Petali &Foglie- di Claudia Izzo-
Adottato a livello internazionale come fiore ufficiale della Festa dei Nonni, che cade il 2 ottobre di ogni anno, il “Non ti scordar di me” appartiene al genere Myosotis, (orecchio di topo), che comprende circa 60 specie erbacee ed è un fiore piccolo e gentile di colore azzurro.Può essere anche bianco, giallo, rosa, blu, in Italia è presente in tutte le regioni ma anche nelle zone temperate dell’Europa e dell’Australia, dell’Asia, Africa e America boreale.
Può venire impiegata con successo nelle aiuole, nelle bordure e nei giardini rocciosi e divenire pianta da vaso. Come fiore da taglio trova un ottimo spazio nelle composizioni naturali ed è apprezzata per l’abbondanza e la durata della fioritura e per le poche cure che richiede.
La leggenda narra di due innamorati che stavano passeggiando lungo il Danubio, scambiandosi tenerezze e promesse per l’eternità quando rimasero affascinati da piccoli fiori di colore azzurro che erano trasportati dalla corrente del fiume. Il ragazzo chinatosi per raccoglierne uno e farne dono alla sua amata, fu inghiottito dalle acque e le sue ultime parole furono “Non ti scordar di me”.
Per gli antichi il “Non ti scordar di me” era chiamato “Erba sacra”, usata per la preparazione di utili medicamenti per gli occhi; Secondo Plinio il vecchio il piccolo fiore era simbolo di salvezza dal dolore e da tutto ciò che potesse incupire la vita. In Germania, nel XV secolo, si riteneva che colui che avesse indossato questo fiore non sarebbe stato dimenticato dalla propria amata, essendo ritenuto il simbolo per eccellenza della fedeltà e dell’amore eterno.
In Massoneria diviene simbolo dell’ appartenenza, mezzo attraverso il quale si riconoscevano quando la Germania del Terzo Reich aveva messo al bando le associazioni massoniche e deportava i massoni quali “dissidenti politici”. Ancora oggi viene usato dai massoni per ricordare i massoni vittime del regime nazista.
Il “Non ti scordar di me” diviene simbolo di ispirazione de movimento letterario del romanticismo, ideato dal poeta e filosofo tedesco Novalis nel suo romanzo di formazione Heinrich von Ofterdingen. Questo fiorellino azzurro diviene l’emblema del desideri, dell’amore, dello sforzo metafisico dell’accostarsi all’infinito ed all’irraggiungibile, costanti della corrente romantica.
Tanti motivi, dunque, per non dimenticare questo piccolo fiorellino dai grandi significati!