12 Maggio, ad una madre

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di Denata Ndreca-

Sublime

È lì che sono piegate
le notti insonni,
le lenzuola bianche ricamate della nonna,
il profumo invadente della lavanda viola,
l’odore inconfondibile del tabacco
conservato nella busta di carta marrone,
le unghie ingiallite,
il tic-toc di un vecchio bastone.

È lì che posano
i sogni di una gioventù lontana,
il corredo dentro il bauletto,
la camicia da notte
che aspetta la sua prima volta.

È lì,
è lì che sono piegate
le giornate stese sotto il caldo sole
di un’estate che lascia il posto all’inverno.

È lì piegato, l’immagine
di quel ventre gonfio di te,
di te
quando eri piccolo.

È lì che sono piegate le tue gioie,
i tuoi dolori,
la tua – sua paura,
i tuoi – suoi amori.

Lì,
nelle rughe del volto sublime

di tua madre.

 

 

A mia madre

 

Non hai un fiore fra i capelli,

il tuo viso è divenuto ombra

che non dorme mai;

il verde lieve degli occhi –

una volta gioiosi,

mi dorme dentro – dove resterai.

Non hai più forza

nelle bianche mani

ed io non sono pronta

a lasciarti andare via.

In te comincio –

madre

rimani.

Fammi sentire ancora figlia.

 

 

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