Lo yacht Elettra testimone del genio italiano

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80 anni dalla scomparsa di Guglielmo Marconi-

In questo periodo varie città d’Italia ospitano commemorazioni per gli ottanta anni dalla scomparsa e per i 90 anni dall’insediamento alla presidenza del Cnr di Guglielmo Marconi, inventore della radio e rarissimo esempio di personaggio dotato di fantasia inventiva unita a capacità di realizzazione e a spiccato senso organizzativo. Non si esagera ritenendo Il 2017 un anno marconiano.

Al Senato sono intervenuti membri della Fondazione che porta il nome del grande scienziato, premio Nobel per la fisica nel 1909, rappresentanti della comunità scientifica ed esperti di telecomunicazioni italiani ed europei. “Marconi – ha spiegato il senatore Lucio Barani, che ha introdotto la cerimonia – è tra le menti che hanno fatto grande il nostro Paese nel mondo. Le sue intuizioni hanno gettato le basi dei sistemi di comunicazione senza fili. Un percorso lunghissimo, che partito dalla telegrafia, ha portato alle più grandi innovazioni tecnologiche. La velocità delle telecomunicazioni della società moderna deriva, quindi, anche dal suo genio”.

E’ stata anche l’occasione per riproporre il progetto di ricostruzione di una copia della Elettra, l’elegante yacht a vapore varato in Scozia nel 1904, prima trasformato in nave militare per esigenze belliche e alla fine del primo conflitto mondiale messo all’asta dall’ammiragliato britannico.
Marconi se lo aggiudicò nel 1919 per 21.000 sterline e, dopo averlo attrezzato come laboratorio galleggiante a Napoli e a La Spezia, lo utilizzò per molti esperimenti solcando i mari di tutto il mondo.

Alla sua morte, nel 1937, la nave fu venduta al Ministero delle Comunicazioni che la lasciò attraccata nel porto di Trieste. Sequestrata dai tedeschi nel 1944, colpita da aerei alleati e resa inattiva, dopo circa vent’anni fu di nuovo resa all’Italia che non ne curò il ripristino, non trovando di meglio che sezionarla in diverse parti, destinate ad istituzioni che ne avevano fatto richiesta.
Oggi, però, sembra crescere l’interesse ad arricchire lo scarno patrimonio italiano di navi storiche con la ricostruzione di una copia dell’Elettra, comunque ritenuto uno degli scafi più famosi del Novecento, per evocare le importanti conquiste scientifiche di cui è stato capace il genio italiano. E certamente la nave possiede un indiscusso valore simbolico non solo per il mondo scientifico e accademico, ma anche per la più vasta opinione pubblica.
Ci si augura l’intervento del governo italiano, di sponsor privati e, perché no, della Comunità Europea. La Fondazione Marconi con il presidente Falciasecca ed Elettra Marconi, assieme a tecnici di prestigio tra cui l’ing. Luciano Baldacci già direttore Comunicazioni del Mise e Francois Rancy direttore dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, è in prima linea per raccogliere intorno alla proposta un qualificato team di aziende ed enti che possa portare a compimento la realizzazione del modello.
I costi di manutenzione potrebbero essere coperti dai vari utilizzi del vascello di sicuro richiamo turistico, utilizzabile per crociere, charter, come nave scuola, per corsi ad allievi della marina civile e militare, come primo suggestivo laboratorio di fisica e telecomunicazioni per ragazzi.

Sarebbe un riconquistato tassello culturale a vantaggio delle giovani generazioni, e non solo, di tutto il mondo.

Vincenzo Iommazzo

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