
Ce ne parla il Direttore Alessandro Ciambrone
Nella vita bisogna imparare a costruire e guardare al futuro, smettendo di lamentarsi del passato.
Nasce con questi presupposti il Miace, Museo Internazionale di Arte Contemporanea Euromediterraneo, in un territorio abituato ad essere spesso teatro di fatti di cronaca nera. “Io sono nato a Castelvolturno, mio padre ha aperto qui un’attività di ristorazione già nel 1966”, racconta Alessandro Ciambrone, il direttore.
Docente universitario e architetto, Ciambrone ha sempre lavorato con le varie amministrazioni succedutesi negli anni alla guida del Comune in provincia di Caserta: “Sono stato anche Presidente degli albergatori, del Club Unesco, così come ho collaborato con la Consulta per la Cultura”. Fino a diventare direttore del Museo di Arte Contemporanea di Capua nel 2014. “Questa esperienza è durata due anni.” chiarisce Ciambrone, “Era una cittadella dell’arte con l’esposizione di opere di trenta artisti. Con il nuovo Sindaco il Museo ha finito per chiudere”.
Così ha proposto il progetto di un museo alla giunta del Comune di Castelvolturno, che si è mostratasubito interessata. “Ho approfittato del fatto che il parroco, grazie a un cospicuo fondo, ha realizzato un complesso religioso”, continua, “e ho chiesto il comodato d’uso gratuito di alcuni locali non utilizzati.”
Stipulato il contratto, Ciambrone ha chiamato dieci esperti internazionali e ha dato l’avvio al museo, partecipando a numerosi bandi per recuperare fondi, visto che il Comune è in dissesto finanziario. “La nostra fortuna è che possiamo usufruire anche dei contributi ecclesiastici, siccome il complesso è di proprietà dell’Arcidiocesi di Capua.”
Il neonato museo, inaugurato lo scorso 25 maggio, ha ricevuto in dono già 30 opere, “tra cui una dell’artista Annalaura di Luggo, creatrice del progetto BlindVision, nome noto nel panorama internazionale” dice Ciambrone.
Il primo luglio è attesa una delegazione di cinesi che verrà in visita del museo, allestito con un’esposizione a loro dedicata, una collettiva di cinque artisti. “Abbiamo stabilito rapporti con Shangai”, ribadisce il direttore, “anche attraversoscambi di opere.” Ma le collaborazioni iniziano a fiorire, come quella con il Consorzio di San Leucio.
Tra i progetti vi è quello di realizzare l’opera d’arte più lunga al mondo, lasciando dipingere gli artisti di tutta la Campania sul muro perimetrale della zona. “Molti non sanno che qui si ospitano persone di cento nazionalità diverse. Così vogliamo fondere i linguaggi di tutti.” Dunque, Castelvolturno – con 20.000 residenti e altrettanti clandestini, e un’enorme affluenza durante la stagione estiva – come contenitore di integrazione, e il Museo come specchio della realtà locale.
Sono già previsti vari laboratori, tra cui quelli sul cinema e sulla pittura: “Vogliamo diventare”, conclude Ciambrone, “un luogo per i giovani, che qui possono studiare, sperimentare, crescere, e avviarsi verso le attività artistiche anche remunerative. Vendere le proprie capacità sul territorio”.
Insomma, una vetrina sul futuro della zona.
Queste iniziative devono essere sostenute con entusiasmo.
Giorgio Coppola
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