LEGAMBIENTE PRESENTA IL DOSSIER 2017
Viene il capogiro a leggere il dossier di Legambiente “Mare Monstrum 2017”. I dati delle forze dell’ordine riferiti all’anno precedente fotografano una illegalità diffusa. Cemento selvaggio, scarichi fognari abusivi, depuratori malfunzionanti, pesca di frodo, navigazione fuorilegge fanno della Campania una tra le regioni italiane leader per inquinamento e danni all’ambiente.
Lungo i suoi litorali i moderni predoni compiono sette reati al giorno che sommano 2.594 illeciti in un anno (il 16,5 del totale nazionale), 5,5 per ogni chilometro di costa. Tremila persone denunciate o arrestate, 839 sequestri: questi reati si riflettono sulla salute di mare, spiagge, arenili, porti.
Gli antichi romani, che dopo la conquista di Cartagine, della Spagna e dell’Egitto avevano orgogliosamente battezzato il Mediterraneo “Mare Nostrum” o addirittura “Mare Internum”, facendone, come si direbbe oggi, un volano di sviluppo commerciale e civile, ai nostri giorni osserverebbero con raccapriccio la condizione di “nemica del mare” per eccellenza della nostra regione.
In Campania- denuncia Legambiente- il primo reato ai danni del mare è quello legato alle varie forme di inquinamento delle acque. Depuratori inesistenti o mal funzionanti, scarichi fognari abusivi, sversamenti illegali di liquami e rifiuti rappresentano quasi il 19% del totale nazionale con 936 infrazioni. A conferma si registra un exploit sia per quanto riguarda le persone denunciate o arrestate, ben 1.151, più 26% rispetto all’anno precedente, che per l’alto numero di sequestri, 450 (+33,5%).
La nostra regione detiene anche il non invidiabile primato specifico del cemento selvaggio, con il 20% dei reati in Italia. Nel dettaglio sono 764 le infrazioni accertate, 855 le persone denunciate e arrestate, nonché 234 i sequestri effettuati.
C’è poi un mare illegale che è meno evidente degli ecomostri sulle spiagge, ma racconta una pratica molto diffusa e dagli effetti nefasti, non solo sull’ecosistema e la biodiversità, ma anche sulla salute dei consumatori e sull’economia del Paese.
La pesca di frodo, contrariamente a quanto si pensi, raggiunge grandi numeri, come possono testimoniare i sequestri di pescato effettuati dalle Capitanerie di porto e dalle Forze dell’ordine impegnate in questo campo. Secondo il dossier di Legambiente, a guidare la classifica è la Sicilia, con 1.529 infrazioni accertate, pari al 22.5% del totale. Terza la Campania con 602 infrazioni, pari al 18,8 % nazionale, 614 persone denunciate e arrestate a cui sono stati sequestrati 82.509 kg di prodotti ittici.
Esiste infine un altro, non trascurabile, nemico del mare. E’ la navigazione fuorilegge, quella praticata dai diportisti che non rispettano i divieti a tutela delle aree marine protette, che non si curano della sicurezza e che ogni estate causano incidenti ai bagnanti lungo le rive, oltre a devastare il patrimonio di biodiversità sottomarino. Anche in questo caso, la Campania si piazza terza in Italia con 292 infrazioni, il 13% del totale nazionale e altrettante persone denunciate e arrestate.
«Una Campania che un giorno presenta le eccellenze delle località delle vele – conclude Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania -ed un altro giorno mostra quella colpita da cemento illegale sulle coste. Noi continuiamo a credere e a lottare per la Campania virtuosa che punta su innovazione, bellezza e sostenibilità. Con le nostre campagne estive di Goletta Verde (presente in Campania il 6 e 7 luglio) e di Riciclaestate (sensibilizzazione alla raccolta differenziata) vogliamo promuovere le buone pratiche che contribuiscono alla salvaguardia e alla valorizzazione del nostro ecosistema marino, attraverso il turismo responsabile, la tutela della biodiversità, la promozione dei parchi e delle riserve marine. Un viaggio ed un impegno intrapreso con i tanti volontari, turisti e cittadini che hanno a cuore la bellezza e il futuro economico, culturale e sostenibile della nostra regione”.
C’è da augurarsi che il contraddittorio volto bifronte delle incantevoli terre sulle quali viviamo, scompaia per imboccare una decisa e condivisa cultura della difesa del patrimonio naturalistico avuto in eredità, da lasciare integro alle future generazioni.
Vincenzo Iommazzo