di Graziella Di Grezia-
Oggi rileggiamo una lirica di Giorgio Caproni “Oh Cari”.
Uno dei più grandi esponenti della poesia del Novecento, Giorgio Caproni è stato un uomo malinconico e solitario, appassionato della verticalità della città di Genova (in foto).
“La mia città dagli amori in salita,
Genova mia di mare tutta scale”
Cresciuto tra le difficoltà economiche di famiglia e i conflitti mondiali che hanno attraversato la sua storia familiare e personale coinvolgendolo in prima persona, è stato insegnante, poeta, traduttore, pubblicista.
Diplomatosi a 13 anni in composizione, la sua ricerca della parola e del verso non prescindono mai dai suoi studi musicali.
«Tonica, terza, quinta,
settima diminuita.
Resta dunque irrisolto
l’accordo della mia vita?»
Scrive poesia, collabora con case editrici e frequenta pochi ma preziosi amici con cui condivide i suoi scritti: Libero Bigiaretti, Giorgio Bassani, Carlo Betocchi.
Le sue riflessioni sulla vita, i suoi interrogativi sulla fede e sulla religione, lo portano a scrivere versi intimistici.
“La vita, una volta che è data, non la si può togliere. Chi non la desidera, non la dia. Tanto più che dando una vita non è che si faccia, da un punto di vista non-cristiano, un grosso regalo. Perché la vita è più sofferenza che gioia: a maggior ragione, quindi, non bisogna stroncarla. Semmai, bisogna cercare di aiutarla”
Poeta ermetico vissuto nel Novecento (Livorno 1912-Roma 1990), è stato un poeta tanto ermetico quanto “anti-intellettualistico” cosi da rendere il pensiero poetico complesso e semplice nello stesso tempo.
E questa lirica ne è uno degli esempi più eloquenti.
Oh Cari di Giorgio Caproni
Apparivano tutti
in trasparenza.
Tutti
mamma.
Tutti
nell’imprendibile essenza
dell’ombra.
Ma vivi.
Vivi dentro la morte
come i morti son vivi
nella vita.
Cercai
di contarli.
Il numero
si perdeva nel vuoto
come nel vento il numero
delle foglie.
Oh cari.
Oh odiosi.
Piansi
d’amore e di rabbia.
Pensai
alla mia mente accecata.
Chiusi la finestra.
Il cuore.
La porta.
A doppia mandata.
In foto Giorgio Caproni,CC BY-SA 3.0