A luci spente il mondo riflette sul legame tra rispetto dell’ambiente e salute dell’umanità-
Oggi, sabato 27 marzo alle ore 20,30 torna per la tredicesima volta Earth Hour (L’Ora della Terra), l’evento globale del WWF che da un lato mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crisi climatica e il riscaldamento globale attraverso lo spegnimento per un’ora dei principali monumenti a livello mondiale e, dall’altro, punta a coinvolgere direttamente i cittadini attraverso un gesto semplice e concreto: spegnere la luce della propria abitazione per un’ora.
La grande ola del buio, inaugurata nel 2007 dalla città di Sidney lascerà temporaneamente al buio monumenti simbolo come il Colosseo, San Pietro, piazza Navona, la torre Eiffel, il ponte sul Bosforo, il Cristo Redentore di Rio e numerosi altri luoghi per manifestare insieme contro i cambiamenti climatici.
Quest’anno Earth Hour arriva in un momento caratterizzato ancora da restrizioni a causa della diffusione della pandemia da Covid-19, ma si ritiene che saranno innumerevoli le partecipazioni, con numeri paragonabili a quelli della scorsa edizione che ha visto 190 paesi coinvolti, più di 2 milioni di spegnimenti e miliardi di messaggi diffusi sui social da enti, associazioni, attivisti e gente comune.
Non ci sarà bisogno di molti discorsi per convincerci che la nostra salute e quella del pianeta sono interdipendenti: lo stiamo vivendo in diretta con la persistente pandemia e le immancabili emergenze ambientali che ci affliggono. Il cambiamento climatico evolve rapidamente e l’effetto sulle specie animali e vegetali fa temere possibile, dicono molti scienziati, la “sesta estinzione di massa” provocata questa volta non da fenomeni naturali, ma da una sola specie vivente: “l’uomo”.
La biodiversità globale è in allarmante e veloce declino testimoniato dal recente Living Planet Report del WWF che calcola il 75% della superficie terrestre non coperta da ghiaccio significativamente alterata e la maggior parte dei mari e degli oceani sovrasfruttata. Dal 1970 le popolazioni di vertebrati in tutto il mondo si sono ridotte in media del 68% a causa del degrado o di vere e proprie distruzioni di zone umide, foreste, barriere coralline ed altri ecosistemi.
Per contrastare il disastro climatico occorre, al contrario, conservare e ripristinare i sistemi naturali, così come è necessario incrementare le azioni di decarbonizzazione e puntare più decisamente sulle energie rinnovabili non inquinanti e su modelli di sviluppo sostenibile.
Per completare il quadro, va aggiunto il costo economico pari a ben 50 miliardi di dollari/anno in conseguenza della perdita di biodiversità. Finora le azioni dei governi a livello nazionale e globale sono state purtroppo timide e poco incisive e, ad onor del vero, anche le sollecitazioni da parte dei cittadini e dell’opinione pubblica in generale, benché in aumento, non assicurano la spinta continua e consapevole di cui ci sarebbe bisogno.
“È bene che esigiamo che i responsabili dei Governi facciano il loro lavoro, ma è fondamentale anche che ognuno di noi cominci a cambiare le proprie scelte e a eliminare i combustibili fossili dalla propria vita quotidiana, perché questo sarà decisivo per determinare i grandi cambiamenti ormai improrogabili, tuttora rallentati da visioni e interessi miopi. Ci auguriamo anche che ognuno faccia del suo meglio per coinvolgere gli altri e far sentire la propria voce per salvare il Pianeta e garantire per un futuro sostenibile a noi e alle altre specie” afferma Mariagrazia Midulla, responsabile Clima e Energia di WWF Italia. E aggiunge “Il 2021 sarà un anno di massiccia mobilitazione anche a livello istituzionale, con l’appuntamento della 26ima Conferenza delle Parti (COP) sul Clima, l’incontro di tutti gli stati che hanno aderito alla Convenzione Quadro sul Cambiamenti climatico e all’Accordo di Parigi. La COP vera e propria si terrà a Glasgow, in UK, a novembre, ma le fasi iniziali si svolgeranno proprio in Italia (a Milano) con lo Youth Event e la Pre-COP previste a fine settembre e inizio ottobre. L’Italia sarà protagonista internazionale anche per via della sua presidenza al G20: l’incontro dei leader a fine ottobre a Roma dovrebbe favorire decisioni coraggiose da parte della COP di Glasgow”,
Dopo l’ora di buio e di riflessione, ognuno di noi sarà chiamato a riaccendere una luce forte e continua sul proprio impegno a favore della salute della Terra e delle giovani generazioni.