-di Emanuele Petrarca-
Sembrano passati secoli dal freddo silenzio che accompagnò l’ultima, decisiva, partita dello scorso campionato di Serie A che sancì il fallimento azzurro del mancato accesso in Champions League, al rumore del tifo che ha accolto il primo Napoli di Luciano Spalletti, eppure sono passati appena tre mesi, ma la musica è totalmente cambiata.
La stagione calcistica 2021-2022 si è riaperta con la più lieta delle notizie: il tifo è tornato a popolare gli stadi e il “Diego Armando Maradona” di Napoli potrà di nuovo contare sulla forza del suo dodicesimo uomo che, come nei migliori spettacoli teatrali, è tornato sugli spalti per assistere ad un vero e impronosticabile dramma dal finale, questa volta, lieto.
Nulla in Serie A è scontato. Basti chiedere alla Juventus, tradita dal proprio portiere nella prima trasferta ad Udine, ed è per questo che quel glaciale silenzio di qualche mese fa si è riproposto al “Maradona” quando l’arbitro ha estratto il cartellino rosso ai riguardi di Victor Osimhen ,atteso, fin da subito, a dover essere la stella più brillante dei partenopei.
Il Napoli di Spalletti ha ospitato il Venezia con l’obbligo morale di vincere e convincere, ma i programmi della partita si sono rapidamente scombinati dopo la gomitata del nigeriano ai danni di Caldara, difensore dei lagunari. Il contatto c’è, ma non è così evidente e, di certo, il VAR avrebbe potuto aiutare il direttore di gara nel decidere per una decisione maggiormente corretta, ma, forte della certezza del contatto “in diretta”, l’arbitro ha dato la massima sanzione all’attaccante azzurro.
C’è spazio anche per ulteriori “imprecazioni” del popolo azzurro, tornato allo stadio, quando, poco dopo l’espulsione di Osimhen, Zielinski lascia il campo per infortunio lasciando ad Elmas il terreno di gioco.
I partenopei non svolgono un grande primo tempo e gli spettri di una partita trappola si palesano al fischio della fine di un primo tempo anemico che non ha portato indicazioni interessanti nemmeno riguardo gli avversari, apparsi molto timidi e ancora poco avvezzi al campionato di Serie A.
Il “Maradona” spinge i ragazzi ad un secondo tempo migliore e Spalletti vede subito che la differenza tattica e tecnica c’è ed è guidata dal solito capitano Lorenzo Insigne, reo di ispirare la manovra partenopea. Il Venezia tira pochissimo dalle parti di Meret, ma il Napoli spende tante energie ,vista l’inferiorità numerica, fino al contatto di mano di Caldara che regala agli azzurri un calcio di rigore che può significare vittoria.
I tifosi esultano e dal dischetto si presenta proprio Insigne che, però, contribuisce all’altalena di emozioni partenopee sparando alto il tiro dagli undici metri. La mente va subito alla partita contro il Verona dove il Napoli di Gattuso, in balia degli eventi, mollò la presa, ma la realtà è ben diversa e Luciano Spalletti non ha per nulla intenzione di perdere punti alla prima in casa.
Il Venezia offre gentilmente un altro calcio di rigore al Napoli per un tocco di braccio di Ceccaroni e Insigne si ripresenta, con grande personalità e con la responsabilità di farsi perdonare, dal dischetto freddando, questa volta, l’estremo difensore lagunare.
Lo stadio, finalmente, torna ad esultare e gioire e il Napoli si toglie un peso lungo almeno 4 mesi e torna a giocare con forte convinzione sbilanciando il Venezia che, nell’ultima mezz’ora, prova a dimenticare la strenua difesa e si lancia in attacco spaventando, con un palo di Forte, gli azzurri.
A chiudere la partita ci pensa Elmas con un bel tiro da fuori a fil di palo e gli azzurri di Spalletti possono gioire per la prima vittoria stagionale festeggiata, finalmente, insieme a tutti i tifosi.