Tartaday 2016-
Non v’è certezza che Cesare Pavese, confinato nel 1935 per un anno a Brancaleone Calabro, abbia avuto modo di osservare le numerose colonie di tartarughe marine nascere e muoversi sulla vasta costa del comprensorio.
Il Comune infatti gode dell’appellativo di “città delle tartarughe di mare” perché sulle sue spiagge, così come su quelle dei Comuni vicini, depone le uova la Caretta-caretta, facendo di questo tratto di costa l’area più importante di deposizione in tutta l’Italia.
Non a caso, ad uno di questi Comuni, Palizzi, adagiato sul versante meridionale dell’Aspromonte fino a lambire le acque dello Jonio, a poca distanza da Capo Spartivento considerato il promontorio più meridionale d’Italia, è stato affidato il coordinamento di uno degli importanti progetti Life Caretta.
Il programma, finanziato dalla Comunità Europea, ha l’obiettivo di studiare e proteggere le tartarughe nelle acque italiane.
In occasione del Tartaday, festeggiato come ogni anno il 16 giugno, Legambiente Campania ha contribuito all’evento organizzando per il week-end successivo delle attività dedicate alle tartarughe marine e alla loro salvaguardia.
L’aiuto è venuto dagli stessi nobili animali, uno dei quali ha scelto di nidificare proprio sul litorale Cilentano, ad Acciaroli (forse ha ricevuto informazioni confidenziali sulla Guida Blu che pone la località ai primi posti in Italia?). I volontari dell’Associazione saranno impegnati fino alla schiusa delle uova, prevista verso ferragosto, a monitorare il nido e a sensibilizzare i visitatori.
Ma quali sono i pericoli che corrono le tartarughe marine? Notevoli. Le catture accidentali da parte dei pescatori professionisti ammontano ad oltre 130 mila l’anno, ci si mettono poi il traffico marittimo, l’ingestione di plastica, il degrado e l’urbanizzazione delle coste che inquinano l’ambiente nel quale vivono e si riproducono.
Il progetto LIFE Caretta Calabria si prefigge di contribuire alla tutela della più importante area di nidificazione della tartaruga in Italia, rappresentata, come detto, dalla costa ionica reggina, attraverso una serie di azioni volte a ridurre le catture accidentali nelle attività di pesca e, contemporaneamente, a preservare i delicati settori di habitat dunali strategici per la nidificazione.
Per raggiungere questi obiettivi, il progetto coinvolgerà la popolazione, avviando una diffusione capillare di buone pratiche finalizzate al rispetto e alla conservazione delle preziose aree di nidificazione di questa emblematica specie della fauna marina.
Le liberazioni degli esemplari feriti e curati rappresentano uno dei momenti più emozionanti per i turisti e per gli operatori. Servono a sensibilizzare i cittadini, soprattutto giovani e bambini, sull’importanza di una corretta gestione delle risorse naturali e al rispetto degli ecosistemi.
L’impegno specialistico di ricercatori, università, enti, istituzioni e associazioni deve tendere a costituire una vera e propria rete a tutela della salute della fauna, non solo marina, per assicurare l’equilibrato e sostenibile futuro dell’umanità.
Vincenzo Iommazzo