In occasione degli incontri fotografici d’autunno organizzati dall’associazione fotografica COLORI MEDITERRANEI, vi proponiamo un intervista agli autori presenti alla manifestazione.
Oggi 8 novembre, se siete di Salerno e siete in zona, può essere l’ottima occasione per conoscere Franco Sortini, fotografo salernitano, che parlerà dal suo lavoro e del suo modo di intendere la fotografia.
In questa intervista un piccolo anticipo di quello che potrete ascoltare.
Fotografia e paesaggio: dando uno sguardo al tuo sito sembra questo il motivo conduttore della tua ricerca fotografica. Come mai questa scelta?
Da quando ho cominciato a fotografare, ero ragazzo, mi hanno colpito e affascinato le fotografie di grandi maestri, come Stephen Shore, Luigi Ghirri, Franco Fontana. Tutti paesaggisti, e ognuno con uno stile molto particolare. Ho conosciuto personalmente Luigi Ghirri negli anni ’80, una grandissimo fotografo, Franco Fontana è stato il mio maestro e mentore, e con lui ho un ottimo rapporto di amicizia che dura da 35 anni. Loro mi hanno lasciato dentro la curiosità per il mondo attorno a me e da allora ho deciso di indagare a mio modo il paesaggio con una predilezione per il paesaggio urbano e la fotografia della città. Negli anni ho cercato di trovare un mio stile personale e creare una città ideale seguendo la mia “visione”.
Quando ti viene commissionato un lavoro ti vengono fatte richieste particolari o riesci ad esprimerti liberamente?
Lavoro nel settore della fotografia industriale e advertising; le agenzie di pubblicità o le aziende che mi commissionano il lavoro richiedono fotografie che rispondano alle esigenze di comunicazione dell’azienda, ma mi lasciano completamente libero di interpretare a mio modo il loro messaggio. Se mi chiedessero o mi imponessero di fare fotografie come vogliono loro sicuramente rinuncerei all’incarico.
Nel tuo lavoro prevale l’uso del colore. Il bianco e nero non ti soddisfa o è un’esigenza legata al tipo di fotografia che ti è più congeniale ?
Il colore è vita, è la realtà, è il mondo. Fotografare a colori è molto più difficile e complesso che fotografare in bianco e nero, proprio perché la realtà è a colori e quindi, per esempio, quando fotografo una città, cerco di interpretarla, realizzare un’immagine che sia la “mia” immagine, nella quale mi rispecchio. Chi guarda la fotografia non guarda la città, guarda me attraverso di essa. Questo è alla base di tutta la mia ricerca. La fotografia in bianco e nero è un artifizio, non mi piace, anche se apprezzo molto il lavoro di grandi fotografi che usano questa tecnica.
Molti giovani fotografi si stanno specializzando anche nella realizzazione di video. Complice la tecnologia visto che spesso nelle reflex di ultima generazione c’è la funzione video. E’ un mondo che ti interessa ? Cosa ne pensi ?
Sinceramente al momento non mi interessa. Anche perché vedo un mare di video sempre uguali, senza stimoli. Guarda per esempio i video realizzati con i droni: è una moda, tutti comprano il drone e tutti fanno le stesse cose. Bisogna cercare sempre l’originalità, ma specialmente trovare se stessi attraverso quello che si fa. Oggi è un continuo “copia e incolla”. No, ripeto, al momento è un mondo che non mi stimola e non mi interessa. Poi domani non so.
La tua attività, da quello che leggo nella tua biografia, ti ha portato anche ad esporre in gallerie ed istituzioni legate all’arte. Questo ha dato qualcosa in più al tuo lavoro ?
Oggi la mia produzione fotografica è orientata all’Arte e all’editoria. Guardo alla fotografia come mezzo di espressione e comunicazione personale. Ho una galleria di Roma che mi rappresenta e il mio interesse è sviluppare la fotografia creativa. L’opportunità di esporre in tante gallerie mi ha portato a conoscere e a confrontarmi con tantissime persone. Ascoltando i complimenti e principalmente le critiche non fai altro che crescere, innanzitutto come uomo, poi come professionista. Ritengo che bisogna sempre accostarsi con umiltà a tutto quello che si intraprende, non bisogna mai smettere di essere curiosi ed imparare dagli altri. Ed è necessario ascoltare, guardare, confrontarsi. E questo ovviamente si rispecchia anche nella fotografia commerciale, che, come dicevo prima, mi lascia libero di interpretare a mio modo quello che fotografo.
Domanda che faccio a tutti. Fotografia e social: che rapporto hai ?
Un ottimo rapporto. Uso Facebook da quando è nato, ma solo ed esclusivamente come mezzo per conoscere e comunicare con altre persone ai quattro lati del mondo.
Che attrezzatura usi?
Uso diverse macchine fotografiche con varie ottiche, dipende dal lavoro che faccio. Dalle macchine a banco ottico e a pellicola alle digitali. Preferisco per i miei lavori creativi obbiettivi a cortissima focale, grandangolari estremi, lo zoom Nikon 14/24 è il mio preferito. Mi costringe ad avvicinarmi a quello che fotografo, divento parte della scena. Ma comunque l’attrezzatura non è importante: è importante come la usi. La fotografia la fa sempre la testa.
Editoria: realizzare un libro col proprio lavoro, cosa ha rappresentato per te ?
Ho realizzato il mio primo libro tanti anni fa, con il gruppo “Polaser”: eravamo un gruppo di fotografi che usavamo esclusivamente Polaroid. Da allora ne sono venuti diversi. L’ultimo, “Un luogo neutro”, edito da Punto Marte, raccoglie le mie fotografie sul paesaggio urbano. Ha rappresentato per me una svolta nel mio lavoro creativo, un punto fermo da cui ripartire per altre cose. Mi piace molto realizzare anche libri a tiratura limitata, massimo 50 copie. Sono libri che raccontano di un mio “momento fotografico”, delle storie da condividere con pochi. Li realizzo personalmente, scegliendo carte pregiate e particolari, e li rilego a mano seguendo antiche tecniche di legatoria, e le immagini vengono accompagnate da saggi o racconti di miei cari amici. E sono destinati esclusivamente alle gallerie.
Per chiudere: il futuro ? A cosa stai lavorando ?
Non mi piace molto parlare del futuro, sono scaramantico. Preferisco pensare a quello che ho da fare adesso. Adesso sto preparando una nuova mostra che si terrà entro fine anno a Lecce, in una bellissima galleria del centro storico. Presenterò un nuovo lavoro, che segue sempre la mia idea del paesaggio ma che andrà ad esplorare nuove cose. E poi ho in mente alcuni progetti che riguardano l’editoria e il web, ma devo mettere a punto alcune cose e alcune collaborazioni. Quando avrò le idee chiare ne riparleremo.
Se volete conoscere ancora meglio il suo lavoro vi invito a visitare il suo sito all’indirizzo www.francosortini.eu
Umberto Mancini