salernonews24-Sport di Sergio Del Vecchio-
E’ l’Arechi delle grandi occasioni, nonostante la giornata di pioggia, 29.400 spettatori circa, è Salernitana – Juventus, il “ritorno” della sfida di Coppa Italia di giovedì scorso terminata con un punteggio tennistico a favore dei bianconeri. Stesso schieramento tattico per le due squadre, Allegri deve far fronte a importanti problemi di infermeria, Cambiaso febbricitante, Chiesa con un trauma distorsivo-contusivo al ginocchio sinistro. Due assenze che condizioneranno non poco la partita della Juve, in quanto a velocità della manovra. Al loro posto ci sono Weah sulla fascia destra e il giovane Yildiz a fianco di Vlahovic. Assenze anche per Pippo Inzaghi, Dia, Coulibaly e Cabral, fuori per la coppa d’Africa, ma anche Pirola e Kastanos, infortunati. Difesa a tre per i granata, con Gyomber, Fazio e Daniliuc, centrocampo a cinque con la novità di Sambia a destra, in avanti Tchaouna e Simy, vincitore del ballottaggio con Ikwuemesi.
La Salernitana parte bene, ordinata in difesa, che in fase di ripiegamento va in linea a cinque, attenta in copertura a centrocampo e con le due punte che arretrano a dare una mano ai compagni. Soprattutto si percepisce l’atteggiamento mentale tranquillo di chi sa che può giocarsela alla pari. Al 3’ Candreva apre per Bradaric che mette in mezzo, il pallone arriva a Sambia che stoppa di petto e tira di prima, Szczesny c’è e blocca a terra. Rispondono gli ospiti al 9’ con un colpo di testa di McKennie su cui Costil compie un mezzo miracolo, ma il gioco viene fermato per una spinta rifilata dallo stesso attaccante a Fazio. La Juventus insiste molto sulla fascia destra dove agiscono McKennie e Weah cercando il cross al centro per la testa di Vlahovic, la Salernitana difende bene, andando in raddoppio di marcatura con Bradaric e Maggiore, e riesce spesso a spezzare la manovra avversaria. Gyomber prende in consegna Vlahovic con buona personalità, ma all’occorrenza si sgancia per andare a chiudere situazioni di pericolo.
Al 19’ proprio il centrale della difesa granata si fa ammonire per fermare Yildiz lanciato in contropiede sulla mediana di centrocampo. Passano i minuti, la Juventus non pressa più di tanto e lascia spazio alla costruzione della manovra dei padroni di casa, in difesa i bianconeri giocano piuttosto alti suggerendo agli avversari un gioco in profondità ad attaccare gli spazi.
Al minuto 31, Maggiore in scivolata va a fermare ancora Yildiz in una delle sue ripartenze veloci, l’entrata a due gambe manca di poco il contatto col pallone ma non con le gambe dell’avversario, il direttore di gara, Marco Guida di Torre Annunziata lascia finire l’azione per il vantaggio poi alza in aria il cartellino giallo.
Passa una manciata di minuti e i padroni di casa capitalizzano le possibilità offerte dall’atteggiamento tattico difensivo dei bianconeri. Grande intuizione di Gyomber che dalla difesa con un preciso lancio mette Sambia in condizione di correre sulla fascia destra, buona la gestione della palla con l’appoggio verso Tchaouna, la difesa della Juventus ora deve posizionarsi velocemente, il passaggio laterale è lungo per Bradaric ma dalle retrovie arriva Maggiore come un treno, controllo di destro e tiro di sinistro nell’angolo dove Szczesny non può arrivare. Esplode l’Arechi.
La reazione della Juve è appena accennata, anzi la squadra di Allegri riprende il suo possesso palla lento e prevedibile e il tempo si chiude così, senza grandi pericoli per Costil e con la Salernitana che dà la sensazione di riuscire a tenere bene il campo e il risultato. A pochi minuti dal fischio finale giallo anche per Gatti che prima sbaglia il controllo, poi entra in scivolata su Legowski prendendo comunque prima il pallone e poi con la gamba alta l’avversario. L’intervento viene giudicato imprudente e irruento ma non da rosso diretto.
Il secondo tempo
Allegri opera dei correttivi già all’ingresso in campo. Fuori Kostic, piuttosto in ombra sulla fascia sinistra, per Iling-Junior, dentro Rugani per Gatti, a rischio perché ammonito. Squadra che vince non si cambia, d’accordo, ma Pippo Inzaghi non ha molto da scegliere in panchina, a conti fatti, con Mazzocchi al Napoli, la Salernitana ha ancora un altro uomo in meno da schierare: restano in campo sia Gyomber che Maggiore, entrambi ammoniti. Inizia la ripresa e la musica è cambiata, nello spogliatoio evidentemente Allegri si è fatto sentire e ora la Juventus è più aggressiva. Già nei primi minuti infatti sfiora il pareggio con McKennie che si avvita da solo al centro dell’area su cross di Rabiot da sinistra ma angola troppo e manda incredibilmente a lato. Al 52’ Vlahovic cade in area su cross da destra dopo un contatto con Gyomber che lavora di esperienza e di spalla sbilanciando il serbo quanto basta per non indurre a fischiare il calcio di rigore, anche dopo il check del VAR.
Al 53’ la svolta della partita, Rabiot parte verso il limite dell’area, da dietro arriva Maggiore che lo stende prendendo in pieno lo stinco del francese. Guida non ha esitazioni ed estrae il doppio cartellino. Si tratta in effetti di quella che in gergo tecnico viene chiamata SPA (Stopping a Promising Attack), cioè un’azione d’attacco potenzialmente pericolosa, in più il fallo è netto ed è da tergo. Maggiore nel bene e nel male rimane il protagonista della partita. A ben vedere tuttavia, il contropiede della Juventus parte da un contrasto Simy-Rugani nella tre quarti bianconera in cui il difensore entrato al posto di Gatti impedisce all’attaccante granata di arrivare sul pallone aiutandosi con le braccia. L’intervento è quantomeno dubbio.
La gara della Salernitana cambia improvvisamente, Inzaghi richiama giustamente un attaccante, Thaouna, per un difensore, Bronn, che va a piazzarsi tra Gyomber e Daniliuc. Contromossa di Allegri, fuori un centrocampista, l’ex Nicolussi Caviglia, per un attaccante, Milik, per dare all’attacco maggiore consistenza.
Da questo momento in poi è un monologo bianconero, anche se i granata continuano a difendersi in modo ordinato, Candreva si sacrifica generosamente in copertura, la difesa spazza via nella metà campo avversaria appena può. Arrivano i primi pericoli per Costil, prima Vlahovic calcia alto in mischia, poi McKennie da fuori tira centrale sul portiere, ma ora la Juventus attacca anche da sinistra, dove il neo entrato Iling-Junior dà prova di grande velocità e tecnica.
Il pareggio della Juventus
Al 64’ le scelte tattiche di Allegri portano i frutti sperati, Milik, evidentemente l’uomo in più nell’area granata, controlla bene il pallone attirando su di sé la difesa prima di appoggiare su Weah che mette al centro dove Vlahovic tenta la girata in porta ma manca clamorosamente l’impatto con la palla, dal lato opposto arriva di corsa Iling-Junior che da pochi passi la scaraventa in rete approfittando del piazzamento non corretto degli avversari, in particolare di Bronn, che di fatto gli spalanca l’angolo mettendo fuori gioco il proprio portiere.
E’ una doccia fredda, ma la Salernitana ha un sussulto di orgoglio e si riporta in avanti con carattere. Al 66’ ci prova Bradaric da fuori chiamando Szczesny a distendersi in tuffo, tre minuti dopo Candreva inventa un delizioso assist per Simy tagliando l’area da destra a sinistra, ma l’attaccante, che ha disputato una buona gara riuscendo a far salire la squadra nelle ripartenze, non trova il tap-in vincente.
Il gol di Vlahovic
La partita diventa uno stillicidio in cui si contano i minuti, l’autore del pareggio, Iling-Junior, è una spina nel fianco della difesa granata, all’80’ Allegri chiama fuori anche Weah, che si è andato spegnendo, per Nonge. I granata danno fondo a tutte le loro energie per resistere agli assalti avversari, Sambia, che ha corso tantissimo, si accascia stremato in preda ai crampi, la Juventus prosegue ugualmente l’azione di gioco ignorando la circostanza che ora porta la Salernitana a difendere in nove, Fazio mette il pallone in fallo laterale per permettere i soccorsi. Alla ripresa del gioco la Juventus, determinata a portare a casa il risultato a qualunque costo, non restituisce il pallone agli avversari, mandando su tutte le furie la panchina granata e il pubblico dell’Arechi.
I minuti finali scorrono così in modo convulso e nervoso, con Allegri che sbraccia in modo evidente verso i suoi. Il cronometro segna il minuto 91, Ikwuemesi, entrato al posto di uno stanco Simy, è troppo lento nel raggiungere un pallone respinto fuori dalla difesa verso l’out di sinistra. Danilo si fionda sulla palla come un rapace e uccella il nigeriano che non tenta né di spazzare via, né tantomeno il fallo tattico, il cross del difensore bianconero è perfetto, lo stesso vale per lo stacco e il colpo di testa in rete di Vlahovic che riscatta una prova sin qui non brillante, regalando alla Juve il pass per la rincorsa alla capolista Inter campione d’inverno.
Tanta l’amarezza nel dopo partita, di poca consolazione sono le parole di Allegri che riconosce i meriti dell’avversaria, anche dopo l’espulsione di Maggiore. In sala stampa non si presenta Pippo Inzaghi “molto arrabbiato per degli episodi arbitrali” che hanno penalizzato e vanificato la buona prestazione della sua squadra, in sua vece l’amministratore delegato Maurizio Milan per esprimere “grandissimo rammarico e grandissima delusione” per l’espulsione di Maggiore, viziata da un fallo precedente su Simy, per la mancata espulsione di Gatti oltre che per un atteggiamento arbitrale ritenuto molto discutibile durante tutto il corso della gara, come i continui richiami a Costil affinché non perdesse tempo nella ripresa del gioco.
La società dunque non ci sta a perdere così e farà sentire la propria voce, riproponendo l’antico problema della “sudditanza psicologica” che induce ad adottare un metro differente rispetto alle squadre cosiddette piccole già penalizzate nel torneo sotto altri aspetti.