La nostra regione è da sempre considerata fonte di ispirazione per molti artisti. Il capoluogo campano lo è ancor di più. Napoli con i suoi colori, le contraddizioni, il mare ed i colori ha ispirato centinaia di artisti che hanno trovato nel tessuto della città fonte di ispirazione per esprimere la propria arte.
Nan Goldin è una di queste. Fotografa americana classe 1953, ha trascorso diversi anni in città frequentando la galleria d’arte Theoretical Events, che purtroppo non c’è più, gestita da Guido Costa, noto curatore con cui aveva stretto una grossa amicizia che le permise di frequentare e permeare la città. Ten Years After è il resoconto del suo soggiorno partenopeo.
L’universo raccontato, descritto, immortalato da Nan Goldin, indipendentemente dal luogo, è sempre quello degli ultimi, il mondo LGBT, la droga, e con essi tutto ciò che mette a disagio e lo fa con grande naturalezza e con grande forza, scattando senza filtri, senza pose studiate, quasi senza pensare, ma sempre in modo istintivo ed immediato.
Un critico, tempo fa, disse che se qualcuno ci avesse chiesto il significato della parola BLOG, sarebbe stato possibile spiegarlo solo grazie alle foto della Goldin.
A Napoli, ed in Campania, l’approccio della fotografa americana è lo stesso. Nudo e crudo ma anche pieno di emozioni di fronte alle bellezze del nostro territorio. Alterna dolore e bellezza con grande equilibrio confermando che il suo stile è quello che meglio di altri riesce nel racconto di un territorio come il nostro.
Il volume è visivamente diviso in due parti. Dico dal punto di vista visivo perché materialmente non lo è . Ma è facile individuare le immagini scattate nel 1986, durante il suo primo soggiorno in città, e gli scatti realizzati nel 1996. I primi sono quelli più duri che raccontano del suo viaggio in costiera e di alcune amicizie strette in quei giorni, con ritratti ed atmosfere carichi di pathos, caratterizzati da quello stile duro che ha caratterizzato la sua prima produzione. Le immagini del 1996, invece, si soffermano più sul paesaggio e la bellezza dei nostri territori. Segno questo anche di un cambiamento e se vogliamo della maturazione personale dell’artista.
Nel 2007, anche grazie a questo lavoro, le è stato assegnato l’Hasselblad Award, una sorta di oscar dei fotografi.
Attualmente collabora con il Moma di New York. Numerosi sono i testi critici scritti dai più importanti critici d’arte del nostro secolo che analizzano il suo lavoro.
Vi invito ad approfondire la conoscenza di questa artista che è considerata autrice di una vera “rivoluzione” nel campo della fotografia moderna. Colei che ha per la prima volta dichiaratamente distrutto le regole dei canoni della bellezza tradizionalmente intesa, per cercarla lì dove è meno evidente ma ugualmente presente.
Il volume oggi è difficile da reperire ma attraverso le più diffuse piattaforme di commercio on line è possibile trovare qualche copia di seconda mano ancora ben tenuta e a prezzi più che accettabili.
Umberto Mancini