
Come le persone crescono e si autoformano attraverso i problemi.-di Antonio Milite-
Quando ho iniziato la mia attività di consulente, la mia attenzione era rivolta principalmente ai risultati da raggiungere. Ma, come spesso accade nelle aziende o in qualsiasi altra attività, i clienti mi contattavano anche per problematiche quotidiane che erano di difficile risoluzione e mi sembravano solo interruzioni che causavano ritardi nelle mie attività giornaliere.
Poi un giorno, per fortuna, ho capito cosa gli ostacoli potevano significare e perché erano una grande opportunità da cogliere. Mi permettevano di:
- fare emergere le mie competenze vs il cliente
- migliorare le mie capacità, perché dovevo trovare le soluzioni
- usare queste nuove informazioni per altri clienti
- dare valore aggiunto al consumatore
- diventare più esperto avendo più schemi risolutivi in testa e quindi prendere decisioni più giuste ed efficaci
- diventare più affidabile per il cliente e rafforzare la sua fiducia nei miei confronti
- diventare più affidabile anche verso me stesso e aumentare l’autostima
- avere una mappa più reale dei prodotti e del loro funzionamento vs gli utilizzatori, tarandola sulle loro vere esigenze.
“Gli ostacoli non bloccano la strada. Sono la strada”. (Anonimo)
Da quel momento di “epifania” ho iniziato a trattare gli ostacoli con rispetto e ho deciso di accettare la sfida che ogni problematica mi lanciava. Ho capito che se avevo un problema grande era perché ero ancora troppo piccolo per risolverlo ed ho iniziato a vedere l’impedimento come una vera opportunità, da non perdere, dunque, per poter diventare una persona più grande del problema stesso. E questo atteggiamento non mi ha mai tradito!
Questa grande lezione che ho imparato sulla mia pelle trova riscontro negli esperimenti di noti studiosi di fama mondiale. Carol Dweck docente di Psicologia presso la Stanford University, era ossessionata dal capire come le persone affrontassero gli ostacoli e i fallimenti. Un giorno portò, uno per volta, dei bambini di 10 anni in un’aula e gli diede dei problemi da risolvere. I primi erano facili, gli altri sempre più difficili. Lei osservando i bambini mentre si applicavano con fatica notò che uno di loro, si strofinò le mani ed esclamò: “Adoro le sfide”. Un altro sudando disse in modo autorevole “Speravo proprio che fosse istruttivo”.I bambini avevano dimostrato quindi che, con l’impegno e la volontà, anche le abilità più difficili possono essere coltivate ed imparate, essi non pensavano di sbagliare ed era proprio grazie a questo percorso di difficoltà che crescevano diventando più intelligenti. E’ possibile che questi bambini ci stiano dicendo che non solo dobbiamo aspettarci di trovare gli ostacoli ma di cercarli noi stessi? Davvero la loro risoluzione ci porterà a un livello più alto indicandoci la direzione giusta? Se si, in che modo?
Nassim Nicholas Taleb, filosofo, saggista ed esperto di matematica finanziaria, in un suo intervento sull’antifragilità, ha detto che le persone vanno alla ricerca di stabilità dell’ambiente ma ne escono indebolite e che le cose migliorano quando sono sottoposte a sollecitazioni. Il corpo apprezza lo stress e la volatilità. In definitiva Taleb, va oltre la definizione di resilienza e consiglia di usare gli imprevisti, non solo per resistere al problema o al fallimento, ma per cogliere l’opportunità come fosse un’opzione per migliorare e svilupparsi.
Alcuni esempi di aziende che non si sono fermate davanti agli ostacoli:
- L’Avon prima di essere leader dei cosmetici vendeva libri
- La Nokia produceva scarponi e galosce.
- La Boeing company prima di fare aerei vendeva legname al settore dell’aereonautica.
L’uomo scopre se stesso quando si misura con l’ostacolo.
(Antoine de Saint-Exupery)
Quindi, i leader nascono nei momenti di difficoltà, i manager più pagati, infatti, sono quelli che sanno risolvere i problemi.Vedere le problematiche come la chiave di sviluppo per la nostra crescita è un tantino controintuitivo e in controtendenza. Guardare l’ostacolo come un amico che arriva per farti diventare più bravo e cogliere l’opportunità di fare chiarezza su cosa devi migliorare o imparare, non è facile, ma può fare la differenza nella tua vita. Innanzi ad un ostacolo o ad un fallimento, la nostra prima reazione è di rabbia, dolore e fastidio, c’è chi rifugge dalla problematica scappando. Spesso si resta bloccati in “quella situazione” senza accorgerci di quanto i problemi possano aiutarci a crescere.
Anche Julio Velasco (allenatore di pallavolo) ha una sua storia personale da cui prendere spunto. Allenatore della squadra italiana di pallavolo portandola a vittorie mai avute prima, ha cambiato direzione al futuro della pallavolo italiana, non accettando tutti gli alibi sul perché la pallavolo in Italia non poteva decollare. Ha iniziato allenando squadre di giovanissimi, aiutandoli ad affrontare tutte le difficoltà.Non ha mai pensato “che sfortuna stare qui con questi ragazzi… se potessi allenare una squadra forte, oppure l’Italia” ed è in quel momento che a messo le basi più solide come allenatore di successo, fino ad essere poi chiamato da una grande squadra di serie A.
Wallace D. Wattles, ispiratore del Nuovo pensiero e autore di “ La scienza del diventare ricchi “, nel 1920 parlava già del “ principio di crescita; “puoi ottenere tutto ciò che desideri nel futuro solo concentrando tutte le tue energie nell’uso costruttivo di quello che stai facendo oggi, qualunque cosa si tratti …”.Quindi il nostro compito per crescere è fare bene quello che stiamo facendo, anzi farlo più che bene. Per realizzare questo non possiamo evitare gli ostacoli che sicuramente incontriamo ed incontreremo sempre. Anzi…direi che se non li incontriamo dobbiamo chiederci in cosa stiamo sbagliando.Quindi quando incontriamo un momento difficile, anche molto difficile, non prendiamo decisioni avventate dettate dalla paura.Bisogna riconoscere le avversità, studiarle freddamente come uno scienziato studia i batteri. La lezione viene indicata dall’ostacolo stesso!
Per quanto riguarda me, ringrazio sempre i miei amici ostacoli….mi hanno dato, e mi danno tutt’ora la spinta giusta per diventare il consulente professionale e la persona che sono oggi.
Da oggi, quando incontrerai un ostacolo, chiediti cosa c’è da imparare e dove l’ostacolo vuole che tu vada. Non credermi, prova e fammi sapere.