di Claudia Izzo-
“Io non conosco nessun altro segno di superiorità nell’uomo che quello di essere gentile” (Ludwig Van Beethoven)
Si celebra oggi in tutto il mondo, la Giornata della Gentilezza. Ma come nasce questa ricorrenza in uso in Italia dal 2000?
Era il 13 Novembre 1997 quando a Tokyo si dette vita alla Dichiarazione della Gentilezza alla fine della conferenza del “World Kindness Movement” che si basa su dieci punti fondamentali:
1. Vivere bene insieme: ascoltare ed essere pazienti
2. Essere aperti verso tutti: salutare, ringraziare e sorridere
3. Lasciare scivolare le sgarberie e abbandonare l’aggressività
4. Rispettare e valorizzare le diversità, grande fonte di ricchezza
5. Non essere gelosi del sapere: comunicare, trasmettere e condividere
6. Il pianeta è uno solo, non inquinare e non sporcare
7. Ridurre gli sprechi: riciclare, riutilizzare e riparare
8. Seguire le stagionalità e preferire i prodotti locali
9. Proteggere gli animali: non sfruttarli, non maltrattarli, non abbandonarli
10. Allevare gli animali in modo etico, non infliggere sofferenze.
Questa giornata diventa così un modo per promuovere una vera e propria cultura della gentilezza verso l’altro, verso gli animali, la natura, il mondo. In un mondo insanguinato da guerre feroci, la giornata di oggi assume un significato ancora più profondo, sottolinea il potere che ognuno di noi ha, nel suo piccolo, nell’ambito della costruzione di un luogo sereno, accogliente, empatico, inclusivo, in qualsiasi contesto.
Questa ricorrenza nasce per promuovere valori di empatia, rispetto e solidarietà tra le persone, sottolinea l’importanza dell’attenzione verso il prossimo, un modo per ricordare che la gentilezza è un modo di essere, non una facciata per irretire il nostro interlocutore. Osservare il comportamento delle persone quando si rivolgono a persone inferiori socialmente, o da cui non traggono alcun vantaggio o beneficio, è il modo giusto per capire chi abbiamo innanzi.
La gentilezza è una ricchezza dell’animo, un balsamo interiore capace di avvolgere chi è intorno, un bene preziosissimo e raro, un modo per andare oltre noi stessi, oltre i nostri confini, per coesistere, condividere, proteggere, curare, accogliere, valorizzare.
In un mondo digitalizzato, in cui il virtuale domina sovrano, in cui ci sono più schermi da guardare che sguardi da incrociare, non basta un’emoticon, guardiamole negli occhi le persone; in un mondo impazzito in cui la rabbia, la ferocia, ci stanno conducendo ad una realtà totalmente disumanizzata, in cui il la vita stessa non è per molti un valore sacro da proteggere, anche una giornata come questa deve essere una scusa per riflettere.
Cosa c’è di più importante del nostro cuore, dei nostri sentimenti, del dare significato pieno, vero, puro, ad ogni gesto che compiamo? Diamo valore a noi stessi iniziando a comprendere il senso dei nostri gesti. Che siano pregni di profondità. Che abbiano significato. Piccoli atti di gentilezza quotidiani possono cambiare noi stessi, la percezione e la visione del mondo. Possono cambiarlo davvero. A piccoli passi.
Era il Mahatma Gandhi a sostenere che la gentilezza fosse un antidoto contro l’odio perché ”i più semplici atti di gentilezza sono di gran lunga più potenti di mille teste piegate in preghiera”.