Antonino Papa-
Come sempre nel nostro Paese ogni evento, in qualsiasi ambito si verifichi, è oggetto di strumentalizzazione politica e non solo.
Non fa eccezione il cosiddetto caso Cospito, diventato poi il caso Del Mastro-Donzelli, che ora è anche un’anomalia: ovvero tentare di distrarre l’attenzione del grande pubblico dalle assurde richieste di un terrorista (alle cui spalle rammento c’è la mafia) per accentrarla su due politici, sebbene entrambi siano andati al di fuori delle righe.
I disordini cui stiamo assistendo da qualche settimana inducono a riflettere e porsi delle domande più che lecite; non credo che nessuno si sia chiesto come mai i cosiddetti “anarchici” hanno dormito per circa dieci anni per poi risvegliarsi, caso strano, proprio quando il Governo della Nazione ha cambiato colore?
Ed ancora, perché nessun esponente della sinistra (cui a loro detta gli anarchici si ispirano) condanna le occupazioni universitarie e le approvazioni degli stessi (anarchici) all’operato delle brigate rosse?
Perché si è consentito per decenni, in nome di una finta democrazia supportata da un altrettanto finto pretesto quale l’antifascismo, a molti gruppi eversivi di occupare abusivamente centri sociali a spese dello Stato ed al cui interno si organizzano eventi illegali a pagamento con relativo spaccio di droga ed evasione fiscale? (Come ampiamente documentato da una nota TV nazionale).
A pensar male si fa peccato ma è il caso di iniziare a porsele un certo tipo di domande perché in gioco vi è il futuro della democrazia, però quella vera e non il libertinaggio ed il lassismo cui abbiamo assistito negli ultimi anni.
Non si tratta di una questione inerente i colori politici bensì di anteporre la logica, ossia la ragione tanto cara agli antichi Greci, all’idiota campanilismo in virtù del quale rossi, gialli, blu e multicolore si scannano in barba al civile confronto democratico.
Non mi sorprende ciò che sta accadendo. Non è altro che logica conseguenza del tanto inflazionato odio che ha caratterizzato migliaia di campagne social ed aizzato le folle, e che ha matrici dalle quali non si può prescindere; mi riferisco al tacito assenso ad esternazioni pesanti nei confronti di esponenti della destra, additata impropriamente come “fascista”, sia di comuni cittadini, ma, ciò che è più grave, anche di esponenti della cosiddetta cultura democratica e progressista.
E se la matematica non è un’opinione, e la filosofia logica neanche, è limpido come l’acqua che gli anarchici (o chi per essi) sono il risultato degli esaltati social che hanno deciso di passare alle maniere forti pur di imporre la loro visione.
In Italia il fascismo non esiste, è stato condannato in tutte le sedi, da tutte le formazioni politiche ed in tutte le salse, e continuare a fomentare le masse incitandole alla rivoluzione contro i nuovi despoti è l’anticamera del ritorno agli anni di piombo.
Come si può difendere la posizione di un terrorista come Cospito che, oltretutto, è stato sottoposto al regime del 41 bis proprio da coloro che oggi ne contestano l’applicazione?
È chiaro, pertanto, che si tratta di strumentalizzazione politica ed è altrettanto evidente che chi avrebbe voce in capitolo per placare gli animi, ovvero gli esponenti della cosiddetta sinistra democratica, tacciono; il silenzio è legittimo ma non l’assenso che da esso deriva.
Le Istituzioni in momenti del genere dovrebbero compattarsi senza alcuna distinzione, fermo restando che i due esponenti di FDI, qualora si ravvisino irregolarità nelle loro esternazioni, vadano condannati.
Ricordiamo però che da un lato ci sono terroristi, mafia, sobillatori di folle, collettivi prepotenti e dall’altra lo Stato, e lo Stato democratico ha la priorità su tutto.
È strettamente necessario, addirittura fondamentale, che qualcuno faccia più di un passo indietro per dare l’esempio a chi pensa di voler sovvertire l’ordinamento democratico con le bombe o con lo sciopero della fame ricattando le Istituzioni ritenendole colpevoli della (eventuale) morte di un detenuto che ha scelto liberamente la forma di dissenso al carcere duro.
E, purtroppo, c’è anche qualcuno che “auspica” la morte di Cospito per utilizzare tale evento pro domo propria.
Il dissenso non si esprime in questo modo, le opinioni non si impongono con l’odio e tantomeno con le bombe o con altre forme di violenza- non violenza al fine di fare di un terrorista un eroe.
Un terrorista resta un terrorista, va rispettato come detenuto, non come terrorista.