Energia Verde nel centro storico di Napoli

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PRIMO IMPIANTO FOTOVOLTAICO NEI QUARTIERI SPAGNOLI-di Vincenzo Iommazzo-

Mentre non sembra avanzare a passo spedito il Grande programma per il centro storico di Napoli patrimonio dell’Unesco che si propone di conseguire sviluppo e migliorare sensibilmente la qualità degli ambienti e della vita degli abitanti, si registra invece una buona notizia proveniente dall’impegno di realtà non strettamente istituzionali.

L’ex istituto Montecalvario ai Quartieri Spagnoli già oggetto di importanti trasformazioni che hanno permesso di ospitare nei 10.000 mq. di superficie disponibile scuole, centro per disabili cognitivi, corsi dell’Accademia di belle Arti, imprese e cooperative giovanili, si è dotato di un impianto fotovoltaico che per primo produrrà energia verde nel centro storico della città.

L’intervento si inserisce in una serie di azioni che dal 2018 ha permesso alla Fondazione Foqus, con il sostegno di Invitalia, di mettere in campo nuovi spazi e servizi culturali in un quartiere che vede aprirsi concretamente moderne prospettive di sviluppo, con ricadute non banali sul piano sociale ed occupazionale.

L’impianto fotovoltaico, che consentirà un risparmio annuo del 40% sulla bolletta elettrica della Fondazione e delle imprese insediate, inaugura un deciso percorso verso il “green” dell’area grazie alla “collaborazione virtuosa pubblico-privato non profit che occorre coltivare con sempre maggiore convinzione” come ha dichiarato Rachele Furfaro presidente di Foqus.  Le fa eco Renato Quaglia direttore della stessa Fondazione affermando che “Più di 500mila euro di investimenti comuni tra Invitalia e Foqus hanno consentito non solo di inaugurare nei molti spazi disponibili dell’ex istituto attività importanti per l’economia sociale e turistica dei Quartieri Spagnoli, ma hanno assicurato lavoro durante l’anno 2020 a imprese, studi di architettura, esperti e manodopera che hanno potuto dimostrare il patrimonio di competenze e professionalità che Napoli esprime ad ogni livello”.

In sostanza si configurerebbe, diciamo noi, una vera e propria best practice da replicare auspicabilmente, con un occhio agli obiettivi ecologici fissati dalla UE a scadenze ormai abbastanza ravvicinate.

L’interesse per le energie pulite ha mosso anche Wwf Napoli quando dal 2017 ha avviato un progetto di monitoraggio di una prima serie di impianti fotovoltaici su edifici pubblici del Comune di Napoli e della Città Metropolitana, in particolare istituti scolastici, per acquisire informazioni in merito ai principali parametri energetici quali potenza installata, avvenuto allacciamento alla rete elettrica, esercizio in corso o meno, introito in euro/anno e abbattimento di quantità di CO2 immessa nell’atmosfera.

Al momento il quadro presenta luci e ombre, non tutti i plessi individuati hanno l’impianto fotovoltaico in funzione, quando non addirittura solo saltuariamente in servizio e, sorpresa del tutto inaspettata, pare che il Comune di Napoli – a differenza della Città Metropolitana – non disponga di un energy manager, benché normative nazionali lo prevedano per realtà che superano determinati consumi, come è il caso dell’ente di palazzo San Giacomo.

E’ da sperare che la lacuna possa essere presto colmata sulla spinta della crescente sensibilità dei cittadini per i temi ambientali e, perché no, di una sana competizione con privati, associazioni, terzo settore e mondo della ricerca che dimostrano di marciare più spediti sulla strada della consapevolezza che la tanto discussa transizione ecologica si costruisce anche con non roboanti realizzazioni, in grado però di far avanzare la cultura della innovazione al servizio di ecosistemi rispettosi della natura, anche nei centri più antropizzati delle città.

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