Conte: nuovo dpcm, no alla didattica a distanza

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-di Edoardo Maria Duilio-

Neanche per le scuole superiori è prevista, secondo il nuovo decreto Conte, la didattica a distanza.

Nonostante i vari casi registrati nelle scuole in tutta Italia, le lezioni procederanno in presenza. Eppure in molte scuole si assiste ad uno strano fenomeno: i ragazzi vanno a scuola facendo prima assembramento innanzi agli edifici; seguono le ore di lezione, cinque, sei, sette, rigorosamente senza mascherina. All’uscita però, i ragazzi escono con la mascherina sulla bocca, a volte anche sul naso, nei casi migliori. Una volta usciti, le mascherine le vedi sul collo a mò di foulard… e poi, tutti a casa.

La situazione in Italia.

Appena quattro giorni fa erano 223 le scuole chiuse e 1493 quelle in cui si è verificato almeno un caso Covid-19 dall’inizio di questo anno scolastico. Ricordando da studi accertati che ogni singolo caso ne genera quattro o cinque in famiglia tra parenti, ci si chiede quale sia la giusta strategia da adottare visto che sono proprio i giovanissimi ad essere quelli più restii a seguire le disposizioni anticovid…

Andando ad analizzare i dati dal 14 al 26 settembre abbiamo avuto poco più di 20mila nuovi casi, duemila nella scuola, dunque il 10% del totale. Un contagio su dieci proviene dalla scuola. Una fetta importante di casi.

Ricordando poi che nel mondo scuola tra studenti, docenti e personale vi è più del 10% della popolazione, il problema inizierebbe a sussistere in termini di eventuali contagi. Il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha affermato: la scuola non ha avuto impatto sull’aumento dei contagi generali, se non in modo residuale, ma bisognerebbe ricordare alla Ministra che vi è un tempo necessario affinché un comportamento si traduca in numeri di epidemia ed occorrono settimane e mesi. L’effetto sulla curva epidemiologica è lento a palesarsi,  c’è infatti bisogno che vi siano variazioni apprezzabili su scala regionale o nazionale, che vi siano e vengano registrate  cioè più cicli di incubazione e contagio.

Forse, per alleggerire anche i mezzi di trasporto che circolano comunque sovraffollati nelle ore di punta, sarebbe stato da prendere in considerazione, almeno l’alternanza tra didattica a distanza e in presenza.

Ovviamente ci sarebbe la necessità di appellarsi alla maturità di un esercito di studenti che vede la didattica a distanza come un modo per eludere i propri doveri con infiniti sotterfugi.

Conclusione: che Dio ce la mandi buona!

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