ENPA e Carabinieri di Serre garanti della Protezione Ambientale- di Vincenzo Iommazzo
Nonostante l’aumentata sensibilità verso la salvaguardia dell’ambiente, neanche il maltempo ferma il bracconaggio in provincia di Salerno. Incuranti delle condizioni meteo avverse e dello scarso passo di migratori, negli ultimi giorni non sono mancati gli spari di (sedicenti) cacciatori nel territorio di Serre. Proprio il rumore dei colpi provenienti da una zona protetta vicina al fiume Calore, ha permesso alle guardie Enpa e ai carabinieri della stazione di Borgo Carillia diretti dal maresciallo Vittorio Lorito, di avvistare due persone intente all’attività venatoria. La squadra, dopo aver seguito da un’altura i movimenti dei due soggetti, si è diretta sul posto per procedere al controllo delle autorizzazioni, appurando che i due si trovavano a poche decine di metri dalla sponda del fiume ed avevano abbattuto selvaggina in area protetta, attività vietata dalla legge 394 del 1991.
I militari hanno proceduto al sequestro delle armi, del munizionamento e della fauna abbattuta, ossia tre tordi bottaccio ed un merlo e per i malcapitati è scattato il deferimento all’Autorità giudiziaria. I controlli sul territorio proseguiranno nelle prossime settimane per scongiurare attività illecite. Il capo nucleo delle guardie Enpa di Salerno, Alfonso Albero ringrazia il maresciallo Lorito ed i suoi uomini per la serie di servizi svolti a tutela del territorio e dell’avifauna e sottolinea l’importanza di attenersi alle leggi vigenti in materia venatoria da parte di tutti i cacciatori.
Ma per Borgo Carillia non finisce qui. Nello stesso periodo, durante un servizio mirato sul regolare smaltimento degli effluenti zootecnici, i carabinieri e le guardie dell’Enpa di Salerno hanno deferito all’Autorità Giudiziaria due persone, titolari di allevamento di animali da reddito, colpevoli di smaltimento illecito di reflui zootecnici, ancora in zona riserva “foce Sele-Tanagro”. Il benemerito maresciallo Lorito, dopo un sopralluogo ed alcuni appostamenti con i suoi uomini, ha potuto constatare come i soggetti smaltissero, in un terreno adiacente l’allevamento, il materiale liquido e solido senza le autorizzazioni prescritte. Poiché lo stesso terreno confina con il fiume Calore, il materiale depositato, per ruscellamento si immette direttamente nel suo alveo. E’ risaputo che il letame finito nei corpi idrici genera eutrofizzazione che, nei mesi estivi, può portare a ipossia o addirittura anossia (rispettivamente carenza e assenza di ossigeno) delle acque, riducendone in maniera significativa la qualità sia dal punto di vista naturale che da un punto di vista delle normali condizioni igienico sanitarie.
Al fine di interrompere l’illecito, i militari e le guardie hanno provveduto a sequestrare l’intera area e a controllare l’allevamento, rilevando che i recinti adibiti alla stabulazione all’aperto degli animali erano dotati di tubature interrate e rogge che scaricavano il letame direttamente nel fiume. I titolari sono stati denunciati a piede libero per reati connessi al Testo Unico sull’Ambiente e smaltimento reflui in area protetta.
Più che mai soddisfatto Alfonso Albero che vede nella consolidata sinergia tra Enpa e forze dell’ordine l’elemento determinante per offrire ai cittadini rispettosi della natura uno strumento decisivo per assicurare un ambiente sano ed ecosostenibile da lasciare in eredità alle nuove generazioni.