Grande Torino!

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SalernoNews24.irt- Sport- di Emanuele Petrarca-

“Forse era troppo meravigliosa questa squadra perché invecchiasse. Forse il destino voleva arrestarla nel culmine della sua bellezza.”

Bisogna riprendere una vecchia citazione del giornalista Carlo Bergoglio per provare a dare un senso, una giustificazione ad una delle più grandi tragedie dello sport italiano che trasformò la storia di una squadra, tanto bella quanto imbattibile, in leggenda. Non sappiamo se è stata realmente opera di un Dio superiore che vedeva in questo manipolo di uomini qualcosa di troppo divino per il mondo terreno. Ciò che sappiamo e che il 4 maggio 1949, sulla collina dove di erge la Basilica di Superga, il Grande Torino interrompe il suo incontrastato dominio per consegnarsi al mito. Con 5 scudetti consecutivi, 1 coppa Italia e la nomea di essere la squadra più forte del mondo, il Grande Torino non era una semplice squadra che inseguiva un pallone.

Fin dalle prime partite si capì subito che questo club era destinato ad entrare nei libri di storia calcistica e lo stadio Filadelfia era lo scenario ideale per ammirare il Grande Torino vincere e l’avversario perdere inesorabilmente. I numeri parlano chiaro: su 88 match casalinghi nemmeno una volta i granata hanno concesso i 3 punti agli avversari. La Champions League, purtroppo, non esisteva, ma il Grande Torino non era nuovo a giocare match all’estero: tutti volevano, e dovevano, vedere la bellezza della più forte squadra di calcio del mondo. Persino quel 4 maggio di 70 anni fa, i ragazzi erano di ritorno da un amichevole, contro il prestigioso  Benfica, conclusasi 4-3 per i portoghesi.

Un calcio nuovo, bello e delicato nelle sue movenze, ma anche devastante e concreto, un calcio indimenticabile che aveva come protagonisti, tra i tanti, Romeo Menti, che segnò, su rigore, l’ultimo gol della storia degli “invincibili”, e l’elegante capitano Valentino Mazzola, uno dei più grandi numeri 10 della storia del calcio. 70 anni dopo il Torino ha smesso di avere l’appellativo di “Grande”, perché per quanto una squadra possa essere dominante e forte, di Grande esisteva, ed esisterà, solo quel Torino, ma oggi torna a sognare. Belotti e compagni sono protagonisti di una stagione altisonante che ha come obiettivo l’Europa, ma che, ad oggi, potrebbe significare addirittura una clamorosa qualificazione ai gironi di Champions League.

Forse, nel ricordo del settantennio, è stato il destino ad incrociare Juventus e Torino proprio la sera del 3 maggio, la stessa che 70 anni fa vide per l’ultima volta il Grande Torino esibirsi su un campo da calcio. Ed è nel ricordo di quella squadra che abbiamo assistito ad un derby adrenalinico e bello, conclusosi con un pareggio dopo il vantaggio granata con Lukic, su ingenuità di Pjanic, ripreso dai bianconeri, campioni di Italia, con un colpo di testa del solito Cristiano Ronaldo. È nel ricordo di quella grande squadra che abbiamo assistito ad un vero spettacolo, regalatoci da entrambe le tifoserie che si sono rispettate e che hanno ricordato, insieme, la memoria degli “invincibili”. Sabato 4 maggio, come da tradizione, tutto lo staff del Torino e tutti i tifosi si sono radunati a Superga per ricordare e salutare ancora una volta questi grandi campioni ed il capitano attuale, il gallo Belotti, ha recitato i nomi dei caduti.  Come è giusto che sia, anche noi vogliamo ricordare una squadra troppo bella per invecchiare, troppo forte per essere dimenticata. Perché leggendo l’appellativo “grande” la prima cosa che verrà in mente sarà sempre “Torino”.

 

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