Torniamo a riveder le stelle –
Un ecomostro si aggira, fortunatamente ancora per poco, per il Vallo di Diano. Molto meno famoso dello spettro aggirantesi per l’Europa citato da Marx ed Engels nel lontano 1848, tuttavia ben presente agli abitanti di quella incantevole area del Cilento dominata dal massiccio degli Alburni.
La storia ebbe inizio nel 2001 a seguito di concessione edilizia rilasciata all’epoca dal Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni al richiedente Comune di Petina per costruire una struttura prefabbricata di circa 300 mq. in legno lamellare da adibire a ricovero attrezzi per i Lavoratori Socialmente Utili in località Aresta.
A causa di varie vicissitudini l’opera fu realizzata solo in parte, sequestrata nel 2003, dissequestrata nel 2010, ma diventata nel frattempo inutile e abbandonata al degrado. Sorte purtroppo condivisa da centinaia di manufatti incompiuti che costellano il nostro paese.
Grazie all’interessamento dell’avv. Maria Cristina Rizzo dell’Ufficio Legale del Codacons di Salerno impegnato per anni in una vera e propria battaglia ambientalista, è stato possibile, da parte del presidente dell’Ente Parco Tommaso Pellegrino, giungere alla decisione di procedere all’abbattimento della struttura con il conseguente ripristino dello stato dei luoghi che dovrà avvenire entro 90 giorni.
E’ un successo per l’ecosostenibilità dei nostri territori, altre volte difficile da salvaguardare.
La scomparsa di un manufatto imbarazzante, potrebbe però essere l’occasione di valorizzare, nello stesso comprensorio, un’altra struttura che non si esiterebbe a definire di eccellenza.
Si tratta dell’Osservatorio Astronomico situato poco lontano, aperto nel 2001 grazie all’entusiasmo e all’impegno di benemeriti amatori. All’epoca fu trasformato, ristrutturando e installando le apparecchiature necessarie, il rifugio denominato “Casone” in località Aresta, sito ideale perché privo di inquinamento luminoso, tanto da permettere la visione notturna delle stelle anche ad occhio nudo.
Un’associazione di giovani dalla suggestiva denominazione di “Astrofili degli Alburni” si era formata sotto la guida di Ettore Marmo ingegnere appassionato dello studio dei corpi celesti ed in grado con altri bravi tecnici volontari di far funzionare la struttura, di promuovere corsi e spiegare l’astronomia nelle serate di osservazione.
Ora purtroppo l’ Osservatorio è chiuso da qualche anno, a seguito di varie vicende, ma sembra essere rinato l’interesse da parte delle Istituzioni, e nn solo, di pervenire all ripristino e alla riapertura dell’edificio, unico nel suo genere e sicuro attrattore di scolaresche, ricercatori di turismo di qualità sul territorio.
Non sarà facile, ma a nostro avviso, vale a pena di tentare l’impresa per arricchire la comunità di uno strumento originale, di grande interesse scientifico e di prestigio, moderno dispensatore di cultura soprattutto per i giovani, in accordo con la rinnovata sensibilità verso la rivitalizzazione delle aree interne, di indiscutibile bellezza in tutto il Cilento.
Vincenzo Iommazzo