center di Santa Monica, ma l’ospedale avrebbe rifiutato di accettare il caso per l’eccessiva notorietà della vittima.

In seguito all’ autopsia la morte di Marilyn  è stata definita con  “alta probabilità” un suicidio, dovuto ad  un’overdose di barbiturici. Ma è incerta la ricostruzione degli eventi di quella notte, partendo dalla presenza non confermata di Bob Kennedy nella casa dell’attrice la sera prima della sua morte e varie incongruenze nelle dichiarazioni dei testimoni e nel referto autoptico: tutto ciò ha dato vita a svariate interpretazioni. Tra queste è stata presa in considerazione la complicità della famiglia Kennedy, dal momento che la Monroe si era detta pronta a confessrae le loro relazioni con lei. Questa situazione  rappresentava per i fratelli Kennedy una seria minaccia per la loro carriera politica, quindi l’attrice era ormai un personaggio troppo scomodo. Un’altra  ipotesi coinvolgerebbe la mafia americana che si sarebbe vendicata nei confronti dei fratelli Kennedy per promesse fatte in campagna elettorale e non mantenute.

Il 4 agosto 1962 muore l’attrice, muore la ragazza impaurita, muore Jane, muore Marilyn ma nasce il mito.

 

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