A Salerno NO al consumo di suolo.-
Continuando con il ritmo attuale, in un futuro non lontanissimo si rischia di celebrare la Giornata della Terra senza trovare un angolo di suolo libero da sovrastrutture e in ambiente fortemente inquinato.Lo aveva intuito già nei primi anni sessanta un senatore statunitense del Wisconsin, Gaylord Nelson, che riuscì a coinvolgere sulla questione vari personaggi di peso, primo fra tutti il presidente John Fitzgerald Kennedy.
Nacque così il 22 aprile del 1970 la prima Giornata della Terra che vide la partecipazione di venti milioni di americani sorpresi e preoccupati, in quel caso, per il disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio da un pozzo della Union Oil al largo di Santa Barbara in California.
Oggi lancia l’allarme Legambiente ritenendo il consumo di suolo una delle più’ insidiose e irreversibili forme di degrado del territorio con un crescente “prezzo da pagare” in milioni di euro.
Eppure in Campania è ancora fortissima la tendenza alla cementificazione selvaggia. Secondo i dati ISPRA-Legambiente elaborati al 2015, in Campania l’urbanizzazione ha impermeabilizzato o compromesso 145 mila ettari, più del 10% del territorio regionale. I Comuni maggiormente colpiti si trovano in provincia di Napoli. Casavatore raggiunge il record assoluto a livello nazionale, con quasi il 90% di suolo sigillato. Nella sola provincia di Salerno circa 44mila ettari di suolo sono perduti per sempre con valori elevati nella Piana del Sele: Eboli con 3.600 ettari pari al 26,4% del territorio comunale e Battipaglia con 2.600 ettari pari al 46,7%. Il comune di Serre è quello con incremento maggiore rispetto al 2012 per suolo consumato pari al 16,8%.
Spicca per fortuna l’esperienza virtuosa di S. Giovanni a Piro che ha deliberato crescita edilizia zero.
In Europa non esiste ancora una legge che difenda il suolo, mantenendolo sano e vivo, al fine di contrastare disastri ambientali, cambiamenti climatici e veleni nel piatto.In occasione della Giornata della Terra, Legambiente chiama alla mobilitazione i cittadini in oltre 30 piazze organizzando banchetti per incrementare le adesioni alla petizione popolare promossa da People4Soil. E’questa un’Iniziativa dei Cittadini europei (ICE) sostenuta da più di 400 associazioni che chiedono all’UE norme specifiche per tutelare il suolo, bene essenziale alla vita come l’acqua e l’aria.
Appuntamenti a Pontecagnano, Battipaglia, Eboli, Torchiara, Campagna, S. Giovanni a Piro, Paestum. L’obiettivo è quello di raccogliere firme, ma soprattutto di spiegare ai cittadini che cosa comporta il consumo di suolo, un processo subdolo, sostanzialmente irreversibile. Nel nostro Paese il territorio produttivo è notoriamente una risorsa scarsa e, come tale, da custodire gelosamente.
Il traguardo da raggiungere è un milione di firme in tutta Europa entro il 12 settembre prossimo; 54mila le firme necessarie per toccare il quorum in Italia.
“Per frenare il consumo di suolo- commenta Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania- c’è bisogno di norme e regole efficaci, azioni e strategie concrete non più rimandabili e che mettano al centro la rigenerazione urbana e il suolo inteso come bene comune e preziosa risorsa da tutelare. Esempio concreto arriva dal Cilento, dove l’Amministrazione di San Giovanni a Piro con una delibera di Giunta ha scelto di dire stop ai permessi di costruire, optando a chiare lettere per la «crescita edilizia zero» nella frazione marina di Scario. Una scelta politica lungimirante che punta a mantenere il più possibile intatto il territorio, puntando sul recupero e manutenzione delle volumetrie esistenti. La vera arte edilizia – conclude Buonomo – consiste nel restaurare, risanare e consolidare ciò che il tempo e l’incuria degli uomini ha avviato al degrado ed alla fatiscenza “.
Vincenzo Iommazzo