Clima ed economia: risposte globali a problemi globali

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Nasce in Italia Centro di Ricerca Transatlantico- di Vincenzo Iommazzo-

Affrontare i cambiamenti climatici, garantendo benessere e sviluppo sostenibile per le generazioni attuali e future. La rilevanza di questi argomenti è confermata anche dall’assegnazione del Premio Nobel per l’economia nel 2018 allo statunitense William Nordhaus, lo scienziato dell’Università di Yale nel Connecticut, che prima e più di tutti insiste sul nesso tra economia e questione climatica.

E proprio il prof. Nordhaus ha inaugurato recentemente a Milano un importante Centro di ricerca transatlantico sull’economia del clima, nato grazie alla collaborazione tra il think tank americano “Resources for the Future (RFF)” e l’italiana “Fondazione CMCC – Centro Euro Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici”.

Il Centro, che ha preso il nome di European Institute on Economics and the Environment (EIEE), si pone l’obiettivo di mettere in comune tra i due Paesi risorse scientifiche ed esperienze per studiare come garantire sviluppo sostenibile, limitare i cambiamenti climatici e i loro impatti, capire la dimensione sociale dell’economia ambientale. Temi da molti considerati come le sfide più rilevanti dei prossimi decenni, per i quali si tratta di trovare meccanismi utili a far sì che l’abbattimento delle criticità rappresenti un beneficio per tutti gli abitanti del pianeta.

Formato da circa 50 ricercatori provenienti da 13 nazionalità (Italia, Germania, Francia, Olanda, Portogallo, USA, Bolivia, Bangladesh, India, Iran, Corea del Sud, Cina, Belgio) il team comprende economisti, climatologi, data e computer scientists, matematici, ingegneri.

La riduzione delle emissioni di gas serra, le tecnologie che facilitano la transizione verso un mondo senza emissioni di carbonio, il nesso tra cambiamenti climatici e migrazioni, le implicazioni nella distribuzione delle ineguaglianze e le tecniche per incentivare e premiare comportamenti virtuosi nei cittadini: questi sono alcuni dei principali indirizzi su cui lavorare da parte dell’EIEE attraverso aperture e collaborazioni con importanti realtà internazionali.

“Sappiamo molto della scienza del clima, ma gli accordi internazionali spesso non funzionano. Abbiamo imparato a capire che il motivo di questa inefficacia sta nel fatto che sono accordi volontari” ha spiegato il prof. Nordhaus specificando che se non ci sono sanzioni è difficile che un impegno per la riduzione delle emissioni venga portato a termine. Bisogna immaginare meccanismi fatti di incentivi per valorizzare chi partecipa agli accordi e sanzioni per chi invece ne rimane fuori.

Alcuni esempi recenti, registrano uno studio che traccia ai governi possibili vie per rispettare l’Accordo di Parigi datato 2015, affrontare con efficacia i cambiamenti climatici e garantire misure in linea con le priorità socio-economiche di ciascuna realtà nazionale. Un altro interessante studio, supportato dall’utilizzo di avanzati modelli matematici, si è invece concentrato nell’analisi di come i paesi che ad oggi risultano essere quelli che emettono le maggiori quantità di CO2 sono gli stessi che subiranno in futuro i costi maggiori derivanti dai cambiamenti climatici.

Il nuovo Centro, inaugurato martedì 11 giugno nella propria sede di Milano con un incontro pubblico, ha visto la partecipazione, oltre che del prof. William Nordhaus, di Matteo Bartolomeo presidente Base Milano, Richard Newell presidente RFF, Antonio Navarra presidente CMCC, Massimo Tavoni del Politecnico di Milano e direttore RFF-CMCC, Valentina Bosetti dell’Università Bocconi.

Soddisfatti i fondatori della partnership che mette in connessione Stati Uniti ed Europa, ma grande attesa anche da parte di cittadini e consumatori desiderosi di venire a conoscenza di modalità di comportamento sostenibili per l’ambiente e nello stesso tempo non incompatibili con il benessere e la crescita economica.

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