Per chi vuole imparare a sapere fare.-
A molti di voi sarà capitato di seguire dei corsi professionali interessantissimi, tenuti da docenti competenti ed erogati con semplicità e massima chiarezza.
“Era proprio il corso che mi serviva”.
Ci siamo sentiti “gasati” al massimo e pronti a spaccare il mondo.
Oppure abbiamo letto il libro che abbiamo comprato con tante aspettative, perché scritto dal nostro autore preferito e contenente le tecniche e gli argomenti che vogliamo approfondire. Non lo leggiamo ma lo divoriamo e ad ogni pagina ci sembra di scoprire il mondo che cercavamo.
Leggendo sogniamo e vediamo già la nostra trasformazione. Immaginiamo i risultati che otterremo e lo stupore di chi vedrà le nostre capacità aumentate.
Eppure, a distanza di un anno, se andiamo a valutare cosa abbiamo realmente applicato del corso a cui abbiamo partecipato o del libro letto voracemente, scopriamo che nel migliore dei casi abbiamo messo in pratica poco o nulla di quanto avremmo dovuto, di cui – in verità – ricordiamo forse anche poco. Non possiamo fare a meno di notare – tristemente – che le nostre competenze e la nostra vita non sono cambiate per niente.
E quanti di noi, allora, si sentono male al pensiero di avere perso l’ennesima occasione straordinaria di apprendere per trasformare alcuni aspetti della nostra vita, in campo professionale o personale?
Solo immaginare come potevano cambiare le nostre competenze e di conseguenza i risultati (se solo avessimo applicato quanto saputo) ci fa sentire in colpa e arrabbiati. Oggi siamo sovraccaricati di informazioni, i mezzi di comunicazione si sono moltiplicati e sono di facile consultazione.
Sappiamo, anche se non vogliamo sapere. Ma come afferma il vecchio detto: “il troppo storpia”.
Tecnicamente siamo vittime della cosiddetta “Trappola della conoscenza”. Questa comporta almeno tre punti critici:
1. Acquisire informazioni è facile ma non ci permette di modificare i comportamenti.
2. E’ più divertente acquisire informazioni che metterle in atto.
3. Conoscere ci blocca.
C’è una differenza enorme tra sapere (teoria) e sapere fare (pratica). Tra conoscere e imparare.
Per anni sono stato vittima di questa malattia. Sono passato da corso a corso, uno più interessante dell’altro, tenuti dai numeri uno in Italia e al mondo. Ho letto i grandi bestseller sulla crescita personale e sulle tecniche da applicare. Ho visto video e video corsi.
Eppure, mi rendevo conto che non riuscivo ad imparare e mettere in pratica niente di quello che ascoltavo. E con il tempo avevo dimenticato tutto quello che avevo ascoltato.
T. Harv Eker, autore del libro “I segreti della mente milionaria”, dice:
• Ciò che ascolto lo dimentico
• Ciò che vedo lo ricordo
• Ciò che faccio lo imparo
L’anno scorso mi sono iscritto a un corso che ritenevo utile per i miei progetti e pieno di entusiasmo l’ho seguito come ho sempre fatto in passato. Eravamo sette studenti e tutti e sette, alla fine del corso, eravamo entusiasti di quanto appreso eppure in realtà le nostre capacità erano esattamente le stesse di quando ci eravamo iscritti.
Mi sono riscritto quest’anno allo stesso corso, ma con una motivazione e una volontà diversa. Volevo imparare a padroneggiare questa competenza, ero deciso e quindi ho fatto una cosa molto diversa dalle altre volte: ho applicato quello che studiavo ed apprendevo. Facevo gli esercizi a casa, applicavo nella realtà quanto appreso e mi interfacciavo con il docente. Ho dovuto ritagliarmi del tempo giornaliero e dare la massima attenzione alle esercitazioni.
All’ inizio non è stato semplice, perché avevo difficoltà a realizzare quanto appreso. Capivo benissimo cosa fare e come farlo ma poi metterlo in pratica era tutta un’altra cosa. Dovevo creare nuove abitudini rispetto a quelle passate.
Mentre eseguivo gli esercizi notavo dove sbagliavo e li correggevo al momento. Se non avessi eseguito gli esercizi non avrei avuto neanche modo di sbagliare e non avrei mai potuto capire dove e cosa correggere.
Col tempo notavo che miglioravo e diventavo sempre più bravo. Prendevo quello che gli esperti chiamano “lo slancio” e quindi mi veniva sempre più facile esercitarmi e sempre con meno fatica, anzi, con maggiore soddisfazione, ma la cosa più bella è che, molti dei corsisti che erano con me, si sono comportati come mi ero comportato io nei precedenti corsi. Infatti pochissimi sono migliorati ….
Eppure erano tutti felici di quanto venuto a conoscenza.
Analizzando gli altri ho potuto capire la differenza di risultati tra chi applica cosa apprende e chi invece ne ha solo conoscenza. Mi sono rivisto in quegli studenti e se non avessi cambiato sistema avrei avuto anche io gli stessi non risultati.
Robert T. Kyyosaki – autore di tanti bestseller e uno tra gli uomini più ricchi al mondo – racconta che da giovane non aveva i mezzi, ma facendosi prestare dei soldi, si iscrisse a un corso su come acquistare immobili senza caparra.
CCErano appena trenta alunni. Il corso durò tre mesi. Dopo la teoria il docente formò 6 gruppi da 5 persone per iniziare a mettere in pratica quanto spiegato. Al secondo mese rimasero tre gruppi, poi due ed infine solo il suo. Al terzo mese molti del suo gruppo non facevano quanto richiesto accampando varie scuse: il poco tempo, non era facile e tanti altri motivi. Rimase solo lui a portare avanti quanto richiesto, cioè: cercare immobili, fare proposte, applicare il metodo insegnato, etc. Non è un caso che dopo pochi anni quest’uomo abbia acquistato senza caparra circa 400 immobili, arricchendosi e diventando libero finanziariamente ed è – oggi come ieri – sempre più ricco.
Degli altri corsisti si sa solo che hanno pagato la retta.
Io parto dal presupposto che chi segue un corso:
I. Ha voglia di imparare ed applicare una determinata tecnica o materia.
II. Ha capito che apprendere da chi ha già avuto risultati in quella materia può essere per il corsista un valore aggiunto.
III. Non ha voglia di buttare tempo e soldi dalla finestra.
IV. Vuole ottenere almeno gli stessi risultati del docente, se non di più.
Oggi tutti sanno come si fa… Ma pochi sanno come fare. Purtroppo o per fortuna, sono quelli che sanno fare che hanno risultati e fanno la differenza nella loro vita e in quella di chi li circonda.
Se anche tu vuoi fare la differenza e non ti accontenti di sapere ma vuoi padroneggiare ciò che impari, allora cambia il paradigma sul tuo atteggiamento e comportamento che hai quando frequenti corsi o altri metodi di apprendimento.
Con la ripetizione di determinati esercizi si formano delle nuove sinapsi che portano a nuove abitudini e, di conseguenza, si fa esperienza.
E’ con l’esperienza che si producono i risultati.
In questo modo le tue performance ed i risultati che otterrai meraviglieranno anche te, come è successo a me.
Se cambi modalità di approccio, fammi sapere come è andata e quali risultati hai raggiunto.
Antonio Milite