Rosso come il fuoco che brucia nel camino durante le sere d’inverno, rosso come il sangue che scorre nelle vene degli esseri umani, rosso come l’aurora che preannuncia il sole, rosso come il tramonto prima che scendano le prime ombre della sera .
Rosso, il termine che meglio definisce questa gemma: il Rubino, considerato simbolo di nobiltà e dispensatore di virtù, è la pietra della vitalità e, secondo alcune filosofie orientali, stimola il primo chakra e aumenta l’energia vitale .
Simbolo di entusiasmo, gioia di vivere, allegria e libertà, è l’emblema dell’amore e dell’ardore, di forza e passione di azione e di felicità, di fede e fortuna, di purezza, simpatia e di tranquillità. Il rubino rende attivi, dinamici e passionali, spingendo a uscire dall’apatia e dalla passività. Stimola la sessualità, la volontà e il coraggio. Vince la timidezza e favorisce l’unione tra l’amore fisico e l’amore spirituale.
Plinio lo definisce la pietra della felicità. Si ritiene che possegga la facoltà di annerirsi in prossimità di una disgrazia e che emani nell’aria influssi che ostacolano i demoni e allontanano le malattie.
È una delle gemme più apprezzate in gioielleria per durezza, colore, brillantezza ed estrema rarità .
Varietà pregiata del corindone rosso, si ottiene in natura da una trasformazione di una roccia calcarea a contatto con il magma ad elevata temperatura .
Per stabilire il suo valore il colore è importante.
Il colore più pregiato è il sangue di piccione, che è un rosso con sfumature bluastre, rubini di questo colore si ottengono prevalentemente dalle miniere dell’Oriente, in particolare da quelle del Tibet, dell’India e dell’isola di Ceylon. Questi rubini hanno sfumature del colore del fuoco e per questo sono considerati molto rari.
Un bel rubino non deve essere ne troppo chiaro e ne troppo scuro e deve essere abbastanza trasparente, comunque tutti i rubini presentato delle inclusioni che non sono necessariamente un difetto ma, paradossalmente, sono l’impronta digitale della pietra. Naturalmente le inclusioni non devono essere né troppo forti né troppo scure e non devono trovarsi al centro della pietra.
Di solito i rubini più opachi sono tagliati a cabochon. Un rubino famoso è il rubino incastonato sulla corona di Carlo IV. La corona di San Venceslao, conservata a Praga, venne commissionata dal re Carlo nel 1346 per la sua incoronazione e divenne corona di Stato per i futuri sovrani. É ornata da perle e zaffiri, ma soprattutto da un rubino centrale di notevole caratura, considerato talmente potente da racchiudere in sé una maledizione: si narra infatti che chiunque indossi la corona senza essere il legittimo erede al trono muoia di morte violenta entro l’anno.
Oggi, la maggior parte dei rubini venduti sono trattati, la pietra quindi risulta naturale, ma sottoposta al trattamento del calore. Infatti, applicando calore alla gemma, gli esperti hanno scoperto che sia il colore che la purezza vengono notevolmente intensificati.
Il rubino
Un’amata chiese all’amante: “Chi ami di più, te stesso o me?”. “Dalla testa ai piedi sono diventato te. Di me non rimane che il nome. La volontà l’hai tu. Tu sola esisti. Io sono scomparso come una goccia d’aceto in un oceano di miele”. Una pietra diventata rubino è colma delle qualità del sole. Niente della pietra vi resta. Se ama se stessa, ama il sole; se ama il sole, è se stessa che ama. Non c’è differenza tra questi due amori. Prima di divenire rubino la pietra è nemica a se stessa. Non uno esiste, ma due. La pietra è oscura e cieca alla luce. Se ama se stessa è infedele, si oppone intensamente al sole. Se dice “io” è solamente tenebra. Un faraone si proclama divino e viene abbattuto, Hallaj dice lo stesso ed è salvato. Un io è maledetto, l’altro io benedetto. Un io è una pietra, l’altro un cristallo. Uno è un nemico della luce, l’altro la riflette. Nell’intimo della propria coscienza, e non mediante una dottrina, è uno con la luce. Lavora alle tue qualità di pietra e diventa splendente come il rubino. Pratica la rinuncia e accetta le difficoltà. Vedi sempre la vita infinita nella morte dell’io. La tua pietra scemerà, si accrescerà la tua natura di rubino. I segni dell’esistenza individuale lasceranno il tuo corpo e l’estasi ti prenderà. Diventa tutto udito come un orecchio e otterrai un orecchino di rubino. Scava un pozzo nel centro di questo corpo, o prima ancora che il pozzo sia scavato lascia che Dio attinga l’acqua. Impegnati sempre a raschiare la sporcizia dal pozzo. A tutti quelli che soffrono la perseveranza reca buona sorte. Il Profeta ha detto che ogni prostrazione in preghiera è un colpo alla porta del cielo. Se si continua a bussare, la felicità rivela il suo volto ridente.
Gialal al – Din Rumi