A Napoli c’è la fermata della metropolitana più bella del mondo. La stazione Toledo della Linea 1 alcuni anni fa fu riconosciuta come una vera e propria opera d’arte. Effettivamente è molto bella e devo dire da cittadino che ho apprezzato l’opera d’arte e le varie installazioni che sono al suo interno. Ma si tratta di una metropolitana il cui scopo è quello di trasportare i cittadini da un punto della città ad un altro e che dovrebbe snellire il caotico traffico cittadino. Una metropolitana deve essere funzionale, se è anche bella siamo tutti contenti, ma se i treni passano ad orari ignoti e con frequenza irregolare, vagoni dove è assente l’aria condizionata e a questo aggiungiamo che quasi sempre le macchinette per fare i biglietti non funzionano bene, poco importa che sia bella. Capirete che se vado alla stazione Toledo per prendere la Metro per raggiungere un altro punto della città, il fatto che ci siano i pannelli di Oliviero Toscani o le foto di Shirin Neshat, non serve a nulla se poi il servizio offerto è praticamente assente.
È davvero difficile capire perché si sprechi tanto danaro pubblico male e non si pensi a riqualificare la città. Da napoletano mi sono sempre chiesto se avessimo avuto una metropolitana più sobria e priva di opere d’arte, dove non ci fossero state archistar coinvolte nella progettazione architettonica delle stazioni, se la metropolitana fosse stata più austera ma semplice e funzionale, non si sarebbero potuti recuperare i tanti edifici abbandonati che riempiono il nostro centro storico?
Napoli è piena di “cadaveri” eccellenti rappresentati dall’abbandono delle istituzioni e della politica. La campagna elettorale per l’elezione del prossimo sindaco si fa sempre più incessante e l’esigenza di raccontare ai cittadini un vero e proprio inganno è fuori dal tempo.
Abito a due passi dall’Ospedale Gesù e Maria, oramai ex Ospedale, un convento con annessa chiesa che nel 1585 vide l’intervento di Domenico Fontana per il restauro.
Negli anni ’70 era l’unico ospedale partenopeo dedicato alle malattie infettive (la parola virus vi dice qualcosa?) ubicato nel centro storico della città, era uno tra i più importanti punti ospedalieri del Centro storico. Nessuno mai avrebbe immaginato l’arrivo del Covid ma migliorare una struttura già dedicata allo studio dei virus, sarebbe stata utile a tutti alla luce di quello che stiamo vivendo.
Nel 1979 la chiesa fu chiusa poiché pericolante e il terremoto del 1980 peggiorò la situazione. Nel 2009 l’ospedale fu chiuso per carenze igieniche e perché le istituzioni mai si sono preoccupate di ristrutturare uno dei monasteri più belli presenti nella nostra città. Oramai a quel tempo la zona ospedaliera era una realtà nella zona collinare della città, ristrutturare un ospedale nel centro storico non interessava più a nessuno. Chi ha fatto tutte queste riflessioni era certo che con una metropolitana moderna e funzionale i cittadini avrebbero potuto raggiungere comodamente tutti gli ospedali della città: la metropolitana avrebbe accontentato tutti.
Siamo nel 2021, abbiamo una metro dell’arte che non funziona, e la città è piena di questi “cadaveri” abbandonati al degrado e di cui nessuno si cura. Oramai neanche più i politici mostrano interesse nel voler rivalutare il patrimonio storico del nostro territorio: si costruisce il nuovo, ma il passato non viene curato in alcun modo.