Mamma a 44 anni dopo 20 anni di attesa e 7 interventi: al “Ruggi” nasce Ugo

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Cava de’ Tirreni -Quando la speranza non muore- di Claudia Izzo-

A volte il desiderio di maternità è più forte di qualsiasi cosa, così, con i suoi 2.060 grammi ed i suoi 40 centimetri di lunghezza, per la gioia di mamma e papà, è nato il piccolo Ugo, con taglio cesareo eseguito dal prof. Raffaele Petta coadiuvato dal dr. Mario Polichetti, dalla dr.ssa Gabriella Cappetti e dalla Ostetrica Marilena Cirigliano. 

E’ questa la storia a lieto fine di una donna che desiderava avere un figlio, figlio che non riusciva ad avere. Una storia come tante di donne che per mille motivi non riescono a realizzare il  sogno più bello, donne che  volte si affidano a mani sbagliate, donne che a volte, dopo tanti tentativi, mollano. Non è stato però questo il caso della signora Emma Mazzotta, di 44 anni, di Cava de’ Tirreni,  che, con il sostegno del marito, avvocato Matteo La Ragione, di costanza, ne ha avuta davvero tanta.

Ben venti gli anni di attesa, ogni anno trascorso a pensare che potesse essere quello giusto per avere il suo bimbo tra le braccia, tanti sacrifici, tanti dottori e tante indicazioni, senza ottenere nulla. Quando la donna si è rivolta al prof Raffaele Petta, Primario del Reparto di “Gravidanza a rischio” del“Ruggi “di Salerno, la situazione si presentava complessa, sia per l’età avanzata della paziente, sia perchè la stessa si era sottoposta a ben sette interventi laparotomici addominali. Tutto ciò rendeva l’utero particolarmente fragile, inadatto per una gravidanza. Era dunque alto il rischio di rottura dell’utero stesso con conseguente morte del bambino e pericolo per la mamma stessa.

Dopo approfonditi accertamenti  la tanto agognata gravidanza è iniziata, non senza difficoltà, ha fatto il suo decorso con monitoraggio costante, e la donna si è sottoposta a lunghi ricoveri ospedalieri. Ma nove mesi sono lunghi ed i pericoli tanti. A rendere il tutto più complicato sono state le numerose aderenze dovute ai sette interventi sull’addome eseguiti in precedenza, l’ aumento del liquido amniotico con  assottigliamento delle precedenti cicatrici sull’utero e conseguente pericolo di rottura dello stesso.Giunti alla 32° settimana, proprio per scongiurare una imminente rottura dell’utero, è stato deciso di sottoporre la paziente a taglio cesareo, dopo aver accelerato la maturazione dei polmoni del bimbo con la somministrazione di cortisone. Il piccolo Ugo è così venuto alla luce e  seguito in particolar modo dal dr Enzo Della Monica, nel   Reparto di Terapia Intensiva Neonatale per oltre un mese.

Un altro sorriso di bimbo per il prof Petta. Un’ altra sfida vinta.

 

 

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