
Se ci si pensa con un pizzico di ironia non si può fare a meno di immaginare i giorni che stiamo vivendo, quelli del coronavirus, come episodi di una serie di fantascienza, di quelle dove le strade sono deserte e gli spostamenti sono ridotti al minimo per paura di incontrare orde di zombie.
Gli zombie per fortuna non esistono, ma per la paura del contagio (oltre che il rispetto delle disposizioni di governo) ci siamo tutti confinati tra le pareti di casa e usciamo solo per cose necessarie ed indifferibili. Si pone dunque il problema di cosa fare e come trascorrere il tempo.
Certo, i rapporti di convivenza (ai quali fino ad ora, forse, non abbiamo prestato sufficiente attenzione a causa del nostro stile di vita) sono importanti e vanno ridefiniti e valorizzati, la lettura è sempre una bella cosa, la musica pure, ma la TV, quell’oggetto che appartiene indissolubilmente alla nostra quotidianità, oggi assume un valore diverso. Non è cambiata la sua funzione e la sua finalità, ma oggi più che mai è la nostra finestra sul mondo e dunque oltre ai TG (in questi giorni più che mai messaggeri di funeste notizie) è possibile distrarsi seguendo qualche nuova serie tra le decine e decine prodotte e distribuite sulle diverse piattaforme di streaming TV.
Self-Made è la prima delle tre serie che potrebbero tenervi occupati per una o due orette al giorno. E sì perché il rischio, quando una serie ti “prende” e si ha molto tempo a disposizione, è quello di guardarle ininterrottamente fino alla fine.
Dunque, Self-Made, la vita di Madame C.J. Walker è una miniserie di quattro puntate che è possibile vedere su Netflix. La serie è basata sulla biografia On Her Own Ground di A’Leila Bundles e racconta la storia vera di una donna afroamericana, un’imprenditrice di inizio 900, interpretata magnificamente dal premio oscar Octavia Spencer, divenuta la prima milionaria di colore americana. Inizialmente C.J.Walker era una lavandaia costretta a subire ogni tipo di umiliazione perché di colore e perché non era esattamente una donna avvenente, ma le sue indubbie capacità imprenditoriali e la sua caparbietà l’hanno trasformata, tra mille difficoltà e insuccessi, in una donna di grande successo che si è spesa moltissimo per le donne di colore del suo tempo.
La seconda serie che mi è molto piaciuta e per questa la segnalo è Hunters, con l’impareggiabile Al Pacino. La serie è visibile sulla piattaforma Prime di Amazon e si compone di ben 10 episodi che raccontano (anche in questo caso un fatto storico avvenuto nella seconda metà degli anni 70 negli Stati Uniti) le attività di un gruppo di ebrei rifugiati in America dopo essere stati salvati dai campi di sterminio. Queste persone scoprono che negli Stati uniti si rifugiavano sotto mentite spoglie moltissimi ufficiali di alto rango tedeschi, i loro carnefici, e dunque maturano un forte sentimento di vendetta trasformandosi in veri e propri cacciatori, da qui il titolo della serie.
L’ultima serie che segnalo per il momento è la terza stagione di una serie diventata un vero cult. Sto parlando di Homeland – Caccia alla spia, giunta alla sue terza stagione e posizionata su Sky. Storie di spionaggi e di sospetti ambientato nella realtà politica del Medio Oriente e dei rapporti Usa con quel mondo. Dodici sono gli episodi di questa terza stagione e forse ultima stagione, caratterizzati dalla messa in onda contemporanea con gli Stati Uniti. Purtroppo, però, a causa del maledetto coronavirus, gli ultimi 5 episodi al momento probabilmente non verranno doppiati perché tutti i doppiatori sono in quarantena e non possono recarsi fisicamente negli studi di doppiaggio.
Per il momento è tutto, la prossima settimana segnaleremo altre serie che ci faranno buona compagnia in tempi di coronavirus.
Nicola Olivieri