di Emanuela Liaci-
“Quando un uomo rivolge tutta la volontà verso una data cosa, finisce sempre per raggiungerla.” (Herman Hesse)
“Costanza, dedizione, perseveranza e disciplina battono genialità e talento ogni giorno della settimana. Siamo dove siamo semplicemente perché gli altri si fermano mentre noi continuiamo, sempre. Senza impegno non inizierai mai, senza costanza non finirai mai.” (Cocktail&Magic)
Quelli elencati sono alcuni dei valori aziendali della Cocktail&Magic, brand italiano che produce e distribuisce spettacoli di illusionismo di elevata particolarità.
Nato da un’idea del trentunenne fondatore Augusto Dos Santos, a mio parere, rompe senza indugio quelli che sono i preconcetti negativi e standardizzati sulla generazione odierna.
Un’azienda, quella di Augusto, che lascia spazio di espressione e realizzazione artistica ai giovani, motivandoli con una serie di principi aziendali corrispondenti nella realtà ai valori a cui bisognerebbe ispirarsi sempre.
Comunicazione, intraprendenza, passione, ambizione, coraggio ed originalità, sono i valori che caratterizzano gli spettacoli della Cocktail&Magic.
Ho avuto il piacere di entrare nel mondo di Augusto, il fondatore, e di Tony artista illusionista del gruppo. E con piacere vi riporto la loro storia e le loro emozioni sperando che possano servire da esempio per i ragazzi di oggi.
Augusto come e quando nasce l’idea di fondare il brand della Cocktail&Magic?
L’idea nasce quando avevo 16 anni ed ero un mago dilettante.
Per aiutare la mia famiglia ed avere del denaro per acquistare gli strumenti di magia che, oltretutto, sono costosissimi, facevo il barman; durante i turni di lavoro intrattenevo i clienti preparando i drink e facendo qualche numero di magia.
Una volta, per caso, feci apparire dal nulla un cocktail che un cliente mi aveva chiesto e da lì nacque l’idea di fondere la magia ai cocktail.
Trovai anche un nome artistico, appunto, “Cocktail&Magic” e successivamente creai un’intera esibizione chiamata “The Italian Job Cocktail” che oggi corrisponde al numero di apertura dello show “Drink in Health”.
Con lo stesso numero vinsi il premio francese “Magicien D’Or” come miglior numero di magia e quando tornai in Italia, capii che nella mia vita avrei voluto fare solo questo.
Lasciai il mio lavoro di barman e cominciai a ragionare per trovare la strada più breve per calcare i palcoscenici dei teatri visto che non ero noto al pubblico.
Così pensai che forse era più semplice far venire i ragazzi a teatro piuttosto che un pubblico adulto agli spettacoli serali.
Scrissi e presentai il progetto di uno spettacolo fingendo di essere manager di me stesso e nel giro di una settimana lo show fu acquistato.
Ma pensai che a nessuna scuola poteva interessare vedere uno show di magia senza alcun fine didattico e da quella riflessione arrivai all’idea di spiegare ai ragazzi cosa fosse realmente l’alcool e i suoi effetti devastanti e pericolosi usando la magia.
Nacque così il format “Drink in Health”, ovviamente,però, non essendo un medico, per dare professionalità allo show, contattai la Dott.ssa Renata Ferrante e affidai i testi alla Sig.ra Carolina Ricci, attualmente content creator e divulgatrice del format.
I primi spettacoli vedevano sul palco solo quattro attori, il sottoscritto, Carolina Ricci, Marianna Michelino e Giuseppe De Prisco; ognuno gestiva vendita, organizzazione, carico, scarico, biglietteria e show, una follia pensandoci, visto che attualmente ci sono ben 18 persone che lavorano per la realizzazione dello show, oltre al management che si occupa della distribuzione.
Con il tempo, vista l’elevata richiesta di spettacoli, la mia esigenza fu quella di trasformare la mia immagine professionale da artista in produttore e distributore di spettacoli di illusionismo, lasciando intatto il nome del brand.
Quanti ostacoli hai incontrato in questo percorso artistico-professionale?
Ho incontrato tanti ostacoli, qualcuno derivante sicuramente dalla mancata struttura organizzativa, qualcuno anche dalla poca esperienza artistica nel settore.
Ne ricordo tre in particolare.
Il primo, proprio alla prima dello spettacolo”Drink in Health”, al Teatro Roma di Portici, quando ad una settimana dall’evento, avevo già incassato dalla scuola il compenso, dovevo pagare il teatro e tutto il resto e non riuscendo con quanto incassato fui costretto a chiedere un prestito di 2mila euro per fare fronte al materiale mancante che arrivò il giorno prima dell’evento e quindi, vi lascio immaginare il mio stato emotivo.
Il secondo episodio, poco dopo, in quanto tutta l’attrezzatura doveva essere trasportata in teatro e a metà strada il furgone, noleggiato da un amico, si fermò per avaria.
Per chi come me era alle prime armi e quindi non abituato ad avere soluzioni alternative, fu una tragedia, che si risolse con l’aiuto di 6-7 autovetture recuperate da vari amici contattati che portarono in salvo il materiale in teatro.
Il terzo episodio avvenne durante il terzo appuntamento con lo show,
la sera prima avevo mangiato delle patate surgelate, durante la notte incorsi in una intossicazione alimentare con febbre alta e dolori, avevo già incassato il compenso e non potevo annullare tutto (come suggeriva la madre della mia ex fidanzata), avrebbe significato perdere la stima e il buon nome nel settore, rinunciando ad un guadagno elevato.
E così da buon padre di famiglia decisi, nonostante la febbre alta, di salire sul palcoscenico.
Nonostante i farmaci e l’aiuto di Marianna che mi dava dell’acqua, lo show riuscì e a fine serata, disintegrato dalla stanchezza, mi misi a letto con tutti gli abiti di scena addosso.
Augusto grazie per averci raccontato la tua storia, adesso passo la parola a Tony l’illusionista della famiglia.
Tony, come hai conosciuto Augusto?
Beh ci siamo conosciuti in occasione della mia partecipazione ad una gara tra maghi a Napoli ed Augusto cercava un’illusionista da inserire nel suo progetto.
In quella circostanza mi sono classificato al secondo posto e alla fine della competizione Augusto, compiaciuto dalla mia tecnica e dalla mia presenza scenica, prese il mio contatto e tutto nacque da lì; e dopo sei mesi di duro lavoro debuttai con lo show “Drink in Health”.
Come nasce la tua passione per l’illusionismo?
Nasce anni fa, quando mio padre mi mostrava dei piccoli giochi di magia ed io cominciai a guardare le esibizione dei prestigiatori in Tv, da quel momento ho iniziato ad appassionarmi a quest’arte ed a studiare sui libri.
Chi era Tony da bambino?
Ero bambino vivace, ridevo tantissimo e adoravo far ridere i miei amici.
Mi piaceva stare a contatto con le persone, fare nuove amicizie e star bene con chi mi circondava.
Chi è l’illusionista? Quanto di personale deve esserci nel suo personaggio?
Secondo la mia visione, l’illusionista non deve essere troppo dissimile dalla propria persona.
Io lo immagino come una foto e la costruzione del personaggio la vedo come quando proviamo a modificarla.
Va aumentato di poco il contrasto o la saturazione, senza fotomontaggi, al massimo si può mettere in risalto parte dell’immagine e quindi, una parte di noi stessi, rendendo dei punti più vivaci ed altri più nascosti dalle ombre, ma in fin dei conti siamo sempre noi e non un personaggio che non ci appartiene!
Qual è la caratteristica principale del tuo team di lavoro?
Credere nel progetto.
Questo consente di affrontare gli intoppi e vederli come opportunità.
Ogni persona del Crew ha caratteristiche diverse; il nostro compito come leadership è quello di sprigionare la loro bravura e migliorare tutte i possibili skills.
Tony, come riesci a catturare l’attenzione di tanti ragazzi in teatro?
La magia è interattiva già di per sé, per noi non è stata un’idea quella di rendere interattivo lo show, ma fare in modo che i ragazzi avessero la voglia di partecipare (cosa non semplice).
Ogni testo è stato scritto con un linguaggio giovanile, i numeri sono stati pensati per divertire ed allo stesso tempo per educare.
Vado molto fiero del numero dove viene spiegato cos’è l’alcool con una semplice corda.
Ha una durata di circa 8 minuti, un tempo in cui regna un silenzio tombale in teatro perché abbiamo la completa attenzione dei ragazzi.
Successivamente spezziamo quel silenzio con un numero interattivo dove facciamo provare l’ebrezza di essere ubriachi al volante dell’auto.
Per tutta la durata dell’esperimento i ragazzi si divertono ma al termine del numero con un finale inaspettato i ragazzi si rendono conto che c’è poco di cui ridere.
Tenere l’attenzione degli studenti per due ore è molto complicato, per questo motivo quando mi è stato affidato il ruolo di frontman nello show ho dovuto studiare tutto nei minimi particolari senza lasciare nulla al caso.
Torno da Augusto per chiedere: Cosa ti aspetti da questo format?
Domanda tosta per me, preferisco non vivere di aspettative, mi pongo grandi obiettivi ma li tengo per me e con il mio Crew proviamo a soddisfarli a pieno, anche se non accade nell’immediato.
Il nostro obiettivo è avere riscontro non solo nelle scuole e nei teatri, bensì in un mercato diverso come quello Europeo, nel frattempo lavoriamo ad un nuovo show che vorremmo lanciare per luglio prossimo.
La nostra visione è quella di intrattenere il pubblico con i nostri spettacoli, sempre e per sempre, in tutto il mondo con l’originalità che ci contraddistingue.
Tony, un’ultima domanda doverosa, “cosa vuoi fare da grande?”
Da grande punto alla mia crescita personale e professionale.
Ho capito nell’ultimo periodo che credere in un sogno non è poi così male, per cui sono certo di affidare il mio futuro a quest’arte.
Un’arte che mi ha dato tanto e mi ha permesso di conoscere tante persone, perché durante gli spettacoli non sarò mail il Mago che mostrerà le sue doti, ma un ragazzo che proverà sempre di più a stupire ed a far divertire il suo pubblico, proprio come faceva da piccolo con i propri amici per farli stare bene.
Grazie a questi due artisti, ragazzi esemplari, a mio dire, di una generazione che viene “deturpata” da troppe pecorelle smarrite!
Vi auguro di portare a casa tutti i sogni che custodite nel cuore e che la vostra determinazione possa essere esempio oggettivo di come si costruisce il proprio futuro “mattone su mattone”.