
Salernonews24- Sport di Sergio Del Vecchio
Il pensiero corre veloce al 7 aprile scorso, quando la Salernitana ferma all’Arechi un’Inter in crisi di risultati, reduce da 3 sconfitte consecutive, con un tiro-cross di Candreva all’ultimo minuto. Allora nel mirino della contestazione c’era Inzaghi. La settima giornata di Serie A è caratterizzata dalle notizie che arrivano dalle infermerie, 19 squadre su 20 hanno giocatori infortunati, i ritmi serrati e implacabili del calendario mostrano il rovescio della medaglia.
Per la squadra di Sousa l’assenza di Candreva per un risentimento muscolare pesa come un macigno. Al suo posto, Martegani in coppia con Boulaye Dia, stavolta dal primo minuto. In difesa Daniliuc, in netto miglioramento fisico, vince la maglia da titolare rispetto a Pirola, a centrocampo Legowski e Bohinen al centro, Bradaric e Kastanos laterali.
Mazzocchi in panchina. Inzaghi tra turnover e infortunati è costretto a cambiare 5 giocatori: Pavard, de Vrij e Acerbi sono il trio difensivo, a centrocampo è il turno di Klaassen, che esordisce in una linea a 5 con Chalanoglu, Barella, Dumfries e Carlos Augusto. Novità anche in attacco, turno di riposo per Lautaro Martinez e inedita coppia Sanchez – Thuram.
Prima del fischio d’inizio, davanti ai 28.000 spettatori di un Arechi gremitissimo, la Curva Sud ci regala una scenografia mozzafiato sulle note immortali di “Another Brick in The Wall” e “Shine on You Crazy Diamond” dei Pink Floyd in segno di perenne fedeltà alla maglia granata. L’immagine sapientemente rappresentata è un mix fra la copertina di “The Wall” e quella di “The Division Bell”.
All’avvio si nota subito un cambio tattico nell’interpretazione della gara da parte della Salernitana: difesa molto alta per creare densità nel già folto centrocampo avversario e pressing alto sulle linee difensive. Al 6’ il primo pericolo per la porta di Ochoa, il messicano deve volare a deviare in angolo un colpo di testa di Thuram su palla inattiva. Negli spazi affollati il tasso tecnico più elevato dell’Inter si fa sentire, Barella e Chalanoglu concedono poco, Martegani e compagni soffrono la fisicità dei giocatori di Inzaghi che hanno spesso il sopravvento sulle seconde palle. Giocare così alti con la prima della classe espone a rischi maggiori, Carlos Augusto spesso gode di molto spazio sulla fascia sinistra e farà sentire la sua presenza, come al 27’ quando vince un contrasto con Daniliuc e punta dritto verso l’area, il cross però è troppo lungo.
Dumfries si muove bene sul versante opposto, l’obiettivo è il gioco aereo a cercare Thuram e gli assist bassi per favorire gli inserimenti, Sanchez si mantiene più largo. Passano i minuti, l’Inter continua ad avere in mano il gioco, ma non affonda il colpo, il cambio tattico della Salernitana funziona, la squadra è comunque attenta anche in copertura, Gyomber vince quasi tutti i duelli con Thouram, Sousa chiede ai due centrali di spostarsi più vicino ai laterali per creare occasioni d’attacco, che infatti arrivano. Al 29’ Kastanos tenta di ripetere il tiro di Berardi che ha dato mercoledì la vittoria al Sassuolo, si accentra e tira di sinistro verso il palo lontano, ma il pallone esce non di molto. Risponde Klaassen, servito da Dumfries, controlla un pallone non facile ma non trova il tempo per il tiro. Il primo tempo si chiude con la palla gol di Cabral, come al solito molto mobile e attivo, lanciato in area da Bohinen che è bravo a sfruttare un errato disimpegno difensivo dei nerazzurri e a servire subito il compagno, il tiro finisce alto.
Il secondo tempo inizia con la Salernitana che, nonostante abbia comunque tenuto ritmi molto alti nella prima frazione, sembra essere più propositiva e aggressiva degli avversari. Inzaghi capisce il momento di difficoltà dei suoi e opera i cambi che daranno la svolta alla partita: dentro Mkhitaryan per Klassen e Lautaro per Sanchez. E’ il 62’, l’azione parte da un rilancio di Sommer, la Salernitana è alta come nel primo tempo, Lovato abbocca al falso movimento di Thuram che lo manda a vuoto in avanti in modo che la parabola del portiere lo scavalchi e arrivi a Lautaro che ha capito la mossa del compagno e di petto gli serve il pallone. E’ due contro due. Thuram si sposta a sinistra portandosi dietro Gyomber, guadagna metri giusto il tempo di far prendere posizione a Lautaro per il passaggio di ritorno, Lovato ormai è in ritardo e non tenta nemmeno di andare sull’uomo. Il filtrante al centro è invitante e il bomber argentino non si lascia pregare, con un tocco morbido scavalca Ochoa in disperata uscita bassa e fa 1 – 0.
La Salernitana c’è ancora e reagisce, tre minuti dopo Legowski a centrocampo anticipa di forza l’autore del gol, lascia il pallone a Martegani e s’invola veloce verso l’area. Il numero 7 aspetta l’inserimento del compagno e lo serve in verticale. Sarebbe stato il gol del pareggio e la prima volta di Lerowski in Serie A se non fosse per la segnalazione di fuorigioco dell’On Field Revue, che suggella un inizio di campionato dei granata davvero troppo sfortunato.
E’ una fase della gara in cui i padroni di casa hanno speso molto e la qualità delle sostituzioni nell’una o nell’altra squadra risulterà determinante. Il 77’ minuto ne è la prova lampante: Ochoa con le mani in azione di ripartenza per Bradaric, il quale non si accorge del passaggio, controlla male e, prima si lascia soffiare il pallone da Dumfries, poi tenta un goffo blocco da dietro che permette al nerazzurro di superarlo e aprire su Barella a destra, pronto l’assit al centro dove Lautaro ha preso posto in mezzo all’area sotto lo sguardo immobile di Lovato e piazza la zampata del raddoppio. E’ la serata del “Martinez Show” e il Toro pensa bene di variare il suo repertorio esibendosi anche nel tiro dal dischetto, gentilmente concesso da Thuram, steso da Lovato in area – dopo che quest’ultimo si era visto aggirato e superato in velocità – e fischiato dall’arbitro Abisso. Sicurezza e freddezza nel mandare Ochoa da un lato e pallone dall’altro, ed è tripletta.
La partita volge al termine ma l’Inter vuole regalare ancora una gioia ai suoi 3.000 tifosi ospiti assiepati in Curva Nord e ai tanti tifosi nascosti in Tribuna tra il pubblico locale. E’ il minuto 89, Mkhitaryan, sempre prezioso nelle transizioni offensive, libera Carlos Augusto sulla sinistra per il cross, il traversone è rasoterra, passa sotto le gambe di Mazzocchi e arriva al centro dove c’è sempre lui, solo lui, Lautaro Martinez, che, fra Gyomber e Lovato, batte al volo mantenendo il pallone basso in modo che Ochoa non ci possa arrivare.
Nel primo tempo l’Inter è stata meno concreta in fase offensiva, è mancato il guizzo in attacco, così come a centrocampo in fase di ripartenza. Merito comunque va dato all’assetto molto alto della Salernitana e all’intensità che hanno saputo esprimere molti dei suoi giocatori. A dispetto del risultato finale, il primo tempo è stato giocato bene dai granata anche in difesa. Capitolo Boulaye Dia: il nigeriano è in ripresa, si è mosso bene, soprattutto nel primo tempo, senza risultare però incisivo, complice anche la buona marcatura di de Vrij e compagni spesso in superiorità numerica nelle chiusure centrali.
Nella ripresa i cambi, stavolta tempestivi, di Inzaghi hanno fatto la differenza, la squadra si è compattata ed è migliorata molto con l’innesto ovviamente di Lautaro, ma anche di Mkhitaryan e di Asllani, che è entrato molto bene al posto di un buon Chalanoglu, sostituito per prudenza perché ammonito.
Paradossalmente l’Inter trova difficoltà quando si tratta di imporre il gioco, come nella prima frazione, diventa letale quando gioca di rimessa, come ha fatto nella ripresa, dove invece la Salernitana, partita bene, si è trovata a cercare di rincorrere il risultato scoprendosi in difesa e concedendo campo agli avversari. In tema di cambi, per i granata vale il contrario, le sostituzioni hanno slegato la squadra e hanno dimostrato che in questo momento il fatto che le partite durino 90 minuti rappresenta un grosso problema, anche in caso di risultato a favore.
Un dato indicativo: dopo le sostituzioni di Mazzocchi per Martegani, Maggiore per Bohinen, Trivante per Cabral, Tchaouna per Daniliuc, si è passati dall’1 – 0 al 4 – 0. Resta per la Salernitana, che ha dato prova di carattere e di gambe, l’amaro in bocca per il gol del pareggio non convalidato e per l’assenza di Candreva, due circostanze che forse avrebbe potuto cambiare la partita.