“Pompei, The Immortal City” in esposizione a Bruxelles fino al 15 aprile 2018

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Pompei, the immortal city” è il titolo della mostra attualmente al Palazzo della Borsa di Bruxelles fino al 15/04/2018.

La parola “mostra” (che deriva dal verbo mostrare, nel senso di esibire, far vedere) indica un luogo o un evento dove si collocano in visione al pubblico oggetti, opere e manufatti. Il termine “esposizione” è un sinonimo della parola “mostra”. Queste sono le definizioni che solitamente danno molti dizionari. POMPEI, THE IMMORTAL CITY, per me non è una mostra. È un grande gioco interattivo che prova a  stimolare ed incuriosire le nuove generazioni di ragazzi non italiani su un tema e su un territorio oggettivamente lontani da loro per storia e cultura. Sotto questo punto di vista, l’iniziativa, che ha una evidente ed inequivocabile finalità divulgativa, è degna di nota. La domanda è: riesce nel suo scopo? Non sono in grado di dirlo!

Vedere una mostra su Pompei senza neanche un reperto vero, reale e concreto, dei tanti disponibili negli scavi archeologici più importanti del mondo, può far sorgere nello spettatore una lunga serie di dubbi. Ma forse sono troppo esigente proprio perché sono un napoletano che i suddetti scavi li conosce sin dall’infanzia.

L’esposizione propone la riproduzione di due statue e di alcuni dipinti, tutto il resto è un susseguirsi di informazioni e video su quello che era il territorio dove è avvenuta la famosa eruzione che ha “generato” l’importante sito archeologico.

La domanda che mi sono fatto vedendo questa operazione è stata: ma davvero Pompei ha bisogno di un’operazione del genere? Personalmente sono molto perplesso e mi sono chiesto quanti dei ragazzi che hanno visitato questa “mostra” saranno stati davvero stimolati e incuriositi a visitare la cittadina campana ed i suoi reperti reali. Il fatto è che la valenza didattica di questa esposizione rischia di essere vanificata da un’inutile replica di informazioni che, in tempi moderni, si trovano facilmente sul web.

 

 

L’allestimento, bisogna dirlo, è piuttosto efficace. Di grande effetto è l’ingresso circolare dove lo spettatore viene immerso in un video e “trasportato” nella cittadina vesuviana e nelle sue atmosfere del periodo romano.

Strana l’uso delle didascalie che accompagnano i vari pannelli: in francese, in fiammingo, in inglese e… in latino. Ma non su tutti. Perché? Non è dato sapere!

Per precisione d’informazione aggiungo che l’operazione è sponsorizzata, tra gli altri, anche dal museo Archeologico di Napoli.

Il costo per entrare è di 16 euro più 1 euro per l’uso obbligatorio del guardaroba (si deve obbligatoriamente lasciare il cappotto, ma se hai uno zaino o una borsa puoi portarli con te…).

Sono campano, conosco bene la mia terra e sono abituato alle bellezze artistiche e storiche che la caratterizzano per cui vedere questa esposizione (ho difficoltà a definirla “mostra”) pur riconoscendone l’importante fine divulgativo, è stato come mangiare una bellissima torta… senza zucchero, molto deludente, e Pompei con la sua storia non hanno bisogno di operazioni di questo tipo.

Umberto Mancini

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