Il conflitto russo-ucraino e le “liste di proscrizione” dei sedicenti democratici

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di Antonino Papa-

Affrontare la questione che tiene banco da oltre un anno è un’impresa quasi impossibile, almeno se lo si intende fare basandosi su verità storiche scomode al blocco occidentale.

È molto probabile, infatti, che veniate additati come putiniani nel malaugurato caso in cui decidiate di prender parte anche ad una semplice discussione non avallando la cosiddetta propaganda occidentale.

Avere una propria opinione in merito, suffragata dalla conoscenza di realtà storiche che le nostre pseudo-democrazie hanno sempre nascosto sotto la sabbia dell’ipocrisia, è quasi una colpa, un reato; ciò per il semplice assunto che il conflitto in atto tra Russia ed Ucraina è stato provocato sin dal lontano 2010, ovvero quando in Ucraina a vincere le elezioni fu Viktor Janukovich, uomo molto vicino al Cremlino.

Questo evento politico destò l’allarme in USA, più che allarme la definirei una vera e propria ingerenza non autorizzata, il cui Presidente, all’epoca Obama, chiese formalmente a Joe Biden (suo vice) di andare in Ucraina “al fine di evitare che l’Ucraina si riavvicinasse alla Russia”.

Con quale autorizzazione gli USA decisero di intromettersi in faccende interne di uno Stato Sovrano? A maggior ragione se neanche parte della NATO e tantomeno dell’Unione Europea?

Oltretutto in violazione dei patti bilaterali tra Stati Uniti e Russia del 6 marzo 1991, dopo la caduta del muro di Berlino, stabiliti davanti a testimoni come Francia, Regno Unito e Germania, che vietavano l’allargamento della NATO ad est, e soprattutto nei paesi confinanti con la Russia o ex Patto di Varsavia, in cambio di una rinuncia da parte dei sovietici di tentare di espandersi verso il centro Europa.

Patti violati dal cosiddetto blocco occidentale, USA in primis, i quali, attraverso la NATO, hanno permesso l’ingresso nell’alleanza militare di Estonia, Lettonia, Lituania, Repubblica Ceca, Ungheria, Bulgaria, Romania, Slovacchia e Slovenia.

Siccome l’Ucraina era l’unica nazione rimasta “fuori”, gli USA, e Regno Unito in prima battuta, hanno deciso arbitrariamente di indirizzare le vicende interne.

E così … Joe Biden, fedele ai dettami di Obama, piazzò il figlio Hunter nel CDA della Burisma Holdings (multinazionale Ucraina del Gas) con un compenso annuo di 600.000 dollari; e qui sorge un ulteriore quesito: per quale ragione il figlio di un Vicepresidente degli Stati Uniti viene calato dall’alto in una multinazionale ucraina con uno stipendio faraonico e senza conoscere una sola parola della lingua?

Domanda retorica, naturalmente, perché faceva tutto parte del piano per entrare nelle maglie del potere attraverso finanziamenti occulti agli antisovietici.

Conseguenza di ciò fu, nel 2014, il colpo di stato (sappiamo finanziato da chi) che destituì Janukovich che dovette fuggire in Russia per proteggersi.

Quale immediata reazione a questo colpo di stato, di chiara matrice occidentale, vi fu un’insurrezione dei filorussi del Donbass contro i quali iniziò una vera e propria guerra civile da parte del governo centrale di Kiev.

Seguì così il primo intervento russo in Ucraina; Putin, sollecitato dalle popolazioni del Donbass e della Crimea principalmente, decise di entrare in Ucraina al fine di difendere le etnie oggetto di rappresaglia da parte del governo di Kiev “soltanto perché si erano permessi di rifiutare il colpo di stato con il quale era stato destituito un presidente che avevano eletto tutti”.

 Dopo un anno di permanenza Russa sul territorio ucraino, e dopo che la Crimea, attraverso un referendum, fu annessa alla Russia, si scese a patti, i famosi accordi di Minsk, 1 e 2.

Nel trattato di Minsk 2 si stabiliva, alla presenza non solo di Russia ed Ucraina (tanto per esser chiari), che il governo ucraino si sarebbe impegnato entro 2 anni dalla ratifica a modificare la costituzione al fine di rendere le regioni del Donbass e Lugansk indipendenti; fu inoltre stabilito che i bombardamenti del governo di Kiev su dette regioni dovevano cessare.

 Alla luce di questi accordi l’esercito russo si ritirò.

Ma come sempre accade, in Occidente si predica bene e si razzola male, e poi l’Ucraina, ricca d risorse, faceva gola a molti.

In pratica gli accordi di Minsk furono disattesi, quindi violati (ennesima violazione), i bombardamenti sul Donbass e le persecuzioni dei russi sono continuate fino ai giorni nostri, nel silenzio più totale dei media occidentali, e finché Putin non ha deciso di agire come sappiamo, e dopo aver chiesto al mondo il rispetto degli accordi sottoscritti, ancora una volta sollecitato per proteggere le popolazioni di quelle aree, ed una volta per tutte dopo decenni di “provocazioni USA e NATO” (parole di Papa Francesco).

Questa verità storica non sta bene all’Occidente, pertanto, media, stampa ed ogni organo d’informazione, i cui vertici “ricevono ordini da Washington, Strasburgo, Francoforte e Bruxelles”, hanno il compito di screditare chi tratta la questione basandosi su verità storiche celate dagli stessi occidentali, demonizzare, colpevolizzare e distruggere chiunque voglia veder chiaro in una vicenda complessa e controversa come quella ucraina.

Il fatto che Putin sia chi conosciamo da decenni, e dal quale, però, abbiamo accettato miliardi “sporchi di sangue” ed acquistato gas e petrolio dalla sua Russia, non autorizza nessuno a metter becco nella politica interna di stati sovrani, come appunto hanno fatto gli occidentali in Ucraina sin dal 2010, o, tanto per citare altri esempi, in Iraq, Libia, ex Jugoslavia, Siria, Palestina e così via.

Allo stesso modo nessuno ha la facoltà di additare come “colpevole di essere filo-putiniano” chi semplicemente espone i fatti ponendo l’attenzione, come ha fatto il Papa, sul pregresso che ha condotto al punto in cui siamo.

La democrazia si difende soprattutto tutelando la libertà di espressione e di stampa ma … da noi chi “esce fuori dalle righe” viene criminalizzato, idem negli USA.

Chiedetevi come mai siamo al 58° posto al mondo per libertà di stampa, perché gli USA sono al 42°, perché gli USA non hanno mai riconosciuto il tribunale internazionale dell’Aia per i crimini di guerra (al pari di Russia e Cina) e perché non sono mai intervenuti per difendere le popolazioni africane massacrate da dittatori che prendono soldi da stati occidentali in cambio di risorse, oro, diamanti, combustibili fossili ed ogni genere di ricchezza.

Sono queste le domande da porsi, molto prima di chiedersi anche perché Putin è entrato in Ucraina.

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