Erbe medicamentose…un regalo dalla natura

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-di Clotilde Baccari-

Nella storia della botanica non si può ignorare che molti scienziati eminenti si sono occupati dei vantaggi delle cure di  erbe; basti pensare al famoso parroco- medico Sebastiano Kneipp, autore del celebre libro “La mia cura d’acqua”, il quale lasciò scritto il notissimo precetto – restate fedeli alle vostre erbe medicinali; sia che lo usiate internamente o esternamente, voi avrete la sicurezza che quant’ anche non doveste scegliere bene ,non vi faranno certamente del male. Lasciate ai ricchi le loro medicine e  i loro veleni-

Basterà, anche, pensare alle massime mediche della famosa scuola di Salerno, agli scritti di Plinio il Vecchio, di Varrone, di Dioscoride, di Celso, di Galeno fino a quelli di Falloppia, di Mattioli e di Cesalpino dei secoli XVI e XVII ,o ancora di Flaiani  e Folchi in epoca più recenti, per avere contezza dei vantaggi delle erbe per le più svariate malattie del corpo umano.

Le piante di cui si serve l’erboristeria, per sommi capi, si possono distinguere  in due categorie: la prima, quella  delle piante medicinali, note a tutti ; la seconda, quella delle piante medicinali che vengono importate o che comunque sono poco conosciute .

Un elenco sufficientemente dettagliato delle prime deve comprendere, in ordine alfabetico, l’acetosella l’aglio, l’altea, l’anice, l’asparago, l’arancio amaro, l’assenzio comune, il basilico, la bocca di leone, la borragine, il bosso, la camomilla, la canna, il capelvenere, il carciofo ,la carota, il carrubo, il castagno, il cedro, il ceraso, il cavolo, la cicoria, la cipolla, il cipresso, l’edera, l’erba romana, l’eucalipto, il fieno greco, il finocchio, la fragola, il gelso, il giglio, il girasole, la gramigna, il granturco, la lattuga, il lauro, la lavanda, la liquerizia ,il limone, ii lino, la maggiorana ,la malva, il mandorlo, la melanzana, il melo, il melograno, la menta piperita, il mirto, il nespolo, il ravanello, il rosmarino, la salvia, il sambuco, il sedano, il timo, il tiglio viola, la vite e la zucca insieme ,naturalmente ,a  moltissime altre.

Nel secondo elenco possono figurare l’abete rosso, l’achillea, l’acero, l’agave, l’aloe, l’agrimonia,  l’arnica, la betulla, la bardana, la calendula, il crescione .la corallina l’equiseto e  il luppolo insieme a tante altre.

Naturalmente tutte queste piante hanno svariatissime proprietà di cui ci si può servire a secondo dei mali che si intendono curare .

Pertanto è necessario conoscere come utilizzare questi rimedi naturali e come approntare decotti, infusi, te, tinture e polveri sulla cui nomenclatura è opportuno intendersi subito.

Il decotto di erbe consiste nel far bollire le piante per circa mezz’ora cominciando con le parti legnose prima di quelle tenere che vanno aggiunto quando le prime si trovano in ebollizione già da 20 minuti; comunque per i decotti è sempre meglio abbondare nella bollitura,

Gli infusi e i  te si preparano versando acqua bollente in una tazza in cui si trovi già la pianta sminuzzata e coprendo subito il tutto; quindi si dovrà passare attraverso un setaccio e bere zuccherato.

Buona regola, in genere, è di usare per una porzione circa nove  grammi di vegetali per le piante amare i grammi devono essere due o tre.

Le tinture, invece, si ottengono collocando in una bottiglia, fino a metà, le piante sminuzzate e versandovi sopra alcool da liquore sino a coprirle. Si chiude e si lascia riposare per alcuni giorni quindi si  decanta il liquido che andrà preso a gocce.

Le polveri si preparano pestando in un mortaio le piante secche fino a ridurle in frammenti minutissimi ,In luogo del mortaio si potrà utilizzare un  comune macinino da caffè, regolandolo in modo che dia pezzettini piccolissimi. Infine, va ricordato che nel preparare i  cotti è bene evitare recipienti di ferro non smaltati, giacché le piante contengono tannino  il quale a contatto con il ferro forma un tannato di ferro che rende il decotto nerissimo.

 

Immagine Pixabay License

 

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